Padre Pio è il film che Abel Ferrara presenta alle Giornate degli Autori, sezione parallela del Festival di Venezia. Come già suggerisce il titolo, è incentrato sulla figura del frate di Pietrelcina, proclamato santo qualche tempo fa. Protagonista ne è l’attore Shia LaBeaouf. La storia ci porta tra le montagne del Gargano, in Puglia, subito dopo la Prima guerra mondiale. Le tensioni sociali sono alle stelle. Motivo per cui la storia del frate e delle sue stigmate coincidono con un evento apocalittico. Un evento che cambierà per sempre il resto della storia contemporanea mondiale.
Scritto da Abel Ferrara con Maurizio Braucci, Padre Pio è un film che conta su molti talenti italiani: dalla costumista Antonella Cannarozzi al direttore della fotografia Alessandro Abate, passando per lo scenografo Tommaso Ortino. Nutrita è anche la presenta di attori nostrani nel cast artistico. Marco Leonardi, Cristina Chiriac, Asia Argento (con un personaggio maschile), Salvatore Ruocco, Vincenzo Crea, Luca Lionello e Brando Pacitto, solo per citarne alcuni. Alla lavorazione, hanno inoltre preso parte anche i veri frati cappuccini di San Giovanni Rotondo.
Il ritratto di un uomo
Padre Pio, il film di Abel Ferrara, ci porta nel sud dell’Italia. È la fine della Prima Guerra Mondiale. I giovani soldati italiani tornano a San Giovanni Rotondo. Quella è una terra povera, violenta, sulla quale la chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitano un dominio incontrastato. Le famiglie sono disperate, gli uomini, seppur vittoriosi, appaiono distrutti. Arriva anche Padre Pio, in uno sperduto convento di cappuccini, per iniziare il suo ministero, evocando un’aura carismatica, con la santità e con le visioni epiche di Gesù, di Maria e del Diavolo. La vigilia delle prime elezioni libere in Italia fa da premessa a un massacro reale e metaforico, un evento apocalittico che cambierà il corso della storia.
“Padre Pio non è un film sui miracoli”, ha precisato Abel Ferrara alla vigilia del Festival di Venezia. “Bensì su un uomo, Francesco Forgione nato a Pietrelcina, un paesino agricolo alle porte di Napoli. Un visionario fin dall’infanzia, un giovane inquieto e dubbioso che lotta per trovare la sua vocazione e il suo posto agli occhi del suo Signore. Ed è un film sul suo arrivo a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano, un luogo di povertà, malattie, disordini politici, lontano da Dio. Nell’assistenza ai poveri dopo la devastazione della prima guerra industriale, trova la sua vocazione. Nel servire, nell’amore, nell’empatia, nei santi sacramenti, nell’ascolto della confessione, nella celebrazione della messa, cioè in tutto quello che si oppone alle forze demoniache di quell’autunno del 1920”.
Due eventi che si intrecciano
Che Padre Pio, il nuovo film di Abel Ferrara presentato a Venezia, non sia un film biografico come quelli a cui ci hanno abituati anni di santini televisivi è chiaro sin dal trailer. Così com’è chiaro che Shia Labeouf era l’attore adatto a interpretare il ruolo del nostro santo. Sin da subito, Labeouf si è calato nei panni del personaggio. E ha manifestato il desiderio di trascorrere qualche notte nello stesso convento di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Ha finito così per dormire anche su uno dei letti del frate con le stigmate.
Consigliato a Ferrara da Willem Dafoe, Labeouf interpreta Padre Pio in un momento particolare della sua vita: arrivato a San Giovanni Rotondo da Foggia, comincia ad avere prima visioni e subito dopo riceve le stimmate che lo avrebbero accompagnato per i successivi cinquant’anni della sua vita. A tali episodi “miracolosi” però si susseguono due fatti di grave importanza, uno che interessa privatamente il santo e uno che riguarda le sorti del mondo intero.
A Padre Pio si interessano i medici, curiosi di capire se sono di fronte a un millantatore, e la Chiesa fa partire un’indagine sui fenomeni che lo riguardano. Contemporaneamente, in Italia, si svolgono le prime elezioni libere, che vedono contrapporsi socialisti e fascisti. A San Giovanni Rotondo hanno la meglio i primi ma il 14 ottobre 1920 all’insediamento in municipio si sussegue una delle rivolte più sanguinose della cittadina. Un corteo popolare percorre le vie per accompagnare gli amministratori socialisti ma davanti alle porte del municipio il corteo viene fermato dai carabinieri. Il resto è storia: 14 morti e 85 feriti.
“Ho avuto il piacere di vedere Padre Pio, il film di Abel Ferrara presentato a Venezia, in anteprima”, ha dichiarato frate Pio Murat, consigliere generale dell’Ordine dei Cappuccini. “Si tratta di una libera interpretazione dei primi anni di Padre Pio a San Giovanni Rotondo. E presenta due storie: quella di Padre Pio e il progredire del suo cammino spirituale e quella degli abitanti di San Giovanni Rotondo. Il ritratto di Padre Pio è il più fedele possibile agli scritti e alla vita del più famoso dei fratelli cappuccini: la sua vita interiore e le tentazioni diaboliche sono raccontate con fedele precisione, discrezione e delicatezza. Alla fine, le stigmate sono collegate all’ingiusto massacro della gente, mostrando così la comunione – nella sofferenza – tra l’uomo di Dio e la gente”.
Padre Pio: Le foto del film
1 / 7La clip in anteprima
TheWom.it vi mostra oggi una clip di Padre Pio, il film che Abel Ferrara porterà a Venezia. Vediamo Shia Labeouf confrontarsi con Asia Argento, per uno dei faccia a faccia più drammatici della storia. “E Asia Argento è straordinaria”, ha evidenziato il regista Mario Martone, dopo aver visto il film.