Netflix mette a disposizione dal 17 settembre il film Organ Trail, diretto da Michael Patrick Jann. Sceneggiato da Meg Turner, racconta la storia della giovane Abigale Archer che, nell’inverno del 1870, combatte da sola nel Montana per la sua sopravvivenza e per recuperare il suo ultimo bene (un cavallo di famiglia) da una banda di banditi assetati di sangue.
Tipico western in cui scorre il sangue, il film Netflix Organ Trail è interpretato dagli attori Zoé De Grand Maison, Nicholas Logan, Mather Zickel e Olivia Applegate, con Clé Bennett, Sam Trammell, e Jessica Frances Dukes.
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La trama del film
Il film Netflix Organ Trail comincia nel momento in cui la famiglia composta da Abby (Zoé De Grand Maison), suo padre (Mather Zickel), sua madre (Lisa LoCicero) e suo fratello (Lukas Jann) si imbattono nel Montana di fine Ottocento in quelli che sono i resti di un massacro. C’è però un’unica sopravvissuta, una giovane donna di nome Cassidy (Olivia Grace Applegate), che portano nel loro accampamento.
Quella stessa notte i responsabili del massacro, una banda di fuorilegge guidata da Logan (Sam Trammell) e composta da Brody (Michael Abbott Jr.), Felic (Alejandro Akara) e Rhys (Nicholas Logan) fa ritorno. I malviventi uccidono tutti quanti, a eccezione di Abby e Cassidy, che vengono fatte prigioniere. Ed è in questo momento che comincia una storia di fuga e sopravvivenza che per Abby si trasforma anche nel tentativo di salvare l’unico componente ancora in vita della sua famiglia: un cavallo. Le lotte che vivrà, con l’aiuto di un rancher locale (Clé Bennett) la spingeranno a diventare spietata come il mondo in cui si è ritrovata a vivere.
Il film Netflix Organ Trail esplora la sottile linea che divide la sopravvivenza dalla morte in un tempo, come il 1870, in cui sopravvivere significa spesso uccidere qualcosa o qualcun altro.
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Un perfetto western revenge
Spoglio, brutale e sanguinoso, il film Netflix Organ Trail è un western tipico mosso dal desiderio di vendetta della protagonista Abby, pronta a tutto per il suo cavallo. Scritto come un meccanismo a orologeria, è consigliato a tutti coloro che amano vedere storie oscure e complesse sul mito della frontiera con al centro una donna chiamata a confrontarsi con un universo dominato dagli uomini e dal sangue.
Al di là di un cast azzeccato (talvolta anche per personaggi stereotipati), uno degli aspetti migliori e più belli del lungometraggio è la fotografia curata da Joe Kessler, in grado di amplificare e sfruttare al meglio gli esterni girati nelle bellissime montagne del Montana. Le immagini restituiscono perfettamente la sensazione che si prova nel ritrovarsi soli in mezzo al nulla, in un posto in cui i pericoli non risiedono solo negli uomini che inseguono Abby ma anche nell’ambiente freddo, ostile, impenitente e mortale in cui la storia di svolge.
Un altro aspetto che rende Organ Trail un western da guardare è dato dal modo in cui sono dipinti i cattivi. Mentre gran parte della banda di criminali è lì per alleggerire situazioni altrimenti pesanti, Sam Trammell e Nicholas Logan con i loro personaggi si elevano dal gruppo e restituiscono due villain difficili da dimenticare. Sebbene Trammell sia l’antagonista principale, sono l’efferatezza, la natura terrificante e la sete di sangue di Rhys, il criminale supportato da Logan, a rimanere impressi nella mente. A dimostrazione che il West non era La casa nella prateria.
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