Princess è il nuovo film di Roberto De Paolis scelto per aprire la sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2022. Racconta la storia di Princess, una giovane clandestina nigeriana che vende il proprio corpo ai margini di una grande città. Prossimamente in sala per Lucky Red, Princess è una produzione Young Films e Indigo Film con Rai Cinema e il patrocinio di Piam Onlus – progetto Integrazione Accoglienza Migranti.
La trama del film Princess
Princess, la protagonista dell’omonimo film di Roberto De Paolis, è una giovane clandestina nigeriana che vende il proprio corpo ai margini di una grande città. Come un’amazzone a caccia, si muove in una pineta che si estende fino al mare, un bosco incantato in cui rifugiarsi, nascondersi dalla vita, guadagnarsi il pane quotidiano. Per sopravvivere deve fiutare l’odore dei soldi, schivare pericoli e sentimenti, un cliente dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Finché un giorno litiga con le amiche con cui condivide la strada e incontra un uomo che sembra volerla aiutare. Ma è soltanto da sola che Princesspotrà salvarsi.
“Ho costruito il film fondendo il mio punto di vista con quello di alcune ragazze nigeriane, vere vittime di tratta, che lo hanno scritto con me e poi hanno interpretato se stesse”, ha dichiarato il regista. “Si è creato così uno spazio di lavoro nuovo, libero: insieme abbiamo percorso strade diverse e credo più autentiche rispetto alla rappresentazione, spesso pietistica, a cui siamo abituati quando si parla di immigrazione, clandestinità, prostituzione. Sempre in bilico tra il racconto dal vero di una realtà degradata e quello lirico di un’umanità ferita, il film è un racconto di formazione: perché Princess, prima di ogni altra cosa, è una ragazza di diciannove anni che, aggrappata al proprio candore, cerca di resistere alla ferocia del mondo”.
La “principessa” Glory Kevin
Protagonista di Princess, film di Roberto De Paolis che aprirà Orizzonti a Venezia 2022, è Glory Kevin. Nata in Nigeria nel 1996, è arrivata in Italia dopo essersi laureata all’Ogwe College nel 2015. Princess rappresenta il debutto nel cinema della giovane attrice, che ha anche collaborato alla sceneggiatura.
“All’inizio ero molto titubante”, ha ricordato Kevin. “Non sapevo di cosa raccontasse il film o perché ero stata scelta. Parlando con il regista, ho cominciato a capire. E ho anche realizzato cosa questo film rappresentasse per me: l’opportunità di raccontare, con la mia fisicità, le storie di tante altre giovani donne nigeriane che hanno vissuto e stanno vivendo un’esperienza come quella descritta. Con tale consapevolezza, mi sono innamorata della storia e del modo in cui è stata scritta: attraverso di essa, il mondo può vedere davvero cosa sperimentiamo noi donne africane”.
“Non tutti ma molti italiani non conoscono i motivi per cui dall’Africa siamo qui. E non li vogliono sapere. Alcuni pensano che alle ragazze africane piaccia lasciare il proprio Paese per venire i Italia e magari godersi la vita. Ma è fondamentale capire che siamo qui per il nostro futuro, per cercare cose che non abbiamo mai avuto e per costruire una vita migliore per noi stesse. Ci sono sostanziali differenze tra Africa e Italia: qui, abbiamo molte più opportunità”.
“Lavorare a questo film mi ha cambiata”, ha concluso. “Mi ha permesso di imparare cose che prima non sapevo o non sapevo come fare. In particolare, a leggere correttamente in italiano. Le persone sapranno chi sono e mi vedranno come attrice. In più, conosceranno il mio punto di vista: è qualcosa che non mi era mai capitata prima e che non mi sarei mai aspettata. Mai avrei immaginato di recitare in un film, per non parlare di un film come Princess di Roberto De Paolis in Italia!”.
Tra finzione e realtà
Princess è il secondo film di Roberto De Paolis. Regista, sceneggiatore, produttore e fotografo, De Paolis è nato a Roma e ha studiato Cinema alla London Film School. Dopo diversi cortometraggi, nel 2013 ha fondato una propria casa di produzione, la Young Films, con Carla Altieri. Nel 2017 ha poi diretto il suo primo lungometraggio, Cuori puri, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.
Nel film Princess, Roberto De Paolis affronta il tema della prostituzione (illegale) nigeriana. “La prostituzione in strada mi ha sempre affascinato”, ha commentato il regista. “Mi è sempre sembrato un mondo a parte, pazzo, assurdo, estremo… una metafora perfetta per una serie di questioni umane. Due persone che condividono la massima intimità fisica senza nemmeno conoscere i loro rispettivi nomi riporta tutto a un livello quasi carnale, istintivo. Eppure, ci sono soldi e potere coinvolti”
“Non sono mai andato con una prostituta di strada in vita mia ma ne ho conosciute tante quando ho cominciato a fare le ricerche per il film. Abbiamo parlato molto, mi hanno mostrato i posti in cui lavoravano, abbiamo mangiato insieme in un fast food, andavamo in chiesa la domenica. Sono entrato nel loro mondo attraverso la magia del cinema. Penso sempre che l’unico approccio possibile sia quello di mettersi allo stesso livello della persona con cui stai cercando di relazionarti”.
Ed è in strada che De Paolis ha conosciuto anche Glory Kevin, la protagonista del suo film Princess. “L’ho incontrata per la prima volta per la strada quando eravamo alla ricerca degli attori non professionisti [nel cast ci sono solo tre professionisti: Lino Musella, Maurizio Lombardi e Salvatore Striano, ndr]”, ha ricordato.
“Inizialmente, Glory Kevin era molto diffidente nei nostri confronti. Non capiva cosa volessimo da lei ma con tempo si è instaurato un rapporto di fiducia e abbiamo cominciato a collaborare. Il personaggio che avevo scritto prima di incontrarla – basato comunque sui raccolti di molte prostitute africane – è stato “riadattato” su di lei. Abbiamo “scritto” insieme, provato le scene, parlato della sua vita… le è stata data piana libertà di cambiare quello che voleva e ne sono molto orgoglioso. La libertà che le abbiamo dato di rappresentarsi è stata fondamentale per raccontare la sua storia”.
“Gli immigrati generalmente vengono raccontati sullo schermo come persone brave e rispettabili, come bambini innocenti. Forse è un modo per pulire le nostre coscienze di registi e produttori dato che anche a livello politico gli immigrati sono trattati malissimo. Volevo che il personaggio di Princess venisse visto a 360 gradi, con tutta la sua bellezza e rabbia, coraggio e paure. Gli immigrati sono persone reali: dobbiamo smetterla di affrontare il tema con narrazioni miopi”.