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Una sfilata per la libertà femminile nel bel film proposto da Tv2000

non conosci papicha film tv2000
Con l’avvicinarsi dell’8 marzo, Tv2000 propone il film Non conosci Papicha. Ispirandosi alla sua vera storia personale, la regista Mounia Neddour costruisce il racconto di una giovane ragazza che lotta per la libertà delle donne sullo sfondo di un paese che sta cambiando in negativo.

Tv2000 trasmette la sera del 1° marzo in prima visione tv il film Non conosci Papicha, arrivato nelle nostre sale qualche tempo fa grazie a Teodora Film. Basandosi sulle proprie esperienze vissute negli anni Novanta durante la guerra civile algerina, la scrittrice e regista Mounia Meddour pone al centro del film di Tv2000 Non conosci Papicha la diciottenne Nedjma, una giovane donna che usa la sua passione per la moda per esprimere le sue opinioni e la sua vulnerabilità. Nedjma e le sue amiche studiano in una scuola francese in Algeria e devono affrontare il vivere in un sistema conservatore oppressivo che minaccia la loro voce e la loro volontà di espressione.

Meddour introduce il suo pubblico a lotte che potrebbero non aver mai sperimentato prima e esplora temi come il femminismo attraverso i personaggi di grande forza del film. Non conosci Papicha è una storia tragicamente bella che ispira alla resistenza e mostra il potere dell'amicizia, che ci accompagna verso l'8 marzo.

Il potere del cambiamento

Una persona può scatenare il cambiamento, non importa quanto piccolo. Il primo film di Mounia Meddour, Non conosci Papicha, proposto da Tv2000, riguarda una di quelle persone, Nedjma (Lyna Khoudri). Sembra, al principio, come qualsiasi altra frequentatrice di locali notturni ma gestisce un'attività all'interno di quei locali. Lei e un'amica, Wassila (Shirine Boutlla), forniscono alle loro compagne abiti. È un'organizzazione strana, qualcosa che lei e il pubblico ricordano quando deve sgattaiolare di nuovo dentro l'università dove studia francese. Lì, alcuni studenti, come la sua compagna di stanza Samira (Amira Hilda Douaouda), sono leggermente conservatori.

L’Algeria degli anni '90 sta subendo dei cambiamenti: possiamo vedere infatti i manifesti che esortano le donne a indossare l'hijab. L'hijab passa dall'essere un suggerimento a diventare qualcosa che i gruppi fondamentalisti impongono. Ma Nedjma non molla la sua posizione e decide di organizzare una sfilata di moda e diventare una vera stilista.  Per proporre i suoi abiti, si trasformerà nel simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà.

“Ho studiato in Algeria in un campus molto simile a quello del film e nella stessa epoca”, ha spiegato la regista Mounia Meddour. “A metà del cosiddetto “decennio nero” la mia famiglia ha deciso di lasciare il paese, anche perché mio padre, anche lui regista, aveva ricevuto diverse minacce come molti altri intellettuali. Il campus è un microcosmo che ruota attorno a Nedjma e alla sua storia di resistenza, ed è lei che ci accompagna in questo viaggio irto di insidie che svela le diverse facce della società algerina, ma che parla anche di sorellanza, di amicizia e di amore”.

La passione per la moda di Nedjma (soprannominata Papicha, ossia una giovane ragazza attraente e indipendente) è il simbolo della battaglia contro il fondamentalismo islamico, del desiderio di valorizzare il corpo femminile anziché nasconderlo. “Mi affascinava l’idea che per la sfilata finale Nedjma decidesse di disegnare degli haïk, le vesti bianche tradizionali algerine, molto semplici e economiche, che rappresentano alla perfezione un’idea di purezza e eleganza”.

Il poster italiano del film Non conosci Papicha.
Il poster italiano del film Non conosci Papicha.

Il contesto storico

Per comprendere a pieno l’importanza della sfilata di Nedjma, la protagonista del film trasmesso da Tv2000 Non conosci Papicha, occorre fare riferimento al contesto storico in cui è immersa.

Con Guerra civile algerina, o “decennio nero”, si intende il conflitto sorto tra il governo algerino e vari gruppi islamisti armati a partire dal 1991, un conflitto durante il quale sono state uccise oltre 150.000 persone, senza dimenticare le migliaia di esiliati e circa un milione di sfollati.

Le origini degli scontri risalgono alla crisi economica della fine degli anni ’80, legata al crollo del prezzo del petrolio, quando si moltiplicarono le manifestazioni in piazza per chiedere più democrazia e migliori condizioni di vita. Il partito unico allora al governo indisse le elezioni aprendo alla competizione elettorale con nuove formazioni politiche, tra cui il Fronte Islamico della Salvezza (FIS): dopo aver vinto le elezioni amministrative nel 1990, il FIS si apprestava a sorpresa a vincere le politiche, con l’obiettivo di trasformare l’Algeria un regime islamico.

La conseguenza fu la cancellazione delle elezioni e il colpo di stato di una giunta militare, che mise il FIS fuori legge: dalle sue ceneri nacquero il Movimento Islamico Armato (MIA) e il più radicale Gruppo Islamico Armato (GIA).

I due gruppi iniziarono una stagione di terrore tra i civili con omicidi, rapimenti e violenze che cambiarono in profondità la società algerina e che raggiunsero il picco nel 1997, quando il GIA arrivò a sterminare interi villaggi. La fine del conflitto e la stabilizzazione del paese giunsero solo nel 1999 con l’elezione di Abdelaziz Bouteflika e l’amnistia per molti terroristi del GIA, così come per i militari che avevano risposto alla violenza con ulteriore violenza. Bouteflika è rimasto in carica fino al 2019, quando il profondo scontento popolare e l’abbandono dell’appoggio dell'esercito lo hanno spinto infine a dimettersi.

Non conosci Papicha: Le foto del film

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