Dario Argento, il maestro dell’horror amato in tutto il mondo, è tornato alla regia dopo una pausa di dieci anni grazie a Occhiali neri, il film che, trasmesso da Rai 4 il 25 ottobre in prima serata, mescola le atmosfere del giallo dei suoi primi lavori con il suo leggendario tocco horror, unendovi una dose di sana e acuta ironia.
Occhiali neri è una corsa a capofitto tra la città e la campagna, che esplora il conflitto sociale tra i quartieri ricchi e la cosiddetta Chinatown di Roma. Lo sguardo del maestro trasforma l’incubo in pura geometria e la guerra di classe in quella sorta di architettura metafisica che ricorda Michelangelo Antonioni.
La sceneggiatura è firmata dallo stesso Dario Argento con Franco Ferrini mentre le musiche sono di Arnaud Rebotini. Immancabile sono poi gli special make up, prostetici e animatronici firmati Sergio Stivaletti Studio. Ilenia Pastorelli ne è la protagonista, affiancata da Asia Argento e dal piccolo Xinyu Zhang.
Di cosa parla Occhiali neri
Ma cosa racconta Occhiali neri, il film di Dario Argento in prima tv su Rai 4? Questa è la trama ufficiale:
"Roma. L’eclissi oscura il Sole in una torrida giornata d’estate. È il presagio del buio che avvolge Diana quando un serial killer la sceglie come preda. La giovane escort, per sfuggire al suo aggressore, va a schiantarsi contro una macchina, perdendo la vista. Dallo choc Diana riemerge decisa a combattere per la sua sopravvivenza, ma non è più sola. A difenderla e a vedere per lei adesso ci sono Nerea, il suo cane lupo tedesco e il piccolo Chin, sopravvissuto all’incidente.
Il bambino cinese con i suoi grandi occhi, la voce dolce dall’accento straniero, il carattere di un ometto indipendente e indifeso allo stesso tempo, la accompagnerà nella fuga. Ossessionati dal sangue che li circonda, saranno uniti dalla paura e dalla disperata ricerca di una via di scampo, perché l’assassino non vuole rinunciare alle sue prede. Chi si salverà?"
La parola a Dario Argento
A spiegare la genesi di Occhiali neri, film trasmesso da Rai 4, è lo stesso regista Dario Argento. "Occhiali neri è un film che ho immaginato alcuni anni fa senza poterlo realizzare, ma a cui non ho mai smesso di pensare. La difficoltà era legata al mercato che ricercava storie violente e senza senso, mentre io vivevo finalmente una fase di riconciliazione con i miei incubi e avevo deciso di spalancare la porta del terrore e oltrepassarla. Infatti, Occhiali neri rappresenta per me il punto di arrivo di un percorso inciso nel mio destino di autore suggestionato fin da bambino dai racconti di Edgar Allan Poe. Adesso che i tempi sono cambiati non voglio tradire l’essenza della storia così come lo stile che la deve interpretare".
- L'eclissi solare come fulcro
"Il fulcro di tutto è l’eclissi solare che apre il film sovrapponendo la luce accecante del giorno alle ombre create per terra dalla gente che guarda. Le ombre poi, si trasformano a poco a poco quando il sole viene oscurato e dal colore giallo si passa al blu notte. È un presagio che anticipa la cecità che investirà Diana la protagonista. La cecità è un tema che ho già visitato, mi affascina l’idea (quando giro) di comunicare quella sensazione di fragilità e panico che domina il cuore pulsante del personaggio".
- La bellezza di Ilenia Pastorelli
"Sono stato conquistato dalla bellezza di Ilenia Pastorelli, ma anche dalla fragilità del suo aspetto che esiste in netto contrasto con la potenza del suo sguardo - uno sguardo che cambierà quando dovrà indossare gli occhiali neri del film. Ho raccontato, alternando primi piani a intensi campi lunghi, la sequenza di omicidi che senza pietà, come un elemento necessario, conducono alla catarsi finale".
- Attenzione ai dettagli
"Ho riproposto un’accurata attenzione ai dettagli, strumento utile per restituire una visione “altra” della realtà osservata e per andare sempre oltre la superficie delle cose. E con l’utilizzo della soggettiva, ho amplificato l’angoscia dei personaggi per rendere la paura palpabile".
- La musica protagonista
"Ci sono pochi dialoghi, ma sostenuti da una potente colonna sonora creata da Arnaud Rebotini per sottolineare l’inquietante atmosfera che lascia aleggiare la minaccia di un killer ridotto ad una forma indefinita e fantasmagorica. Vedo la musica protagonista al pari della performance degli attori, un’istanza narrativa che rende la storia di questa fuga più tangibile".
- La fotografia
"Per quanto riguarda la fotografia: dall’esterno all’interno, dalla luce al buio ho crediti non contrattuali sottolineato la claustrofobia che percepisce Diana in tutti i modi nonostante gli spazi aperti e isolati. Ho mostrato la campagna, il bosco, il fiume e la notte non meno ostili del mostro che la perseguita. Voglio far sentire allo spettatore il vento, e così tutti i rumori e i suoni amplificati e riverberati".
Occhiali neri: Le foto
1 / 21- I personaggi
"Parlando dei personaggi principali mi pongo, come sempre in ogni mio film, la domanda: Chi sono e come si muovono? In questo caso sono due persone speciali. Lei adulta e cieca, lui bambino troppo giovane per cavarsela da solo. Inoltre due diverse culture: lei italiana, il bambino cinese. Questo binomio è il motore di Occhiali neri, l’asse su cui ruota la vicenda principale.
Nel film ho raccontato la vita notturna attraverso il contrasto di colori accesi come il rosso e il giallo e freddi come l’azzurro e il grigio. Il ritmo e il tono del film vanno di pari passo con la tensione e la suspense.
Occhiali neri (film che Rai 4 propone in prima visione assoluta, ndr) è quello che deve essere e cioè un giallo all’italiana molto intenso, dove però è presente un elemento nuovo rispetto ai miei film precedenti, e cioè il sentimento e la tenerezza".