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Povere creature: Il film contro il patriarcato vince il Leone d’Oro a Venezia

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Povere creature, il film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone in concorso al Festival di Venezia ha vinto il Leone d'Oro. Ma chi è Bella, la protagonista, e che legami ha con la storia e la letteratura?

Leone d'Oro al Festival di Venezia, il film Povere creature di Yorgos Lanthimos uscirà al cinema il prossimo 25 gennaio dopo che il romanzo di Alasdair Gray tornerà in libreria per Safarà Editore in una nuova versione con traduzione di Sara Caraffini, prefazione del professore Enrico Terrinoni e illustrazioni dello stesso Alasdair Gray.

“Il romanzo di Alastair Gray è qualcosa di molto sorprendente e complesso per via dei temi, dell’umorismo e della complessità dei suoi personaggi e del suo linguaggio”, ha affermato Lanthimos. “Gray era anche un pittore e aveva realizzato personalmente i disegni che accompagnano il romanzo. La sua era nel complesso una storia sulla libertà di una donna nella società”. Sorprendente e pieno di umorismo, il romanzo aveva colpito lo sceneggiatore per via dei temi che trattava: genere, identità e nazionalismo scozzese. “Ma, nonostante fosse ricco di filosofia e politica, era tremendamente divertente”.

“Mio padre e Yorgos si sono incontrati a Glasgow”, ha ricordato Andrew Gray, il figlio dello scrittore oramai defunto. “Insieme hanno girato per la città, visitato i luoghi associati al romanzo e parlato molto. Mio padre ha ceduto i diritti della sua opera perché colpito dal fatto che Lanthimos si fosse preso il tempo per conoscerlo personalmente e avesse conversato con lui mentre passeggiavano, una delle cose che più amava fare”.

La trama del film

Il film Povere creature racconta la storia di formazione di Bella, riportata in vita dal chirurgo Godwin Baxter (Willem Dafoe). “Dopo aver vissuto intrappolata in casa di Baxter con la sola presenza dello studente Max McCandles (Ramy Youssef), Bella va a Lisbona per un viaggio romantico con il suo amante, Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo)”, ha commentato lo sceneggiatore Tony McNamara.

“Sulla nave vive un costante desiderio di fuga da quell’uomo (egocentrico e misogino) e dalla sua mascolinità tossica. E, affascinata dall’incontro sulla nave con Martha (Hanna Schygulla) e dalla sua indipendenza, comincia a muoversi per il mondo: il cinico Harry Astley (Jerrod Carmichael) la conduce ad Alessandria, città che per Bella rappresenta la sua giovinezza, il momento in cui vede il mondo come un posto incasinato. Parigi è, invece, la città in cui esplora la sua sessualità, spingendosi il più lontano possibile prima di tornare a casa, per via dell’incontro con Swiney (Katherine Hunter), la madame di un bordello”.

“Di ritorno a casa, mentre Bella cerca di trovare il proprio posto nel mondo e la propria felicità, l’incontro con Alfred Blessington (Christopher Abbott) farà riemergere tutta la sua intera storia proprio mentre i sentimenti del dottor Baxter per Felicity (Margaret Qualley), la sua nuova Bella, diventano sempre più chiari”, ha concluso McNamara.

Il poster italiano del film Povere creature.
Il poster italiano del film Povere creature.

La sessualità per Bella

A Bella non è mai stato detto che c’è qualcosa di sbagliato nel godersi il sesso o nella libertà di fare quello che vuole quando vuole. “C’è una mentalità diversa riguardo al sesso negli Stati Uniti rispetto all’Europa: gli americani possono vedere violenza e atrocità varie ma si scioccano di fronte al sesso o alla nudità, mentre per Yorgos vale l’esatto contrario”, ha sottolineato la protagonista Emma Stone.

“La rappresentazione della sessualità femminile di Bella è più in linea con il panorama di oggi che con quello di una trentina d’anni fa”, ha proseguito l’attrice. “Lei è in grado di esplorare il sesso senza sensi di colpa e il che la rende un’eroina moderna, coraggiosa e libera, che non si preoccupa di non piacere agli altri. Libera dai vincoli sociali, ha una visione infantile del mondo: si tratta di un affascinante richiamo alla purezza e all’innocenza”.

Il film Povere creature esplora anche i problemi legati alle differenze di genere. “È una satira pungente sugli uomini e sulla loro visione patriarcale e maschilista delle donne”, ha voluto precisare McNamara. “È il grido di liberazione di una donna cresciuta in una società maschilista, che teme le donne”, ha fatto eco l’attore Willem Dafoe.

Ma, al di là del romanzo di Gray, la sceneggiatura del film Povere creature attinge a diverse mitologie e tropi della storia, mescolandoli in un cocktail incredibilmente originale e inebriante. Lanthimos e McNamara erano infatti interessati anche a realizzare una versione alternativa della storia di Frankenstein, invertendo la storia classica e rendendo il “mostro” una donna molto perspicace e bella e i suoi interessi amorosi potenziali mostri.

Povere creature: Le foto del film

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Ma chi era (realmente) Belle?

Il film Povere creature racconta la storia di Bella Baxter (Emma Stone), giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia. Ma chi era veramente Bella? Dare una risposta non è semplice, perché Bella è molto più della donna che è stata. Oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia e incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera.

Tuttavia, è interessante notare come nella prefazione del romanzo pubblicato da Safarà, il professore Enrico Terrinoni provi a rintracciare l’identità di Bella trovando legami, analogie e differenze, con la Divina Commedia di Dante, il Frankenstein di Mary Shelley e l’Ulisse di James Joyce (dove nella sezione Circe esiste proprio un personaggio di nome Bella). Ma a sorprendere è come Terrinoni faccia risalire la sua figura a quella realmente esistita, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, di Brynhild Paulsdatter Størseth, che giunta dalla Svezia sul suolo americano e prese il nome di Belle Gunness, famigerata serial killer nota anche come la “Vedova nera di La porte”.

“Emigrò negli Stati Uniti nel 1881”, scrive Terrinoni. “Si stabilì a Chicago e sposò un tale Sorenson, dal quale ebbe quattro figli. Due di loro, assieme al marito, morirono in circostanze misteriose. Il sospetto è che Belle li abbia avvelenati, ma non fu mai accusata del misfatto. Si allontanò però da Chicago per trasferirsi a La Porte, in Indiana. Qui acquistò una fattoria e si diede alquanto da fare per trovare nuovi pretendenti. La sua strategia era sempre la stessa: attirava uomini facoltosi nella fattoria, poi li uccideva e seppelliva i loro corpi nel recinto dei maiali o nel pollaio. Lo scopo era incassare le polizze di assicurazione sulla vita fatte stipulare dalle vittime”.

Dopo un incendio nel 1908 nella sua fattoria Belle scomparì misteriosamente. “Seguirono anni di silenzio fino al 1931, quando a Los Angeles arrestarono una donna di nome Esther Carlson per aver avvelenato un uomo. Le impronte digitali fecero credere che in realtà si trattasse di Belle Gunness. L’ipotesi fu che avesse assunto l’identità della signora Carlson, dopo aver ucciso sia lei sia suo marito”.

La copertina del romanzo Povere creature, edito da Safarà.
La copertina del romanzo Povere creature, edito da Safarà.
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