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Persona non grata: una storia di coraggio contro gli abusi sessuali nello sport

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Il film Persona non grata si ispira alla vera storia di Nicola Spieß Werdenigg, ex sciatrice della nazionale austriaca che nel 2017 denunciò gli abusi sessuali subita da adolescente nei ritiri sportivi, dando il via al #MeToo austriaco.
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Albolina porta al cinema dal 25 luglio Persona non grata, il film diretto dal regista Antonin Svoboda che si basa sulla vera storia dell’ex sciatrice della nazionale austriaca Nicola Spieß Werdenigg che ha scosso l’establishment internazionale.

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Il film Persona non grata prende il via quando Andrea (Gerti Drassl), celebre sciatrice negli anni '80, rimane improvvisamente vedova e nel subire un’aggressione a sfondo sessuale da parte di un vicino di casa decide di portare a conoscenza di tutti gli abusi subiti nella squadra nazionale di sci quando era soltanto una adolescente. Costretta all’epoca a tacere, sa che è arrivato il momento di rendere pubblica la sua storia e quella di tante altre ragazze ribellandosi all’omertà della federazione stessa.

Gli Abusi sistemici

Andrea, la protagonista del film Persona non grata, era la più giovane partecipante della squadra olimpica austriaca all'età di 17 anni. Un quarto posto e la perdita di una medaglia sembravano essere solo l'inizio di una carriera promettente. Ma il sogno di Andrea finì bruscamente, i motivi rimasero nebulosi e lasciarono un mistero nel mondo dello sport.

Anni dopo, Andrea deve dire addio al suo amato marito e padre di sua figlia Sara. Profondamente colpita dalla perdita, subisce un'aggressione sessuale da parte di un conoscente durante il servizio funebre nel suo appartamento. L’evento riapre vecchie ferite e fa confrontare Andrea con i traumi di un passato irrisolto. Afflitta dalla solitudine e dai tormenti, Andrea lotta anche contro la resistenza di chi la circonda per rivelare la verità sulla brusca fine della sua carriera. La sua ex collega di sci Verena, ora portavoce dell'associazione sciistica, si rivela essere un'accanita avversaria nel difendere un vecchio sistema oramai indifendibile alla luce anche del movimento #MeToo.

Ma non solo. Andrea deve affrontare anche il rifiuto della sua famiglia. Sua figlia Sara proviene da una famiglia di sciatori tradizionali che da generazioni vince medaglie per la nazione. Anche durante il periodo nazista la famiglia sfruttò i propri successi sportivi per evitare la deportazione. La nonna di Sara, figura centrale della storia, rifiuta di riconoscere i capitoli oscuri del passato ed entra in conflitto con la nipote.

Sara, che lavora nell'hotel sportivo di lusso di sua nonna in Tirolo, rimane incinta involontariamente. Comincia così a mettere in discussione le storie di sua nonna e scopre indizi che la rendono un'alleata di sua madre. Insieme si trasferiscono dal Tirolo a Vienna. Qui, Andrea decide di rompere il silenzio. In un'intervista a un giornale racconta la sua storia di abusi sessuali nelle stazioni sciistiche da adolescente, scatenando la prima ondata #MeToo in Austria.

Il poster del film Persona non grata.
Il poster del film Persona non grata.

La denuncia

Il loro passo coraggioso si trasforma pian piano in una valanga mediatica che mette sotto i riflettori i sistemi di potere nello sport. Il tentativo di Andrea di liberarsi nel film Persona non grata incontra, tuttavia, un'aspra resistenza. Una campagna di diffamazione mediatica cerca di screditarla e solo il sostegno della figlia e le ricerche di un giornalista al quale si è confidata l’aiutano.

Ben presto, però, le sue azioni coraggiose hanno conseguenze di vasta portata. Uomini e donne nello sport riportano esperienze simili di abuso, e c’è un cambiamento di paradigma nel modo in cui l’abuso di potere e le molestie sessuali vengono affrontate nello sport. Nonostante le resistenze e i dolorosi confronti con il passato, Andrea dimostra una volontà e una forza incontenibili, ispirando gli altri ad alzare la voce e a lottare contro l'ingiustizia.

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Persona non grata: Le foto del film

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La vera storia

Antonin Svoboda racconta, ispirato dalla storia di Nicola Werdenigg, di una fittizia sciatrice austriaca che, nel contesto del movimento #MeToo del 2017, rende pubblico l'abuso di potere e la violenza sessuale nel mondo dello sci austriaco, soprattutto negli anni '70.

Nicola Spieß, nata nel 1958 in una famiglia di sciatori, partecipò alla sua prima gara di Coppa del Mondo già a 15 anni. A 16 anni ottenne i suoi primi punti in Coppa del Mondo, diventando campionessa austriaca di discesa libera nel 1975, quarta nella discesa libera olimpica a Innsbruck nel 1976 e terza nella Coppa del Mondo di discesa nella stagione 1975/76. Dopo aver iniziato gli studi nel 1977, non riuscì più a ripetersi nello sport e concluse la sua carriera nel 1981 a soli 23 anni.

Successivamente, l'ex sciatrice, che nel 1984 sposò Erwin Werdenigg, si ritirò dalla scena pubblica fino al 2017, quando, a seguito dello scandalo Weinstein e del movimento #meToo, rese pubblico l'abuso di potere sistematico e la violenza sessuale nel mondo dello sci austriaco degli anni '70.

Antonin Svoboda, che aveva conosciuto Werdenigg dieci anni prima, riprese contatto con lei dopo la sua denuncia. Nel film Persona non grata, il cinquantacinquenne regista viennese si concentra meno sullo scandalo e più sulla persona dietro di esso. Si focalizza sulle conseguenze psicologiche degli abusi e racconta il lungo e difficile percorso che ha portato alla decisione di rendere tutto pubblico.

Con Persona Non Grata mira apertamente a incoraggiare altre donne a non tollerare più tali esperienze, a non nasconderle, ma a renderle pubbliche nonostante le resistenze e le ostilità.

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