L’opera, le sue regole e le sue tradizioni sono tutto ciò con cui nel film Neneh Superstar deve confrontarsi una ragazzina nera. Diretto da Ramzi Ben Sliman con le coreografie di Mehdi Kerkouche, Neneh Superstar arriva con tutta la sua carica di positività e inclusività nei cinema francesi il prossimo 25 gennaio ma la speranza è che per la sua delicatezza venga distribuito anche in Italia.
La trama del film Neneh Superstar
Protagonista del film Neneh Superstar è Neneh (Oumy Bruni Garrel), una dodicenne nera. Nata per ballare, Neneh ha appena iniziato la scuola di balletto dell’Opéra di Parigi. Malgrado il suo entusiasmo, è costretta a raddoppiare i suoi sforzi per migliorare la sua condizione e farsi accettare dalla direttrice, Marianna Balage (Maiwenn Le Besco). Quest’ultima è considerata l’ultima grande portatrice delle tradizioni ma nessuno sa che custodisce anche un segreto che la collega alla piccola ballerina.
“Ho scoperto la danza classica accompagnando mia figlia al Conservatorio prima e poi a vedere dei balletti”, ha commentato il regista Ramzi Ben Sliman. “Neneh Superstar è un film ambientato nel mondo dell’Opéra di Parigi e la scelta non è casuale: chi conosce l’Opéra sa che ci sono certi canoni, soprattutto fisici, da rispettare per essere ammessi. Parliamo di peso, carnagione, forme, linee. Volevo parlare fondamentalmente di ciò e della necessità di continuare a mantenere degli standard. L’ho voluto però fare in maniera ottimista: il mio non è un attacco frontale all’istituzione ma un atto di ammirazione e fascino”.
Aprirsi alla diversità
Il mondo dell’Opéra di Parigi, mostrato dal film Neneh Superstar, è in bilico tra il conservatorismo e l’apertura al mondo di oggi. In qualche modo, il film riflette la necessità delle istituzioni di aprirsi a temi come la diversità e l’inclusione. Qualcosa di complicato per un mondo come quello della danza e del balletto classico che hanno alle spalle una tradizione “bianca”, figlia di una certa uniformità sociale e culturale che usa il corpo come strumento di trasmissione di valori. “Non è un caso che Alexander Neef, attuale direttore dell’Opéra di Parigi, abbia commissionato un rapporto sulla diversità a Pap Ndiaye nel settembre del 2020”, ha ricordato il regista Ramzi Ben Sliman.
La scuola di danza rappresentata nel film, tuttavia, si apre alla diversità accogliendo tra le sue fila Neneh, la cui presenza suscita differenti domande. “Il punto centrale del mio film non è l’apertura a una ragazza nera”, ha aggiunto il regista. “Mostra semmai come tutti percepiscono la novità. Per me, il film è un modo per offrire uno spaccato di microsocietà chiusa da oltre tre secoli che si apre alla diversità. Delle sei persone che compongono il corpo insegnanti solo due si oppongono all’ingresso di Neneh: Alexandre Boucher, ossessionato dalle tradizioni, e Madame Belage”.
“Per me, Neneh Superstar più che sulla danza è un film sociale”, ha voluto aggiungere il coreografo Mehdi Kerkouche. “È un film che parla di (in)pari opportunità, qualcosa che conosco molto bene. Chi viene dalle periferie o è immigrato, fatica non poco a trovare dei corsi di danza che possano formarlo. Ho vissuto e visto molte ingiustizie sia nella società in generale sia nel ballo. Ho provato sulla mia pelle quanto cattivi si possa essere contro coloro che non vengono considerati nella norma. Fortunatamente, nel mondo della danza contemporanea certe barriere non esistono ma so quant’è dura accettare nel mondo reale che non ti venga affittato un appartamento solo perché hai un nome arabo”.
“Tuttavia, qualcosa sta cambiando anche all’Opéra di Parigi”, ha concluso Kerkouche. “Mi hanno chiamato ad esempio per allestire il primo spettacolo post Covid nel novembre 2020. Dovevo creare una coreografia con dieci ballerini che non erano stati scelti da me ma da Aurélie Dupont, la direttrice del Balletto. Mi aspettavo di trovare dieci cloni ma ho scoperto invece di aver davanti dieci corpi totalmente diversi con identità uniche. L’inclusività era entrata all’Opéra!”.