Rai 4 propone in prima visione tv la sera del 20 novembre il film Piove. Dramma horror diretto da Paolo Strippoli, il film di Rai 4 Piove mescola elementi soprannaturali con profonde tensioni familiari e temi sociali, offrendo uno sguardo inquietante e allo stesso tempo intimo sul lato oscuro delle emozioni umane.
Nella Roma di Piove, quando cade la pioggia, i condotti e i tombini emanano una melma grigiastra e un vapore misterioso. Questo fenomeno sconosciuto risveglia negli abitanti della città gli impulsi più repressi e pericolosi, trasformando le strade in luoghi di crescente violenza. Al centro della narrazione troviamo la famiglia Morel. Dopo la morte di Cristina in un incidente, Thomas e il figlio Enrico vivono immersi in un clima di colpe reciproche e incomunicabilità, una tensione che sta disgregando la loro famiglia. La piccola Barbara, unica figura a rappresentare una speranza di unione, desidera rivedere la sua famiglia riappacificata.
I conflitti familiari diventano una metafora della condizione della città stessa, una Roma sul punto di esplodere. Il vapore che invade la città e altera la mente degli abitanti è il simbolo dell’ira repressa, dei rancori mai affrontati. Ciò conduce Thomas e Enrico a scontrarsi l'uno contro l'altro, incapaci di superare il trauma della morte di Cristina, il cui spirito, o meglio una sua versione distorta, sembra tormentare i due.
Paolo Strippoli dirige un horror che mescola tensioni sociali e dramma psicologico nell’affrontare il lato oscuro delle emozioni umane. Attraverso la storia dei Morel, il film esplora i pericoli della repressione e dell’incomunicabilità, offrendo un ritratto metaforico della nostra società sempre più frammentata. Strippoli riesce a costruire una narrazione in cui orrore e sentimento si fondono, rendendo Piove un'opera unica nel panorama del cinema horror contemporaneo.
I personaggi principali
Nel film di Rai 4 Piove, i personaggi principali sono Thomas, Cristina, Enrico e Barbara, membri della famiglia Morel. Thomas, interpretato da Fabrizio Rongione, è un padre che si ritrova profondamente segnato dalla perdita della moglie Cristina. Questo lutto lo consuma e lo lascia sospeso tra il dolore e una rabbia latente che non riesce a sfogare, portandolo a trascurare la relazione con i figli. Cristina, impersonato da Cristiana Dell’Anna, è una presenza che aleggia costantemente sulla famiglia, come una figura fantasma. Sebbene sia deceduta, il suo ricordo e le immagini distorte di lei appaiono sotto forma di allucinazioni alimentate dalla rabbia repressa, che tormentano Thomas e suo figlio, spingendoli ancor più a confrontarsi con i propri demoni personali.
Enrico, il figlio adolescente portato in scena da Francesco Gheghi, è un giovane ribelle e provocatorio, incapace di superare il trauma della morte della madre. Enrico vive un conflitto interiore che sfocia in comportamenti autodistruttivi e nel disprezzo verso il padre, in cui vede la causa di molti dei suoi tormenti. La tensione tra padre e figlio è palpabile, e questa continua incomunicabilità fa sì che il loro rapporto diventi sempre più ostile e distaccato, creando una profonda frattura tra i due.
Barbara, con il volto di Aurora Menenti, è la figlia minore della famiglia Morel, una bambina innocente e affettuosa che desidera solo ritrovare l’armonia familiare. Barbara rappresenta l’ultimo legame puro e sincero tra i membri della famiglia, e sarà proprio la sua sensibilità a emergere come la chiave per una possibile riconciliazione.
La rabbia repressa
La narrazione del film di Rai 4 Piove ruota attorno a temi profondi e complessi, che mescolano il dramma umano con elementi soprannaturali e orrorifici. Un tema centrale del film è l’incomunicabilità, che alimenta la rabbia repressa e la trasformazione interiore dei personaggi. La perdita di Cristina ha creato un vuoto emotivo e ha rotto l’equilibrio familiare. Da allora, Thomas e Enrico vivono intrappolati in una spirale di accuse e silenzi, incapaci di parlare apertamente dei propri sentimenti, e lasciando che la collera si accumuli. La pioggia, con la sua melma grigia e il vapore misterioso che fa riaffiorare impulsi repressi, è un simbolo potente di questo processo: come il vapore si diffonde e penetra la città, anche la rabbia inespresso diventa un male contagioso, capace di distruggere tutto.
Il film esplora anche il tema del trauma e del lutto. La morte di Cristina rappresenta una ferita profonda per i Morel, che non riescono a guarire e che continua a generare tensioni all’interno della famiglia. Ogni membro della famiglia reagisce al dolore in modo diverso, con Thomas che si chiude in se stesso e Enrico che cerca disperatamente un modo per sfogare la propria sofferenza. Il trauma diventa quindi un muro che divide i protagonisti, impedendo loro di trovare una via d’uscita e di risanare le proprie ferite.
La città di Roma, con le sue strade grigie e i palazzi imponenti, riflette il clima cupo e alienante della storia. Strippoli presenta una Roma diversa, lontana dall’immagine pittoresca e storica. La capitale diventa una metafora dell’isolamento e della tensione sociale che caratterizzano la vita dei protagonisti, un luogo dove la rabbia si insinua silenziosa tra le persone, pronta a esplodere alla minima provocazione. La città stessa sembra parte integrante della trama, quasi un personaggio che osserva e amplifica le angosce dei Morel.
Il soprannaturale, rappresentato dal vapore che risveglia i lati più oscuri e violenti delle persone, incarna i demoni interiori dei personaggi, riportando alla luce le loro paure e i loro rancori più profondi. In un certo senso, Piove può essere considerato una “storia di fantasmi senza fantasmi”: il vapore evoca le ombre del passato, costringendo i personaggi a fare i conti con le loro ferite e ad affrontare la rabbia che hanno sepolto dentro di sé.
Infine, il film suggerisce che l’unità familiare sia l’unico antidoto possibile contro la distruttività della rabbia e della repressione emotiva. Solo attraverso il ricongiungimento e la comprensione reciproca i membri della famiglia Morel possono sperare di uscire dalla spirale di dolore e collera che li avvolge. Il personaggio di Barbara, con la sua purezza e la sua capacità di amare senza condizioni, rappresenta il simbolo di questa speranza, mostrando che la famiglia può essere una fonte di forza e guarigione anche nei momenti più oscuri.
Piove, quindi, non è solo un horror che vuole inquietare, ma è una riflessione su quanto sia importante il dialogo e il sostegno reciproco per superare i traumi e ritrovare la serenità.