Netflix propone dal 27 ottobre il film Pain Hustlers – Il business del dolore, un dramma diretto da David Yates. Basato su un libro di Evan Hughes, vede gli attori Emily Blunt e Chris Evans interpretare due rappresentanti farmaceutici che aiutano inconsapevolmente a dare il via all’epidemia di oppioidi con la loro ricerca del successo economico.
La trama del film
Basato sulla cronaca degli effetti del capitalismo impazzito, raccontati nel 2022 dal giornalista Evan Hughes nel suo libro di saggistica The Hard Sell, il film Netflix Pain Hustlers – Il business del dolore affascina per il modo in cui il successo generi eccitazione, qualunque siano i mezzi a cui si ricorre per raggiungerlo.
Liza Drake (Emily Blunt) è una madre single che lavora come ballerina in un locale quando incontra Peter Brenner (Chris Evans), un informatore medico scientifico alle dipendenze di una startup farmaceutica sull’orlo della bancarotta. Intravedendo in lei del talento, Peter decide di reclutare Liza per la vendita di un nuovo tipo di oppioide progettato per dare sollievo ai malati di cancro.
Completamente fuori dalla sua comfort zone, Liza fatica non poco prima di convincere un medico a favorire il farmaco della sua azienda, rompendo ogni codice deontologico e inaugurando un nuovo modo di fare (senza scrupolo alcuno) che porti altri dottori a seguire l’esempio del prima. Così facendo, Liza lascia rapidamente il segno e forma una propria squadra di collaboratori che applica il suo schema in tutti gli Stati Uniti.
Ciò porta l’azienda e la vita di Liza a risultati e altezza inimmaginabili. Tuttavia, arriva il momento in cui Liza si rende conto del danno che sta provocando. Ciò complica anche la sua relazione con Brenner, che ha iniziato a vederla come qualcosa in più di una semplice rappresentante.
Per tutto il film Netflix Pain Hustlers – Il business del dolore non si può non fare il tifo per Liza mentre tenta di offrire una vita stabile alla figlia e aiutare la madre (Catherine O’Hara), dimenticando come in realtà stia aiutando a favorire l’insorgere della cosiddetta crisi degli oppioidi. E tutto ciò grazie all’attrice Emily Blunt, in grado di dar vita a una performance compassionevole nei panni di una donna che, volando fin troppo vicino al sole, finisce con il distruggere la vita delle persone.
Pain Hustlers - Il business del dolore: Le foto del film
1 / 16La crisi degli oppioidi
Dopo la serie tv Painkiller, Netflix torna a occuparsi della crisi degli oppioidi con il film Pain Hustlers – Il business del dolore. Negli Stati Uniti, la crisi degli oppioidi divenne un problema di salute pubblica di proporzioni allarmanti all’inizio nei primi anni del 2000 crescendo di intensità nel corso degli anni per via di diversi fattori (crescente abuso di farmaci oppioidi prescritti, l'uso diffuso di eroina e l'arrivo sul mercato di sostanze ancora più potenti come il fentanil).
Nei decenni precedenti alla crisi, ci fu un aumento significativo delle prescrizioni di farmaci oppioidi per il trattamento del dolore cronico. Questo contribuì all'accumulo di pillole di oppioidi in circolazione e aumentò il rischio di abuso e dipendenza.
L'industria farmaceutica promosse farmaci come l'OxyContin (ossicodone a rilascio prolungato) come trattamenti efficaci per il dolore cronico, con la percezione che fossero meno propensi a causare dipendenza. Tuttavia, si scoprì dopo che molti di questi farmaci erano altrettanto suscettibili di causare dipendenza e abuso.
Uno dei risultati più drammatici della crisi fu l'aumento delle morti per overdose. Le persone che abusano di oppioidi possono infatti sviluppare una bassa tolleranza agli effetti depressivi del sistema respiratorio degli oppioidi, aumentando il rischio di overdose accidentali.
Si misero allora in atto diverse misure per affrontare la crisi. Queste includevano restrizioni più rigorose sulla prescrizione di oppioidi, promozione di terapie alternative per il dolore, miglioramento dell'accesso a trattamenti per la dipendenza, distribuzione di naloxone (un antidoto per le overdose da oppioidi) alle forze dell'ordine e al pubblico, nonché azioni legali contro alcune aziende farmaceutiche per la loro promozione ingannevole dei farmaci.