Wanted Cinema porta in sala dal 1° maggio il film Niente da perdere. Toccante dramma sociale applaudito al Festival di Cannes 2023 nella sezione Un certain regard, il film Niente da perdere ha per protagonista l’attrice Virginie Efira nei panni di una madre-coraggio orgogliosa e indomabile.
Tutto comincia quando un piccolo incidente domestico scatena conseguenze imprevedibili e si trasforma in un dilemma morale in cui la burocrazia e la macchina amministrativa e giudiziaria si scontrano con l’amore e il sacrificio autentico di una madre single. La vicenda, molto realistica e quotidiana, segue le enormi difficoltà di Sylvie - donna emancipata e madre appassionata (Virginie Efira) - nel crescere da sola due figli, Sofiane e Jean-Jacques, tanto amati quanto problematici.
Essere genitore è un mestiere complesso e Sylvie deve fare i conti con la dura realtà quando una notte, mentre lei non c’è e i figli sono a casa da soli, il piccolo Sofiane si ferisce gravemente. In seguito a una denuncia, Sofiane viene mandato in un istituto. Per Sylvie è l'inizio di un incubo, che farà vacillare il suo equilibrio mentale ma che dovrà affrontare con tutta l'energia di cui è capace una donna ferita nel proprio orgoglio materno. Inizia infatti per lei una lunga e dura battaglia amministrativa e legale per riportare a casa suo figlio e dimostrare la sua capacità genitoriale difronte allo stato e al mondo intero.
Niente da perdere è un film che affronta temi delicati e attuali come la protezione dei bambini e la lotta contro le avversità di fronte a un sistema a volte disumanizzante. Nel cast, anche India Hair, Félix Lefèbvre, Arieh Worthalter e Mathieu Demy. TheWom.it ve ne propone oggi il trailer italiano in esclusiva.
Le zone grigie della società
Delphine Deloget, passata dal documentario alla finzione, descrive il suo primo film, Niente da perdere, come un'evoluzione naturale del suo percorso artistico. La storia esplora temi complessi quali l'identità, le relazioni familiari e le sfide socio-economiche attraverso una narrazione che sfuma i confini tra documentario e finzione, ispirata da autori come Frederick Wiseman e Chris Marker.
L'ispirazione per Niente da perdere nasce dall'interesse di Deloget per le dinamiche familiari in contesti di crisi e come queste si manifestano quando "tutto esplode". La storia centrale si concentra su una famiglia che impara, dolorosamente, a vivere separata a causa di circostanze esterne, come il sistema di assistenza sociale. Il personaggio principale, Sylvie, si trova invischiata in un "ingranaggio kafkiano" a seguito di un incidente, che porta a una spirale di eventi negativi gestiti dal sistema dei servizi sociali. Il film non intende ovviamente criticare il concetto di assistenza, ma piuttosto sottolineare come le procedure e le decisioni possano talvolta portare a conseguenze non intenzionali e dannose.
L'approccio di Deloget al cinema riflette un interesse per le "zone grigie" e gli "angoli morti" della società, dove le storie di persone marginalizzate o in difficoltà possono rivelare profonde verità umane e sociali. Attraverso la sua storia, la regista esplora il concetto di fallimento, sia personale che sistemico, evitando di cadere nella trappola della caricatura o del giudizio morale.
Una protagonista complessa
Protagonista del film Niente da perdere e della sua storia profondamente umana e toccante è l’attrice Virginie Efira. Quando ha letto per la prima volta la sceneggiatura di Niente da perdere, è stata immediatamente colpita dalla qualità dei dialoghi e dalla complessità dei personaggi. Ha apprezzato particolarmente la prospettiva unica e sfumata della regista, Delphine Deloget, che evitava una netta distinzione tra generi cinematografici, creando un'opera che sfuggiva al manicheismo comune in molte narrazioni. Tale incertezza, ambiguità e complessità, era ciò che l’ha attratta, insieme alla rappresentazione realistica delle persone intrappolate in meccanismi più grandi di loro, privi di individualità e vita.
Il film presenta un sistema di servizi sociali con buone intenzioni che, tuttavia, fallisce nel tenere conto delle situazioni individuali, creando una situazione insostenibile per Sylvie, il personaggio di Efira. La sua lotta per liberarsi da questo ingranaggio diventa sempre più disperata per colpa dell’impersonalità e della rigidità dei sistemi.
Efira ha descritto Sylvie come un personaggio complesso, che agisce istintivamente e lotta contro un sistema che si stringe attorno a lei. Attingendo anche alla propria esperienza e intuizione, Efira ha cercato di catturare la giovinezza tormentata di Sylvie e la sua lotta per adattarsi e poi ribellarsi a un ambiente soffocante, ispirandosi anche a Qualcuno volò sul nido del cuculo per il senso di freno e contenimento che il personaggio prova.