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Nicole Damiani: “Sognavo di far l’attrice per vincere la solitudine” – Intervista esclusiva

nicole damiani l'estate più calda
Nicole Damiani è la protagonista femminile del film Prime Video L’estate più calda, diretto da Matteo Pilati. Si tratta del suo primo ruolo importante da attrice, un lavoro che sognava sin da quando era bambina anche per vincere la solitudine. TheWom.it l’ha incontrata per la sua prima intervista.
Nell'articolo:

Esce il 6 luglio su Prime Video L’estate più calda, opera seconda di Matteo Pilati, in cui la giovanissima Nicole Damiani interpreta Lucia, una ragazza siciliana che finito il liceo trascorre l’ultima estate nella sua terra in attesa di trasferirsi a Roma per iniziare l’università. Quello che Lucia non sa è che quella sarà una delle estati che le cambierà (o forse no) per sempre la vita grazie all’incontro con Nicola, un giovane diacono in procinto di prendere i voti per diventare prete supportato da Gianmarco Saurino.

Per Nicole Damiani, ventiduenne campana, si tratta del primo ruolo importante della sua vita. Ha alle spalle una piccolissima partecipazione nella serie tv di Rai 1 Resta con me e l’esperienza del doppiaggio nel film Disney Red ma L’estate più calda è per Nicole Damiani il primo vero e proprio banco di prova. Eppure, lei il lavoro di attrice, come ci racconta in quest’intervista in esclusiva, lo sogna da sempre, sin da quando era bambina.

Figlia unica, è cresciuta infatti nella solitudine. Timida e introversa, non aveva nessuno con cui giocare né dentro casa, dove travestendosi sognava mille vite diverse, né fuori casa, dove a causa del suo carattere riservato era spesso vittima, senza che ne se rendesse conto, di piccoli atti di bullismo.

Giocando con il titolo del film, forse propria questa è l’estate più calda di Nicole Damiani, chiamata per esigenze di racconto ad aver dovuto imparare un’inflessione dialettale diversa dalla sua e a misurarsi con il peso dell’essere protagonista accanto a nomi come Stefania Sandrelli o Nino Frassica. Il set per lei è stata una palestra in cui affinare tecnica ed emozioni, quelle stesse emozioni che traspaiono dalla sua voce a ogni risposta.

Con i piedi ben saldi per terra, Nicole Damiani non sa ancora cosa ci sarà dopo L’estate più calda. Ma di una cosa è sicura: la determinazione con cui sarà disposta a far sì che il sogno del cinema si trasformi sempre più in concretezza. Convinta di come amare significhi libertà, Nicole Damiani è un po’ come la sua Lucia: indipendente, inclusiva e coraggiosa. Una ragazza della Gen Z in piena regola.

Nicole Damiani (credits: foto Giulia Lucarini.; capelli Cotril Spa; make-up Francesca Giulini; abito
Nicole Damiani (credits: foto Giulia Lucarini.; capelli Cotril Spa; make-up Francesca Giulini; abito Sandro Paris).

Intervista esclusiva a Nicole Damiani

“Ho visto L’estate più calda finito ieri per la prima volta”, mi dice subito Nicole Damiani non appena la sento. Alla sua prima prova da protagonista, è felice ma al tempo stesso non nasconde di essere molto severa con se stessa. “Sono molto autocritica, devo imparare a esserlo meno. Quando mi rivedo, trovo sempre diecimila difetti: sono del segno della Vergine e come tale perfezionista all’inverosimile: dovrei farmi vedere da uno bravo”, scherza.

Pretendi così tanto da te stessa?

Si. Scherzando, dico che sono pazza: mi piace avere il controllo della situazione e per tale motivo aspiro un po’ alla perfezione. È un difetto ma certe volte è anche un pregio: gli altri tendono ad affidarsi a me perché sanno di come io ricordi tutto, persino dove stanno le cose (ne sa qualcosa il mio fidanzato!). Per quanto riguarda L’estate più calda posso dire di essere molto contenta del risultato. Ho avuto una grande responsabilità: Matteo Pilati, il regista, si è fidato di me. E non è da tutti affidare un ruolo da protagonista a una ragazza che, comunque, non ha chissà quale esperienza alle spalle: il suo è stato un gran bel gesto di coraggio!

Ricordi ancora com’è andato il provino?

Matteo mi ha accolta sin da subito con il sorriso, mettendomi a mio agio. Ed è qualcosa che finora non avevo ancora visto fare a nessun altro. Abbiamo letto insieme le scene e mi ha anche spiegato cosa voleva: solitamente, i provini sono molto più veloci perché ci sono tante e diverse persone da vedere, mentre Matteo si è preso tutto il tempo del mondo. Ha così saputo infondermi grande sicurezza: non sempre l’idea che un ha del ruolo corrisponde poi a quello che il regista desidera. Ero già soddisfatta del mio primo provino e poteva anche bastarmi così: ne avrei sempre conservato un bel ricordo.

Ma è ancora più bello dopo il provino portarsi il ruolo a casa.

Già. Tutti sostenevano che il ruolo della protagonista Lucia sarebbe andato a un’altra attrice, per cui ero già partita per il mare. Ricordo ancora quando è arrivata la telefonata per il callback: era il 3 agosto dello scorso anno e mi trovavo in Puglia, a Otranto, un posto in cui vado da sempre e che considero come casa mia. Mi ha chiamata la mia agente per dirmi che il giorno dopo avrei dovuto essere a Roma…

Ed è così che mi sono fatta sei ore di viaggio in treno tra andata e ritorno. Non potrò mai scordare il messaggio il giorno successivo di Giulia Fusaroli, la direttrice del casting, che mi scriveva “Buone nuove”, accompagnato dall’immagine di un palloncino rosso. Ho sentito poi Matteo e la mia agente: finalmente si stava realizzando il mio sogno di attrice e in breve tempo, grazie ai miei amici più cari, l’ha saputo persino tutto il villaggio in cui stavo lavorando come animatrice. In pratica, tutto il villaggio era in festa per me facendomi sentire anche in imbarazzo: non capivo nulla, sorridevo e dicevo solo grazie a tutti.

Un ruolo da protagonista quello di Lucia arrivato quasi dal nulla, come ricordavi.

Avevo preso parte a una puntata della serie tv Resta con me: due minuti di scena che avevano richiesto dieci minuti di lavoro. Neanche il tempo di entrare e assaporare il set che avevo già terminato, anche se la regista (Monica Vullo) mi ha permesso di rimanere al suo fianco per assistere alle riprese di un paio di scene.

Nicole Damiani nel film L'estate più calda.
Nicole Damiani nel film L'estate più calda.

Lucia trascorre l’estate in un campo per ragazzi mentre tu hai alle spalle l’esperienza di animatrice in un villaggio: due attività per certi versi simili. Quanto di te c’è in Lucia?

Lucia, come me, ha un lato gestionale molto preponderante. Gestisce tutto ed è la leader del gruppo di ragazzi, a cui tutti quanti fanno affidamento. Ha anche le chiavi della villa in cui il campo ha luogo ed è la responsabile di tutto quello che accade. Torna in lei quella mia parte relativa al controllo e all’assumersi sulle proprie spalle le responsabilità anche più grandi, anche a casa. Mi sarebbe piaciuto avere un fratello o una sorella ma sono cresciuta come figlia unica e, quindi, tutte le responsabilità a casa sono sempre ricadute sulle mie spalle.

Il colore predominante di Lucia è il rosso. Ma rosso era anche il palloncino che hai ricevuto nel messaggio della direttrice del casting o il titolo del film della Disney, Red, in cui hai fatto la tua prima esperienza di doppiaggio.

Il rosso è un colore molto presente nella mia vita. Mi ricorda tanto la lava del Vesuvio e la passione per la recitazione che mi porto dentro. Lo lego molto a Napoli, la mia città.

Ma per L’estate più calda hai dovuto imparare il siciliano e trasferirti a Marina di Ragusa. Hai trovato differenze tra i campani e i siciliani?

Campani e siciliani sono molto simili: un tempo facevano parte del Regno delle Due Sicilie ed è rimasto un collegamento molto forte. C’è similarità sia nell’animo sia negli atteggiamenti: ho trovato lo stesso calore e mi sono sentita a casa, non ho mai provato la sensazione di essere un’estranea o di trovarmi fuori posto. Porterò sempre nel cuore la Sicilia: rimarrà il luogo dove ho girato il mio primo film da protagonista.

Un po’ come accaduto a Stefania Sandrelli che proprio nelle stesse zone ha girato il suo primo film importante, Divorzio all’italiana: ci siamo ritrovate un giorno a parlarne e mi ha raccontato di quanto fosse molto legata a Marina di Ragusa, a quello che ha significato per la sua vita e alle emozioni che ha riprovato nel tornarci. Tant’è che anch’io vorrò ritornarci un giorno per rivivere le sensazioni provate.

Hai appena citato Stefania Sandrelli. Com’è stato ritrovarsi a recitare accanto a un mostro sacro come lei o come Nino Frassica?

Ancora non realizzo come tutti quanti mi abbiano trattata come se fossi anch’io un’attrice della loro stregua. Li ho sempre considerati miti irraggiungibili e sono onorata per avere avuto il privilegio di condividere il set con loro. È stata comunque una grande responsabilità: l’ansia da prestazione non era normale, era importante per me fare una bella impressione davanti a dei colossi del cinema della loro portata.

Hai imparato qualcosa da loro?

Stefania Sandrelli ha quel suo modo magico di recitare che non riesco a spiegare a parole. Quando recita, emana un’aurea quasi angelica che trasmette a tutti quanti. L’ho osservata molto ma non so se sono riuscita a imparare qualcosa. Per me, stare sul set davanti a loro è stato come studiare e frequentare scuola: ho cercato di apprendere il più possibile.

Alice Angelica e Nicole Damiani nel film L'estate più calda.
Alice Angelica e Nicole Damiani nel film L'estate più calda.

Sia tu sia Alice Angelica, oltre a essere protagoniste, siete esordienti. Vi siete sostenute l’una con l’altra?

Ci siamo trovate molto bene insieme. Alice mi ha aiutata tantissimo con il siciliano, ad esempio. Lei è di Palermo e mi accodavo molto alla musicalità del suo parlato. È stata comunque dura per entrambe: c’erano dei momenti in cui avremmo dato testate sui muri per via di scene per noi abbastanza complicate, come quelle d’amore o di nudo al nostro primo film. Fortunatamente, la grande energia profusa da tutti e la sintonia ci hanno aiutate!

E con Gianmarco?

Personalmente, ho trovato grandissima sintonia anche con Gianmarco Saurino. È stato come un fratello ed è nata una grande amicizia tra noi, gli voglio un mondo di bene e lo considero quasi un mentore: mi ha dato molti consigli e anche nei momenti di pausa mi aiutava con le prove. E in più mi sono sentita molto protetta da lui: non scorderò mai come, dopo la scena di sesso girata insieme, prendeva l’accappatoio da passarmi ancor prima di prendere il suo e alzarsi. Ci siamo supportati molto: più che altro era lui a supportare me. Gianmarco è veramente una persona eccezionale, genuina, buona e umile… e in comune abbiamo entrambi l’esperienza nei villaggi turistici!

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L’estate più calda è fondamentalmente una storia di amore e di amicizia. Cosa sono per Nicole Damiani l’amore e l’amicizia? Che valore hanno nella tua vita?

Ho sempre pensato che l’amore sia importantissimo ma che, però, l’amicizia lo sia di più. In passato, ho sofferto molto a causa dell’amicizia e della solitudine. Da figlia unica, non avevo qualcuno con cui giocare e mi ritrovavo molto spesso a farlo da sola in casa. In più, ero una bambina molto timida e chiusa, introversa: non parlavo quasi con nessuno e a scuola per questo mio modo di essere ho subito anche dei piccoli atti di bullismo. Mentre li vivevo, non me ne rendevo conto ma mia madre mi racconta come spesso sia tornata a casa con le matite e penne che gli altri mi lanciavano contro.

Sono dunque sempre stata alla ricerca dell’amicizia vera e sincera: fortunatamente ho poi trovato amici e amiche che mi tengo stretti. Gli amici aiutano a crescere, a confrontarsi, ad aprirsi e a capire il proprio percorso di vita, parlandosi in maniera molto razionale e sostenendosi. Ed è vero che chi trova un amico trova un tesoro: non ci si sente mai soli e il valore del legame è prezioso, difficile da trovare e per tale ragione da tenere stretto. È bello sentirsi inclusi, accettati ed essere partecipi della vita di qualcun altro.

Penso poi di aver trovato anche l’amore, strano da dirsi a 22 anni. Ho trovato finalmente qualcuno che mi capisce, che mi completa in tutto e che, soprattutto, non si crea problemi con il mio lavoro e non nutre sentimenti di gelosia per quello che può accadere in un set. Sono felice di poter rendere il mio ragazzo partecipe del mio lavoro e di portarlo anche con me.

C’è stato qualcuno che ha provato per “amore” a importi degli aut aut?

La relazione precedente all’attuale non è stata particolarmente felice da questo punto di vista. Sognavo di fare l’attrice ma la persona in questione mi tagliava le gambe sul nascere: “ti lascio, se lo fai”. Era mosso dalla gelosia e non sopportava l’idea di vedermi baciare con un altro che non fosse lui. Ho cercato di fargli capire che per me sarebbe stato semplicemente lavoro ma non ci sono riuscita. In molti dimenticano che amore è anche libertà e non costrizione: ci si deve sentire liberi di far le proprie scelte condividendole con l’altra persona e rendendola partecipe. Se si impongono dei limiti, non è amore.

Cosa facevi quando da bambina ti sentivi molto sola?

Qualcosa che è un po’ collegato al sogno di diventare attrice: quando mi sentivo sola, creavo dei mondi immaginari dentro ai quali indossavo gli abiti con cui facevo danza e lasciavo spazio alla mia fantasia. Immaginavo situazioni e persone, parlavo da sola in camera con gente che in realtà non c’era. Forse è stata proprio questa la spinta che già a tre anni mi faceva dire di voler diventare attrice da grande: la mia realtà era scadente e volevo viverla un’altra. Più crescevo più quel desiderio diventava concreto: a salvarmi dalla solitudine era l’amore di voler far questo mestiere, di voler vivere vite di altre persone mettendoci un po’ della mia.

Lucia ha uno splendido rapporto con i genitori, interpretati da Barbara Tabita e Luca Capuano. Come hanno preso invece i tuoi genitori il tuo desiderio di recitazione?

Con i miei genitori ho sempre avuto un rapporto bellissimo. La madre di Lucia è un medico, professione che svolge mio padre nella vita reale. Come hanno preso il mio desiderio? Uhm, nella mia famiglia sono sempre tutti con i piedi per terra. Papà è cardiochirurgo ed è una persona molto seria e razionale che non crede molto nel mondo della recitazione: “Per far l’attrice, devi essere figlia di un attore”, mi ripeteva. Non mi ha ostacolata però mi ha sempre avvisata di quanto complicata fosse la strada, diciamo che ho lottato un po’ per convincerlo.

Mamma, invece, è una grande sognatrice: è stata lei a iscrivermi a danza quand’ero piccola e a lasciarmi libera di fare quello che volevo, senza mai sentirmi obbligata. “Fai quello che ti rende felice e impegnati per riuscirci”, è sempre stato il suo consiglio. Quindi, mentre mamma mi infondeva energia, papà pensava a riequilibrare il tutto con il suo realismo e la sua concretezza: non posso nemmeno biasimarlo, proviene da una famiglia di medici e professori.

Anche mio nonno era medico: purtroppo, non l’ho mai conosciuto perché è morto a trent’anni, molto prima che io nascessi. Di lui so che era stato in guerra e che, catturato, era finito nei campi di concentramento, da cui si è salvato proprio perché medico. Forse si deve alla scomparsa prematura del nonno il pragmatismo di mio padre, che ha imparato sin da piccolo che “bisogna lavorare” e portare il pane a casa. A 14 anni si è anche trasferito da solo a Napoli dal paesino di campagna in cui viveva per studiare, ha vissuto nei Quartieri Spagnoli e ha imparato a cavarsela al meglio: lo stimo molto.

L'estate più calda: Le foto del film

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Per studiare recitazione, hai anche tu lasciato casa per trasferirti a Roma. È stato facile?

Finito il liceo, a Napoli non avevo molte possibilità: mentre oggi stanno cambiando le cose, allora davanti a me avevo solo piccole scuole o accademie. Ho lavorato tutta l’estate come animatrice per mettermi i soldi da parte per partire ma non è stato facile trasferirsi. Sono arrivata in una città in cui non conoscevo nessuno e non sapevo nemmeno dove andare, chi vedere o cosa fare.

Il mio desiderio era quello di entrare al Centro Sperimentale ma non sapevo che occorreva presentare domanda di ammissione: quando l’ho scoperto, il bando era già scaduto. Ma non mi sono arresa: mentre ancora lavoravo, ho scoperto la scuola di recitazione di Claudio Insegno, che ho poi frequentato e che mi ha permesso di lavorare con dei professionisti, soprattutto del teatro, e di avere degli insegnanti spettacolari. Tra i tanti, mi piace ricordare Marco Simeoli, per tanti anni spalla del mitico Gigi Proietti, ma anche Fabio Ferrari, figlio del grandissimo Paolo: li considero due mentori.

È grazie al lavoro loro e degli altri docenti che ho imparato a cantare e recitare ma anche a far da stunt o a cimentarmi nel doppiaggio: sono stati una grande famiglia in grado di tutelarmi e di non illudermi con la loro spiazzante sincerità.

Il centro estivo in cui Lucia si prodiga non potrebbe essere più che inclusivo. Cosa penserebbe, per assurdo, Nicole se Lucia scappasse per amore con Valentina?

Non potrei che essere d’accordo con la loro scelta: si conoscono da una vita e hanno una chimica assurda. Si capiscono, si ritrovano anche dopo aver litigato e restano comunque unite. L’ho anche spiegato prima: amore è per me libertà.

Come vivi l’uscita del film?

Sto qui con i piedi per terra. Mi auguro di poter continuare a lavorare come attrice: questo è un lavoro di attesa, ho salito il mio primo gradino e spero ce ne siano altri per continuare a costruire la casa che ho in mente. Non do nulla per scontato, anche perché ancora non ho ancora realizzato di aver girato un film da protagonista: forse lo farò nel momento in cui mi arriveranno i commenti e i pareri di chi l’ha visto. Un po’ mi mette agitazione sapere che uscirà in più di 160 Paesi in tutto il mondo ma mi fa anche sorridere l’idea di essere doppiata in messicano o in giapponese!

Da attrice, qual è il tuo sogno più grande?

Sono napoletana e la mia più grande aspirazione, fin troppo grande, è un film diretto da Paolo Sorrentino. Ai miei occhi, rappresenta la mia passione per Napoli, una città di cui sono innamorata e che per troppo tempo è stata raccontata solo in maniera criminale. Oggi la città vive un momento di grande riscatto ma da sempre la considero magica: ogni vicolo o quartiere suscita in me tante emozioni e mi regala molti stimoli.

Ne sono così innamorata che un giorno sarà qui che ritornerò, anche perché non bisogna mai disunirci, tanto per citare Sorrentino e quel capolavoro che è È stata la mano di Dio, un film che mi è rimasto nel cuore e in cui in qualche modo (tolta la tragicità di certi eventi) mi rispecchio.

L’estate più calda è la mia personalissima forma di riscatto. In tanti mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta, che era difficile e impossibile. Fortunatamente, non ho mai dato ascolto a nessuno. Da persona molto sensibile, soffrivo e stavo male ma non mi sono mai arresa: grazie a determinazione e studio (non si smette mai di farlo) mi sono invece ritrovata in un mondo che non conoscevo, quello del cinema. E ho scoperto che attorno a un film ruotano figure e mestieri che prima nemmeno immaginavo. Sul set chiedevo spesso chi fosse quella persona lì e cosa facesse, appuntandomi tutto nelle note dello smartphone. Sono stata molto fortunata!

Nicole Damiani (credits: foto Giulia Lucarini.; capelli Cotril Spa; make-up Francesca Giulini; abito
Nicole Damiani (credits: foto Giulia Lucarini.; capelli Cotril Spa; make-up Francesca Giulini; abito Sandro Paris).
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