Rai 5 propone lunedì 7 ottobre in prima serata il film Piccolo corpo. Diretto da Laura Samani e presentato alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes, il film di Rai 5 Piccolo corpo è una co-produzione tra Italia, Francia e Slovenia, prodotto da Nefertiti Film in collaborazione con Rai Cinema, e distribuito nelle sale italiane nel febbraio del 2021. Girato in dialetto friulano e veneto, si caratterizza per un’ambientazione suggestiva e per una narrazione intima che esplora il tema della maternità, della fede e della ricerca della speranza in una società profondamente influenzata dalla religione cattolica.
La storia è ambientata all'inizio del 1900, su una piccola isola del nord-est Italia. La protagonista, Agata, una giovane donna, perde sua figlia appena nata. Secondo la tradizione cattolica, i bambini morti senza essere battezzati sono destinati a rimanere nel Limbo, privi di pace. Tuttavia, Agata viene a sapere dell'esistenza di un luogo remoto, tra le montagne, dove si dice che i bambini nati morti possano essere riportati in vita per un solo respiro, il tempo sufficiente per essere battezzati e ottenere la salvezza dell'anima.
Spinta dalla disperazione, Agata intraprende un viaggio solitario e pericoloso, con il piccolo corpo della sua bambina nascosto in una scatola. Durante il percorso, incontra Lince, un giovane selvaggio e misterioso, che si offre di accompagnarla in cambio del contenuto della scatola, di cui ignora il significato. Il rapporto tra Agata e Lince, inizialmente segnato dalla diffidenza, si evolve in una profonda amicizia, in un cammino che li condurrà a confrontarsi con il dolore, la perdita e la possibilità di un miracolo.
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I personaggi principali
I personaggi del film di Rai 5 Piccolo corpo sono ricchi e complessi. Agata, interpretata da Celeste Cescutti, è una giovane madre che non si arrende di fronte alla perdita della figlia. La sua determinazione la spinge a intraprendere un viaggio pericoloso, sfidando non solo la natura, ma anche le convenzioni religiose e sociali del tempo. Agata è un personaggio guidato dalla disperazione e dalla speranza, in un conflitto costante tra il desiderio di salvare l'anima della sua bambina e la sua impossibilità di elaborare il lutto.
Lince, interpretato da Ondina Quadri, è il misterioso compagno di viaggio di Agata. Selvaggio e solitario, Lince vive ai margini della società e accetta di aiutare Agata in cambio di ciò che lei nasconde nella scatola. Il loro rapporto evolve da una reciproca diffidenza a una profonda connessione emotiva. Lince, attraverso il suo legame con Agata, riscopre il significato dell'amore e dell'attaccamento, accettando la vulnerabilità che ne deriva.
Gli altri personaggi secondari che Agata incontra lungo il suo viaggio contribuiscono a rappresentare un microcosmo di figure legate alle credenze popolari e alle tradizioni del tempo, come il prete dell'isola, il saggio Ignac e le curatrici delle montagne, che incarnano i diversi volti della fede e della superstizione in una società ancora fortemente ancorata ai rituali e alle tradizioni religiose.
Laura Samani ha spiegato come l'ispirazione per Piccolo Corpo sia nata da una storia reale scoperta nel suo Friuli-Venezia Giulia, riguardante un antico santuario dove si credeva potessero avvenire miracoli: i bambini nati morti venivano riportati in vita per un breve momento, il tempo sufficiente per essere battezzati. Questo evento ha dato vita all'idea di un film che esplora la resistenza e la speranza di una madre, ma anche la ribellione contro la tradizione e l'ingiustizia.
Samani ha scelto di girare il film in dialetto veneto e friulano, per dare autenticità ai personaggi e alle ambientazioni, sottolineando il radicamento culturale della storia, ma anche per mettere in luce la ricchezza dei dialetti, spesso trascurati o soppressi nel corso della storia italiana.
Il film è stato girato in continuità cronologica, un approccio che ha permesso alla regista e agli attori di vivere il viaggio dei personaggi in modo realistico e immersivo. Le riprese si sono svolte principalmente in esterni, tra la laguna di Caorle e le montagne della Carnia, creando un'ambientazione naturale che riflette il tono intimo e contemplativo della storia.
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Maternità e simbolismo
Nel film di Rai 5 Piccolo corpo, i temi principali si intrecciano in una narrazione intensa e simbolica. Al centro della storia c'è la maternità, rappresentata attraverso il personaggio di Agata e il suo struggente lutto per la perdita della figlia. Il legame tra madre e figlia viene esplorato non solo come una connessione fisica, ma come una forza che spinge Agata a sfidare il destino e le tradizioni religiose del tempo. La maternità diventa così non solo una condizione biologica, ma una ribellione contro l'accettazione del dolore e dell'impotenza, incarnando una resistenza quasi eroica.
Un altro tema centrale è quello della religione e della superstizione. La trama è profondamente influenzata dalle credenze cattoliche, in particolare dal dogma del Limbo, che condanna i bambini non battezzati a vagare senza pace. Tuttavia, la fede cieca nel miracolo che Agata cerca disperatamente di raggiungere contrasta con il rigido sistema di credenze della Chiesa. Il film esplora quindi il conflitto tra il bisogno di speranza personale e le regole religiose che sembrano inflessibili, ponendo interrogativi sul significato di fede e redenzione.
Anche l'identità e la solitudine emergono come temi fondamentali, attraverso il viaggio di Agata e l'incontro con Lince. Entrambi i protagonisti affrontano un percorso di scoperta interiore, segnato dal dolore e dall'isolamento. Agata, incapace di accettare la perdita della figlia, intraprende un viaggio fisico e spirituale per cercare una redenzione impossibile. Lince, da parte sua, è un personaggio enigmatico, intrappolato in una lotta personale per riconciliare la propria identità e la propria vulnerabilità.
Il viaggio intrapreso da Agata diventa così una metafora della sua trasformazione spirituale. Le difficoltà che affronta lungo il cammino simboleggiano la sua battaglia interiore contro la separazione dalla figlia e contro le leggi che governano la vita e la morte. Il percorso non è solo geografico, ma profondamente simbolico, e rappresenta il tentativo di Agata di riscrivere i confini tra vita e morte, tra realtà e miracolo.
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