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Molto amate: la tenerezza delle sex workers marocchine nel film Cielo

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Arriva su Cielo il film Much Loved, che mostra la vita di quattro prostitute marocchine che si sostengono l’una con l’altra per sopperire al grande vuoto che l’amore lascia nelle loro vite.
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Cielo trasmette la sera del 14 giugno in prima visione tv il film Much Loved. Diretto da Nabil Ayouch, il film Cielo Much Loved ci porta nella Marrakech dei giorni nostri. Qui, Noha (Loubna Abidar), Randa (Asmaa Lazrak), Soukaina (Halima Karaouane), e Hlima (Sara Elmhamdi Elalaoui) e altre donne vivono i amori mercenari, fanno le prostitute, sono oggetti del desiderio. Allegre, vivaci e complici, piene di dignità ed emancipate nel loro regno al femminile, queste donne superano la violenza della società marocchina che, pur condannandole, le sfrutta.

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Le quattro donne ci conducono nel loro regno notturno fatto di violenza, umiliazioni ma anche risate e tenerezza, complicità e sostegno, mentre lottano per sopravvivere nei mercati della carne corrotti e pericolosi di Marrakech.

Presentato al Festival di Cannes 2015, il film Cielo Much Loved è considerato dalle autorità marocchine un film scandalo, tanto da averlo vietato perché ritengono che offenda gravemente i valori morali e la donna marocchina, oltre che l’immagine del Paese. In realtà, al di là delle scene che possono aver turbato le autorità, al suo sesto lungometraggio Ayouch non fa altro che svelare la malinconia e la solitudine delle sex workers che, pur offrendo piacere e distrazioni, non sono amate da nessuno.

Una libertà a duro prezzo

Per scrivere il film Cielo Much Loved, il regista Nabil Ayouch ha incontrato diverse prostitute marocchine. “Quello che mi ha colpito è stato come soffrivano in amore”, ha raccontato. “Lavorano per sostenere intere famiglie, eppure sentono di non aver mai fatto abbastanza perché qualcuno le ami. Perché tutto quello che ricevono in cambio sono giudizi, condanne e, nel migliore dei casi, disprezzo. "Per loro, ero solo una carta di credito," ha detto una di loro, senza alcuna emozione apparente. Amate eccessivamente da alcuni, non abbastanza da altri, o almeno amate nel modo sbagliato”.

“Come una maledizione, il denaro che guadagnano è inevitabilmente "haram", i salari del peccato, che le brucia, divorandole dall'interno, e il che significa che devono sbarazzarsene il più velocemente possibile. Per evitare di essere risucchiate, vivono la vita al massimo. Ridono, ballano, intrattengono gli uomini e se stesse. La loro solitudine le devasta, a volte rendendole crudeli. È difficile essere sole quando ci sono così tante persone intorno a te”.

“Noha, Randa, Soukaina e Halima sono le stigmate di una società alla ricerca di identità. Tra la loro economia di sussistenza tollerata e un conservatorismo ostentato, c'è un buon grado di ipocrisia. Per alcune di queste donne, Dio le protegge; per altre, è la loro innocenza o la loro forza a farle andare avanti. Ma ci sono sempre le stesse paure, le stesse ferite. Volevo raccontare questa realtà, lontana dai miti. Raccontare significa mostrare. Tutto, senza restrizioni, senza compromessi o falsa modestia".

"Non provo alcuna pietà o senso di miseria verso queste donne: provo semmai tenerezza e attaccamento. Le trovo incredibili per quanto riguarda la loro libertà”, ha concluso.

Much Loved: Le foto del film

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