Pilar Fogliati è la protagonista della serie tv Netflix Odio il Natale, disponibile dal 7 dicembre. Interpreta Gianna, una giovane infermiera che si ritrova poco prima del Natale a cercare l’amore… o, molto più semplicemente, un partner che possa accompagnarla alla cena di Natale con tutta la famiglia.
Diretta dai CRIC (Davide Mardegna e Clemente De Muro), la serie tv Netflix Odio il Natale è stata scritta da Elena Bucaccio, Viola Rispoli e Silvia Leuzzi. Prodotta da Lux Vide (società del gruppo Fremantle), Odio il Natale è l’adattamento della serie tv norvegese, sempre targata Netflix, Natale con uno sconosciuto.
Accanto a Pilar Fogliati, recitano Beatrice Arnera (Titti) e Cecilia Bertozzi (Caterina), che interpretano le sue migliori amiche, e Fiorenza Pieri (Margherita), che interpreta la sorella. Massimo Rigo e Sabrina Paravicini sono Pietro e Marta, i genitori di Gianna, mentre Marzia Ubaldi interpreta Matilde, l’anziana paziente dell’ospedale con cui la protagonista si confida. A far parte del cast anche Nicolas Maupas (Davide), Marco Rossetti (Carlo), Alessio Praticò (Mario), Marcos Vinicius Piacentini (Thomas), Glen Blackhall (Umberto), Alan Cappelli Goetz (Diego), Gabriele Falsetta (Patrizio) e Simonetta Solder (caposala).
La trama della serie tv Netflix Odio il Natale
Odio il Natale, la nuova serie tv italiana targata Netflix, non parla solo esclusivamente del Natale e dello spirito natalizio, qualcosa che come tutti quanti quasi per comandamento siamo costretti a ritrovare manco fossimo degli Scrooge del Terzo Millennio.
Odio il Natale parla essenzialmente di amore, declinato in tutto le sue sfumature. Gianna, la protagonista, è una di noi: vive in un appartamento con l’amica Titti, ha un lavoro da infermiera che svolge con amorevole dedizione, appartiene a una famiglia più o meno disfunzionale ed esce con la sorella e le amiche. Una vita normale, diremmo, se non fosse per un piccolo particolare: non riesce a dimenticare del tutto l’ex fidanzato Francesco, nonostante questi si sia sposato (con un’altra, ovviamente) e sia diventato padre.
Da quando ha rotto con Francesco, Gianna non è stata più con nessun altro. Nessuna relazione sentimentale e nessuna notte di fuoco. Non rappresenterebbe un problema se a scandire il suo calendario non sarebbe la classica cena di Natale in famiglia. Sa già che chiunque le chiederà a che punto è della sua vita e, soprattutto, dov’è la sua dolce metà. Per evitare l’interrogatorio da Gestapo, Gianna ha una sola via d’uscita: presentarsi accompagnata alla cena. Facile a pensarci ma difficile a concretizzarsi quando ha solo 24 giorni di tempo per cercare tra i ponti di Chioggia e le calli di Venezia il suo cavaliere.
Hanno così inizio per lei 24 lunghissimi giorni, un calendario dell’avvento tutto suo, durante i quali vivrà appuntamenti al buio (non sempre felici ma anche non sempre disastrosi), notti di folle sesso, pianti con le amiche, presepi da portare a termine e segreti e bugie con cui fare i conti. Alla fine, in quello splendido casino che è la vita, Gianna scoprirà che la peggior nemica di se stessa è proprio lei e non il Natale che, dritta in camera, ha dichiarato di odiare.
Chi non odia il Natale?
Alzi tra di voi la mano chi almeno una volta nella vita non ha dichiarato di odiare il Natale? Nessuno. Tutti quanti abbiamo vissuto quelle affollate cene di famiglia in cui, da un momento all’altro, ci siamo ritrovati al centro dell’attenzione. Le domande, in una società paternalistica che ci vuole a tutti i costi realizzati su tutti i fronti, sono le più disparate: ti sei laureato? Lavori? Quando fai un figlio? Quando ti sposi?
Ed è su quest’ultima che spesso cala un silenzio più gelido della coltre di neve che ricopre la Groenlandia. L’impressione è che siano tutti lì, dall’alto del loro scranno, a cercare il difetto, a puntar la pistola e a spararti. Ma sì, perché in fondo le cene di Natale sono una roulette russa: prima o poi, arriverà il momento della rottura di palle che trasforma la festa in una messa all’indice. Mentre Gesù Bambino si appresta a venir al mondo (non senza troppa convinzione a giudicare da quanto avviene nella serie tv Netflix Odio il Natale), noi rimpiangiamo quasi il momento in cui abbiamo detto sì alla cena.
Ma non era meglio un turno di Natale improvviso al lavoro, una sessione di duri allenamenti in palestra o lo studio della Torah in antico aramaico con note in persiano? Ecco perché, senza andare troppo a fondo, siamo tutt* Gianna, la protagonista di Odio il Natale. Solo che a lei, alla fine, va anche di c*lo: scopre che l’amore è dappertutto, basta solo aprire gli occhi e accettare la vita per quello che è.
Fosse veramente così, aggiungiamo noi. Ci speriamo, però. Ecco perché Odio il Natale, la serie tv Netflix, è una favola ben congegnata, un meccanismo a orologeria per farci sentire meglio di fronte al giudizio altrui e farci pensare che sì, la vita è una cosa meravigliosa perché è fatta di amore. Anche quando un amore tutto tuo non ce l’hai e passi le giornate d’inverno a bere una tisana al tarassaco sotto a un plaid sul divano, con i capelli arruffati e le calze di lana della nonna, il maglione infeltrito con le renne che Bridget Jones scansati e in sottofondo l’immancabile canto natalizio del piccolo coro dell’Antoniano.