Il giovane attore Charlie Plummer interpreta nel film National Anthem un giovane operaio edile che accetta un lavoro con un gruppo di artisti queer di rodeo scoprendo parti di sé precedentemente dormienti. Accattivante film d’esordio del fotografo Luke Gilford, National Anthem è stato presentato al Festival di Toronto e si qualifica come una storia di formazione emozionante e inaspettata in grado di esplorare la gioia del crearsi una famiglia propria, del fare i conti con quella in cui si è nati e dello sperimentare gli alti e bassi del primo amore.
Al suo debutto dietro la macchina da presa, Gilford con il film National Anthem fa prendere vita alla sua seminale collezione di scatti fotografici con lo stesso nome del 2020. Mostrando la bellezza unica dell’universo queer del rodeo americano, il regista restituisce una storia sulla ricerca di se stessi e di un senso di appartenenza anche nel più improbabile dei luoghi.
La trama del film
A 21 anni, il pacato operaio edile Dylan (Charlie Plummer), il protagonista del film National Anthem, è già un capofamiglia. Si prende cura del fratello minore, aiuta a pagare le bollette e cerca di mantenere una parvenza di stabilità mentre la madre alcolizzata (Robyn Lively) vive tutto ciò che le è mancato per essere stata un genitore fin troppo giovane. Accettando però un lavoro temporaneo alla House of Splendor, una comunità di artisti di rodeo queer alla ricerca della propria versione del sogno americano, Dylan trova una nuova famiglia ad accoglierlo e a incoraggiarlo a esplorare parti di sé ancora sconosciute.
Dylan si adatta rapidamente ai ritmi della fattoria, lavora tutto il giorno e costruisce profondi legami di amicizia con gli artisti durante le riunioni al tramonto e i picnic. Rimane anche affascinato da Sky (Eve Lidley), la barrel dancer della comunità fidanzata con Pepe (Rene Rosado), il proprietario del ranch. Il legame appassionato tra i due dà a Dylan la fiducia necessaria per forgiare la propria identità ma minaccia anche di sconvolgere l’equilibrio che l’intera comunità ha conquistato a fatica.
National Anthem: Le foto del film
1 / 3I rodeo queer
Nel film National Anthem, ambientato negli splendidi paesaggi del New Mexico, il fotografo Luke Gilford riscrive i canoni della storia di formazione mostrando il suo genuino affetto per il mondo dei rodeo queer che ha esplorato per la prima volta per un progetto fotografico del 2020 sulla vera International Gay Rodeo Association. Per farlo si affida agli attori Charlie Plummer, la cui performance realistica evoca la tenerezza per un ragazzo che ha dovuto assumersi sulle sue spalle le responsabilità da adulto fin troppo presto, ed Eve Lindley, perfetta nei panni della ballerina gender fluid Sky.
“Il mio primo ricordo del mondo dei rodeo è legato a mio padre”, ha raccontato Gilford. “Vivevamo in Colarado e faceva parte dell’associazione dei cowboy professionisti da rodeo. Ricordo la sua gigantesca fibbia d’argento, i suoi stivali in pelle di serpente e la sua cavalcata. C’era nell’aria come qualcosa di magnetico che restituiva la quintessenza dell’America: per certi versi, era come assistere a una performance drag nel mondo del West”.
“Tuttavia, crescendo, mi sono reso conto di quanto omofobo fosse quel mondo. Di stampo patriarcale, cristiano e bianco, è ostile a tutto ciò che è diverso. Solo all’inizio del 2016 ho scoperto che esiste un’intera sottocultura queer all’interno del circuito del rodeo, conosciuta come International Gay Rodeo Association (IGRA), in cui militano tutti coloro che sono sgraditi al circuito mainstream dei rodeo. L’IGRA permette a uomini, donne e persone transgender di entrare in contatto e prendere parte alle gare ritrovando fiducia in se stessi e offrendo all’uno il sostegno dell’altro”.
“Conoscendo da vicino la comunità che ruota intorno all’IGRA, mi sono sentito accettato e appartenente a un gruppo, provando rispetto e ammirazione per tutti coloro che prendevano attivamente parte ai rodeo. Parlando con loro, mi sono rivisto in loro, nel loro profondo legame con la natura e con la comunità e nelle esperienze di perdita, amore e famiglia. Ed è così che è nata la sceneggiatura del film National Anthem, il cui unico scopo è quello di sovvertire con grazia la nozione di patriottismo e di celebrare la bellezza e la resilienza dei corpi queer”, ha concluso.