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Nadia Mayer: “Felice quando partecipo alla realizzazione di un sogno” – Intervista esclusiva

nadia mayer
Agente immobiliare nel programma cult Casa a prima vista, Nadia Mayer si racconta in maniera intima e sincera a The Wom, rivelando quanto l’autodeterminazione e la resilienza siano sempre state sue compagne di vita.

Nadia Mayer, uno degli agenti immobiliari del programma cult di Real Time, Casa a prima vista, la cui terza edizione parte il 20 maggio alle 20.20, si racconta in un'intervista intima e inedita in cui rivela tutta la sua autodeterminazione e sincerità. Con il suo stile diretto e trasparente, Nadia Mayer cattura l'attenzione fin dall'inizio: “Non sono stata benissimo negli ultimi giorni”, esordisce. In un mondo dove spesso si risponde "tutto bene" per convenzione, Nadia sfida le norme con la sua autenticità. La sua esperienza di vita e lavoro, segnata da una ricaduta all'ulcera, riflette una passione intensa che incide profondamente sul suo benessere fisico.

Nadia Mayer, dopotutto, è l'emblema della determinazione: “Sabato scorso ero al pronto soccorso per una ricaduta: da persona emotiva e passionale, concentro tutto sulla pancia. Il medico mi ha anche rimproverato, suggerendo di stare attenta un po’ di più ma io son così: corro sempre, non c’è tempo”. Questo spirito di resilienza è evidente nella sua carriera immobiliare, dove l'etica del lavoro e la lealtà sono al centro del suo approccio.

L'intervista prosegue esplorando il successo di Casa a prima vista, un programma che, prodotto da Blue Yazmine per Warner Bros. Discovery, ha superato le sue aspettative iniziali fino a essere candidato a programma dell’anno ai prossimi Diversity Media Awards. Nadia Mayer, nella nostra conversazione, riflette sulla solidarietà femminile e sull'importanza di andare oltre le apparenze, valori che ha riscoperto attraverso l'esperienza televisiva. La sua carriera precedente come modella le ha insegnato l'importanza della trasparenza e dell'onestà, principi che continua a seguire nella sua vita professionale.

In un settore spesso dominato dalle apparenze, Nadia Mayer mantiene una visione più umana del lusso, apprezzando la possibilità di realizzare i sogni abitativi di giovani coppie con budget limitati tanto quanto le vendite di immobili di lusso. La sua empatia e dedizione si riflettono nei rapporti duraturi che costruisce con i clienti, che spesso si trasformano in amicizie durature.

Nonostante la competizione naturale nel programma, Nadia Mayer descrive un ambiente di supporto e collaborazione tra gli agenti. La sua pazienza e le buone maniere, affinatesi attraverso l'esperienza di crescere cinque figli, le permettono di affrontare anche i clienti più esigenti con serenità.

L'esperienza di Nadia Mayer a Casa a prima vista le ha portato una nuova popolarità che affronta con gratitudine, mantenendo sempre l'attenzione sulla sua autenticità e sui valori fondamentali. La sua storia è un esempio di come la determinazione personale e l'autenticità possano portare a successi inaspettati e gratificanti, non solo nel lavoro ma nella vita.

Nadia Mayer (Press: Giulia Tucci @MnComm).
Nadia Mayer (Press: Giulia Tucci @MnComm).

Intervista esclusiva a Nadia Mayer

“Non sono stata benissimo negli ultimi giorni”, esordisce Nadia Mayer, una degli agenti immobiliari del programma oramai cult di Real Time Casa a prima vista. E la risposta spiazza perché, in un mondo in cui si risponde, per velata ipocrisia, “tutto bene” agli sconosciuti, Nadia Mayer punta subito su quella verità e sincerità che poi farà da sfondo al resto dell’intervista. “Sabato scorso ero al pronto soccorso per una ricaduta all’ulcera: da persona emotiva e passionale, concentro tutto sulla pancia. Il medico mi ha anche rimproverato, suggerendo di stare attenta un po’ di più ma io son così: corro sempre, non c’è tempo”.

Anche perché gli agenti immobiliari corrono sempre…

Abbastanza ma è bello che sia così. Ricordo sempre mia mamma che mi diceva “Meglio che si consumino scarpe piuttosto che lenzuola”: la dice lunga, no? Meglio la salute che altro, tutto il resto è sempre un lusso.

Ti saresti mai aspettata il successo di Casa a prima vista?

Sembra la classica risposta scontata ma è la verità: assolutamente no. Avevo fatto il provino al mio solito con grande entusiasmo, portavo la professionalità del mio lavoro (che reputo un investimento sicuro) e la voglia di rimettermi in gioco: avevo alle spalle un trascorso da modella e, dopo aver dedicato la mia vita ai miei figli, desideravo concentrarmi un po’ su me stessa. Ed è andata bene: sono molto contenta del risultato.

E non posso non esserlo, anche perché mi ha permesso di ricredermi anche su come l’alleanza tra donne sia possibile. Sono tante le donne che hanno infatti cominciato a seguirmi e ad apprezzarmi. Dopo stagioni in cui siamo state rivali o percepite come tali, è aumentata la solidarietà femminile, segno che abbiamo smesso di guardare con invidia a chi ha l’occhio azzurro o la gamba più conforme agli standard: non ci si ferma solo a quello. È pur vero che l’apparenza è importante perché rappresenta un biglietto da visita ma sono più importanti i modi e come ci si pone verso gli altri: non siamo in guerra, una parola che, ahimè, mi fa quasi orrore solo a pronunciarla.

Nel mio caso, fortunatamente, c’è stata molto ammirazione proprio per il mio essermi rimessa in gioco e non me l’aspettavo, anche perché comunque sono la più matura del gruppo degli agenti immobiliari del programma… ma a entusiasmo me li mangio tutti a colazione probabilmente perché vivo ogni giorno come se fosse quasi l’ultimo, con la consapevolezza che tutto può finire con un battito di ciglia. Mi godo, dunque, tutte le emozioni che si presentano e il riscontro che personalmente sto ottenendo rispetto a un passato che per me non sempre è stato facile proprio perché ci fermava all’apparenza e non si andava oltre.

È difficile staccare il mondo della moda dall’apparenza…

Ho avuto però la fortuna di lavorare con il famoso Lorenzo Pedrini e la sua Fashion Model Management. Ero una ragazzetta che dalla provincia di Vicenza arrivava a Milano e che non conosceva assolutamente nulla: i lupi non aspettano altro ma sono stata fortunata… le cose si sono complicate successivamente: gli attriti sono nati quando ho cominciato a essere una figura un po’ scomoda. Reputazione, onestà e trasparenza sono sempre stati i miei punti cardine e da quelli non mi schiodo: preferisco andare avanti di poco ma in maniera corretta.

Aggiungerei, nel tuo caso, anche un altro elemento che sotto gli occhi di tutti: la lealtà.

Una caratteristica che molto spesso oggi manca: la gente è pronta talvolta a vendersi anche per due centesimi non pensando al carico che può apportare nella vita degli altri. Chissà perché tutti mi dipingono spesso come una donna di classe ma ho sempre lottato per conquistare un mio spazio: provengo da una famiglia molto umile a cui sono grata, con una mamma che è stata ragazza madre e che mi ha impartito dei valori molto forti umanamente. Tutto ciò che sono lo devo a lei e l’ho capito adesso che da due anni purtroppo non c’è più.

Quando oggi sento parlare di determinate cose o priorità, penso che abbiamo perso quasi l’orientamento della bussola. Sono altre le cose che contano, quelle più concreta: un abbraccio, una carezza, uno sguardo… la parola cattiva dovrebbe cedere il posto ai propositi positivi per vivere una vita insieme. Dovremmo smetterla di giudicare con troppa facilità senza sapere com’è stata la vita degli altri o quali rinunce ha fatto.

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Dalle tue parole, emerge come le parole self-empowerment e autodeterminazione siano state presto presenti nella tua vita.

Purtroppo, non ho potuto studiare perché non ne ho avuto la possibilità. Frequentavo la scuola al mattino e al pomeriggio lavoravo perché dovevo essere già economicamente indipendente perché volevo aiutare in casa e non pesare con le mie esigenze. A 14 anni già lavoravo ma non recrimino niente: sono fiera del mio percorso perché è quello che, con le sue sofferenze, mi ha permesso di essere la donna che sono. Non ho vergogna di raccontarlo, sono altre le cose per cui vergognarsi.

È stato poi facile quando sei diventata agente immobiliare confrontarsi con gli immobili di lusso?

Lusso è una parola che a volte mi sta un po’ indigesta perché ritengo che per chi non ha una casa anche un piccolo immobile è un grande sogno o lusso. Umanamente, sono più contenta quando riesco a portare a termine una trattativa, per esempio, per una coppia di giovani che non ha tanta disponibilità economica, riuscendo a tirare il prezzo fino all’osso: quando capita, vado a letto col cuore pieno, molto più di quando ho venduto altri tipi di case.  Mettendo da parte il compenso per la professionalità che è giusto che venga pagato o riconosciuto, la soddisfazione è quella di aver potuto contribuire nel mio piccolo alla realizzazione di quel sogno che ancora la casa rappresenta anche in questi tempi in cui non c’è quasi certezza alcuna.

Per via dei miei trascorsi familiari, so il peso che una casa può avere o cosa significa rischiare di perdere la casa della madre: non sono nata “servita” ma ho dovuto servire nella vita. Anche servire è un’arte che occorre imparare proprio per relazionarsi con garbo e gentilezza nei confronti degli altri e io l’ho imparata. Non è stato facile guardare avanti ma piangermi addosso o vedere tutto nero non faceva al caso mio: ingoiavo tutte le energie negative perché bene non facevano e provavo ad andare oltre.

E, quindi, sì, il lusso è bello, per carità, ma è altra la bellezza che salverà il mondo, come diceva qualcun altro, e io ne sono convinta. Proprio per questo cerco di lavorare sempre con grande etica e grande passione: il mio obiettivo è ottenere la fiducia del cliente e il consolidamento del nostro rapporto.

I rapporti vanno anche oltre la compravendita o si esauriscono nel momento in cui si firma il contratto?

È questo il bello di molti rapporti. Penso ad esempio alla signora Adele, a cui anni fa ho venduto una casa piccolina a Roma: abita in Toscana, non sono mai stata a casa sua ma ci sentiamo spesso, tanto che presto andrò a trovarla, vuole regalarmi dei bulbi di iris, e mi fermerò da lei a dormire. Ma succede anche il contrario: non con tutti si riesce ad entrare in empatia per cui esistono anche clienti che non vorresti mai più rivedere in vita tua una volta concluso l’affare. Ma il tutto sempre in nome della gentilezza e del garbo.

Nadia Mayer con gli altri due agenti a Roma di Casa a prima vista, Corrado Sassu e Blasco Pulieri.
Nadia Mayer con gli altri due agenti a Roma di Casa a prima vista, Corrado Sassu e Blasco Pulieri.

Vediamo voi agenti di Casa a prima vista battibeccare tra di voi simpaticamente. Ma come sono i vostri rapporti quando le telecamere si spengono? Sentite la competizione?

Gli altri dicono che sono competitiva ma è chiaro come, se si partecipa a un gioco televisivo, in chiunque emerga lo spirito da competizione: si gareggia tutti per vincere. È vero che l’importante è partecipare ma potenzialmente si parte tutti con il mente lo stesso obiettivo, altrimenti starei a casa a seminare il sedano e l’insalata.

Una volta spente le telecamere, però, la competizione cessa di esistere. Corrado, ad esempio, mi è stato di aiuto un paio di volte per risolvere la situazione un po’ ingarbugliata di una mia cliente. Ma è capitato che chiedessi consigli anche a Blasco. L’atmosfera tra di noi è davvero molto friendly.

Come si mantiene la pazienza di fronte ai clienti più inflessibili o esigenti?

Dopo aver cresciuto cinque figli, posso non aver mai incamerato tutta la santa pazienza che serve (ride, ndr)? Tutte le volte in cui andavo al mare e uno andava da una parte, un altro dall’altra e un altro ancora si perdeva, erano due le alternative: o rimanevo calma e serafica o le urla si sarebbero sentite fino al Circeo. Ho preferito la prima. Nei casi più complessi, cerco dunque di mantenere sempre le buone maniere, anche se a volte occorre mordersi la lingua davanti a coloro che hanno la presunzione di insegnarti il tuo lavoro.

Succede ed è estenuante: ecco perché faccio corsi di yoga per rigenerarmi, alternati ultimamente alla salsa. Ho da poco ripreso a frequentare una scuola di ballo e mi piace molto… non mi faccio mancare nulla, come vedi: se fosse per me, una giornata dovrebbe durare 27 ore ma devo anche riposare (ride, ndr).

Casa a prima vista 3: Le foto degli agenti

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Continui anche tu a fare l’agente immobiliare ma Casa a prima vista ha fatto sì che ti confrontassi anche con la popolarità. Che effetto ha sortito su di te?

Sono felicissima ogni volta che mi ferma qualcuno per i complimenti perché sottolineano tutti qualcosa che forse in televisione non emerge molto: mi dicono di essere più carina e disponile quando invece prima mi vedevano più fredda e distaccata. Ancora una volta è l’immagine che si vede a far costruire un giudizio sull’apparenza: fin troppo abituati a vedere scempi in televisione, l’educazione, il garbo e le buone maniera sembrano aliene. Per me, invece, sono centrali: non posso entrare in casa della gente, dove sono presenti bambini e nonni, e pormi in maniera sbagliata, è qualcosa a cui penso molto.

Ha portato benefici alla tua vita l’esperienza televisiva?

Per certi aspetti, sì. Per altri, invece, sto faticando a farmi percepire come sono realmente: tutti pensano che sia irraggiungibile quando in realtà ho sempre condotto una vita da mamma lavoratrice, con tutti i problemi che ciò ha comportato, dal crescere i figli ai problemi legati a come pagare l’affitto di casa… una vita come tutti quanti, segnata da piccoli e grandi dolori, come ad esempio la morte una decina di giorni fa del mio amato cane, andato via dopo 12 anni insieme.

Al lavoro, dopo Casa a prima vista, ti è mai capitato qualche cliente che ha pensato di essere a sua insaputa al centro del programma?

Fortunatamente no. Mi capita di essere riconosciuta più per strada o in altri contesti: qualche giorno fa in palestra, una signora che stava terminando i suoi esercizi ha mollato la lezione per venire fin da me per assicurarsi che non fossi una sua visione. Ha poi voluto continuare ad allenarsi insieme a me… mi commuovo a pensaci perché sono episodi del genere che ti fanno capire che stai lasciando un sapore buono.

Mi gratifica tanto come persona perché credo davvero che occorra ricominciare a guardarci tutti quanti negli occhi, ad avere maggior fiducia nel prossimo e a dire nuovamente “ti voglio bene” perché, da schiavi del tempo, non potremmo sempre farlo: domani potrebbe essere tardi. Riacquistiamo allora la consapevolezza del vivere qui e ora, godiamoci qualsiasi momento che la vita ci dona.

È un pensiero che ho ereditato da mia madre… è stata lei la mia quercia con il suo esempio di forza: ha lottato con le unghie e con i denti per i suoi figli e il suo esempio ha fatto sì che i suoi valori mi si cucissero addosso: fanno parte della mia essenza di donna, di moglie e di mamma. Un’essenza che cerco di portare avanti per dimostrare quanto la donna sia un miracolo vivente e non un oggetto che si può scegliere o, come purtroppo raccontano le cronache, possedere o picchiare.

Come vivono i tuoi figli la popolarità?

Bene. Mi dicono spesso che mi sono ripresa tutto ciò che mi era stata negato. E sono convinta che tutto ciò che mi è capitato sia stato un dono del cielo da parte di mia madre: dopo la nascita dei primi tre figli, avevo messo tutto da parte per dedicarmi a loro ma le forze celesti hanno fatto sì che quelle porte che avevo chiuso si riaprissero, qualcosa che non capita spesso.

I miei figli ne sono contenti ma anche orgogliosi: sanno per come sono fatta che devo dire grazie solo a me e a nessun altro. A dimostrazione che con la propria intelligenza e i propri tempi ce la si può fare, senza cedere ai compromessi. Non l’ho mai fatto e forse per questo quando mi vedo allo specchio mi piaccio e sono sempre più soddisfatta. Ho sempre cercato di attrarre quello che era destinato a me perché credo che prima o poi arrivi e, probabilmente, quello che è successo era qualcosa che mi apparteneva e che in qualche modo doveva tornarmi.

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