Peter von Kant è il nuovo film del regista francese François Ozon, da sempre molto attento alle tematiche lgbtqia+. Esce in Francia il 06 luglio mentre arriverà in Italia nel corso del prossimo autunno con la distribuzione di Academy Two.
Libero adattamento di Le lacrime amare di Petra von Kant di Rainer Werner Fassbinder, Peter von Kant può contare sull’interpretazione dell’attore Denis Ménochet nei panni del tormentato protagonista e dell’icona francese Isabelle Adjani, che gioca in maniera impavida sulla propria immagine di star del cinema. Ai due si aggiungono il sorprendente Stéfan Crépon (è l’assistente affranto di Kant), il giovane Khalil Gharbia (è il crudele Amir) e l’eterna Hanna Schygulla.
Cosa racconta il film
Peter von Kant, film la cui sceneggiatura è firmata dallo stesso François Ozon, racconta la storia di Peter von Kant, un regista di successo. Peter vive con il suo assistente Karl, che ama maltrattare e umiliare. Da molti anni, ha come musa ispiratrice la grande attrice Sidonie. Ed è lei che presenta a Peter il bel Amir, un bel giovane di modeste origini.
Peter si innamora immediatamente di Amir. Si offre così di condividere il suo appartamento con lui e di aiutarlo a farsi strada nell’industria cinematografica. Il piano di Peter funziona ma, non appena agguanta il successo, Amir rompe con lui, lasciandolo da solo ad affrontare i propri demoni.
Peter Von Kant: Le foto del film
1 / 7Omaggio a Fassbinder
Peter von Kant è il film con cui François Ozon rende omaggio al cineasta Rainer Werner Fassbinder, di cui il 10 maggio è celebrato il 40° anniversario della sua morte. A soli 37 anni, il regista tedesco aveva girato qualcosa come 44 film e numerose serie televisive, rivoluzionando anche il mondo del teatro con il suo Antiteater. Dallo stile di vita “scandaloso” solo perché apertamente bisessuale, Fassbinder è noto per aver ritratto la società tedesca con rabbia, volontà, audacia e convinzione.
“Fassbinder è uno dei registi il cui lavoro, pensiero e visione del mondo mi perseguitano da sempre”, ha dichiarato Ozon. “Mi ha sempre affascinato la sua incredibile energia creativa così come il suo modo di lavorare. Da tempo pensavo a un adattamento di Le lacrime amare di Petra von Kant ma temevo di affrontare quello che da tutti è considerato un capolavoro. Ho deciso allora di prendermi grandi libertà rispetto al testo originale, reinventandolo e dissacrandolo”.
Le lacrime amare di Petra von Kant, girato nel 1972 da Fassbinder, era interpretato da Hannah Schygulla insieme a Margit Carstensen e Katrin Schaake. Film drammatico, seguiva la storia della stilista Petra devastata dalla gelosia, poiché la sua amata l’aveva tradita con un militare americano.
L’omaggio a Fassbinder di Ozon trova conferma nella splendida locandina del suo film, ispirata a quella di un altro capolavoro del regista tedesco (Querelle de Brest) realizzata dal genio di Andy Warhol.
Una sorta di autoritratto
“Volevo filmare una versione del film Le lacrime amare di Petra von Kant in cui potessi identificarmi io direttamente”, ha aggiunto il regista François Ozon. “Da qui è nata la scelta di mettere da parte il mondo della moda dell’originale per sostituirlo con quello del cinema. E di volgere al maschile i tre personaggi principali, soprattutto dopo aver avuto l’intuizione di raccontare una delle appassionate storie d’amore di Fassbinder. E l’intuizione è stata giusta: Juliane Lorenz, l’ultima compagna di Fassbinder, mi ha rivelato che nel suo film il regista tedesco non aveva fatto altro che trasferire la sua infelice relazione amorosa con Günther Kaufmann, uno dei suoi attori preferiti”.
“Trasformare Petra in Peter von Kant e farne un regista per il mio film, mi ha permesso sì di parlare di Fassbinder ma anche di me stesso. In un certo senso, tradendolo, mi ha permesso di affrontare una storia universale di passione amorosa, più attuale che mai, e di interrogarmi sui rapporti di dominazione, influenza e sottomissione nella creazione artistica, tra una musa e il suo pigmalione”.
“Il mio lavoro di regista è dunque al centro del film Peter von Kant. Ho trasformato l’incontro tra Peter e Amir in una sessione di provini filmati. Peter gli fa domande per conoscerlo fino in fondo attraverso la sua telecamera. Il suo lavoro è il suo modo di conoscerle l’altro, di scoprirlo e di sublimarlo. Di fronte all’obiettivo, Amir si scopre davanti sia al regista sia allo spettatore: diventa attore e ciò finisce per mettere in dubbio le sue parole. La sua storia è vera o è utile solo a commuovere Peter e a ispirare il suo genio creativo?”, ha concluso il regista francese.