Nel film Memory, il thriller d’azione in uscita il 15 settembre con Bim Distribuzione (aderendo a Cinema in Festa, biglietto a 3,50 euro dal 18 al 22 settembre), Monica Bellucci recita al fianco di Liam Neeson in un ruolo del tutto inedito: quello dell’antagonista.
Monica Bellucci interpreta infatti Davana Sealmen, una donna d’affari e filantropa con un’immagine pubblica impeccabile e perfettamente pulita. Tuttavia, in verità, Davana è coinvolta in alcuni dei crimini più spregevoli che la mente umana possa immaginare. Il personaggio di Monica Bellucci si scontra con l’Alex Lewis di Liam Neeson, un ex assassino su commissione che, a differenza di Davana, vive secondo un proprio codice morale.
Raggiunta in esclusiva da TheWom.it, Monica Bellucci discute del motivo per cui interpretare la sociopatica Davana in Memory, il film diretto da Martin Campbell, le ha permesso di cambiare registro rispetto ai personaggi portati sullo schermo durante la sua lunga e fortunata carriera. La diva italiana, amata in tutto il mondo, parla anche della sua scelta di prendere peso per impersonare Davana e di come la sua età (58 anni il prossimo 30 settembre) le abbia aperto le porte a nuovi e interessanti ruoli sia al cinema sia a teatro.
Intervista esclusiva a Monica Bellucci
Monica, il personaggio da lei interpretato nel film Memory, è particolarmente interessante. Agli occhi di tutti è una persona onesta, una donna d’affare e filantropa, ma presto scopriamo che non è così.
Ero entusiasta all’idea di interpretare Davana: non sono tanti i film in cui mi hanno proposto il ruolo di antagonista. Ci sono alcuni aspetti della vita di Davana che fanno pensare che sia una persona buona ma ci sono anche momenti in cui si rivela un mostro. Era questa dualità che mi attirava: avevo finalmente la possibilità di far qualcosa di diverso rispetto agli schemi e ai canoni dentro cui sono stata incasellata come attrice per gran parte della mia vita. Ho anche volutamente preso un po’ di peso. E le luci e il trucco hanno poi contribuito alla creazione di un personaggio del tutto inedito per me.
Davana sembra divorata dal desiderio di rimanere giovane e di resistere agli anni che passano. In una scena del film Memory, la vediamo con un dottore discutere della possibilità di vivere fino a 135 anni. Cosa ne pensa del diventare più vecchi?
È un’ottima cosa, dal mio punto di vista. L’età mi ha portato nuove possibilità e nuovi personaggi da interpretare. Davana Sealman è la chiave che mi ha aperto porte che prima erano chiuse. Ho interpretato dopo il ruolo Maria Callas a teatro, a Londra. È un aspetto interessante: quand’ero più giovane, non avrei di sicuro potuto interpretarla. Per calarsi nei panni di Maria Callas serve esperienza, soprattutto per capire che tipo di donna era. Era una diva con un grandissimo talento ma anche una donna dal cuore semplice. È morta a causa della tristezza, ricordiamolo.
Che ne pensa, invece, dell’ossessione di Davana con l’età che passa?
Davana vuole controllare tutto, compreso il tempo e quanto a lungo vivrà. Ma è impossibile controllare il tempo: non si può fare. Eppure, lei vuole tenere sotto controllo ogni aspetto della sua vita. Sappiamo tutti che è un’utopia.
Discute con il medico sulla possibilità di arrivare a 135 anni. Vorrebbe lei vivere fino a 135 anni?
No (ride, ndr). Tutti coloro che vogliono controllare il tempo vogliono diventare immortali. Ma, ripeto, è impossibile: il denaro non può comprare tutto (ride, ndr).
Un altro aspetto interessante di Davana, il suo personaggio nel film Memory, è dato dal rapporto che ha con il figlio. Il ragazzo si macchia di azioni spregevoli ma la madre continua a proteggerlo. Lei è madre, che ne pensa? Capisce le ragioni per cui Davana ha questo forte istinto di protezione nonostante le atrocità del figlio?
Penso che Davana sia pazza. E che anche suo figlio lo sia. Proteggerlo significa prima anche proteggere se stessa e quell’immagine pulita che ha dato di sé a tutto il mondo. È consapevole che quando verrà fuori la verità, finirà nei guai. Quindi, proteggere suo figlio è un modo per salvaguardare se stessa e non solo il ragazzo.
Memory è un film diretto da Martin Campbell. Proprio come lei, il regista ha incontrato il successo grazie alla saga di James Bond, prima di dirigere altri apprezzati titoli. Al suo fianco, c’è Liam Neeson, uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Com’è stato lavorare con Campbell e Neeson?
Ho accettato il ruolo di Davana proprio perché volevo lavorare con Martin. Ho molto rispetto nei suoi confronti perché è un regista che sa come intrattenere il pubblico quando si mette dietro la macchina da presa. E volevo anche lavorare con Liam: è un attore ma anche un uomo straordinario. È stato gentilissimo e generosissimo con me. Abbiamo avuto conversazioni meravigliose e nutro molto rispetto nei suoi confronti.
Cosa ha trovato di interessante nelle conversazioni con Liam Neeson?
È un uomo pieno di emozioni e buoni sentimenti. È incredibilmente profondo. Abbiamo parlato di tante cose ed è emersa tutta la sua umanità. Ho trovato che Liam fosse una persona molto sensibile e delicata. E mi piaceva molto parlare con lui.
Liam Neeson nel film Memory interpretata un killer su commissione ma il pubblico fa il tifo per lui. Guardando alla sua straordinaria carriera, ha interpretato personaggi tra loro molto diversi ma, indipendentemente dal ruolo, emerge sempre il suo lato sensibile.
Si. Penso che sia bello avere un rapporto umano con le persone con cui si lavora. Mi piace lavorare con le persone per cui nutro rispetto e, decisamente, rispetto molto Liam. Per il mio prossimo film, intitolato Mafia Mamma, lavorerò con Catherine Hardwicke e Toni Collette. Sarà una commedia, tra l’altro molto divertente. Non ho recitato in tante commedie, in realtà, ma questa è fantastica. Ma la farò perché amo il lavoro di Catherine e considero Toni una grandissima attrice.
Una delle scene più drammatiche di Memory riguarda il personaggio di Davana. Ed è particolarmente violenta. Può raccontarci com’è stato girarla?
Davana si merita quello che le accade (ride, ndr). Pensa di essere intoccabile ma quella scena è la prova concreta di come l’imprevedibilità sia dietro l’angolo e di come lei non possa controllare tutto. Ancora una volta, pensa di poterlo fare ma non può.
Si è divertita nel girarla?
A dir la verità, ero un po’ spaventata (ride, ndr). Sullo schermo però funziona molto bene ed è molto efficace.
Com’è stato per lei tornare a lavorare al cinema e in teatro dopo la pandemia?
Era molto importante che si tornasse alla normalità. Dobbiamo tutti quanti lavorare e proporre cose interessanti perché in questo momento così complicato il mondo ha bisogno di poesia, arte e bellezza.
Monica, grazie per il suo tempo.
Grazie a voi, è stato un piacere!
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