Queer as Folk, la serie tv rilasciata nel 1999 e ambientata a Manchester, ha scardinato per sempre il mondo della serialità presentando per la prima volta un ritratto veritiero e senza censure della comunità lgbtqia+. Qualche tempo dopo, ne è stato realizzato un remake negli Stati Uniti, tanto presto dimenticato quanto dimenticabile. Sarà per questa ragione che è nata di rimettere mano al fertile terreno della serie tv inglese per provare ancora una volta a restituirne una dimensione americana.
Nella nuova serie tv Queer as Folk, disponibile su Starzplay da domenica 31 luglio, si seguono le vicende di un gruppo di amici di New Orleans, tra cui Brodie (Devin Way). Il giovane è appena rientrato nella sua città dopo aver lasciato la scuola di Medicina. Tra i tanti volti nuovi con cui familiarizzare, ne riconosciamo due che non hanno bisogno di presentazioni, quello delle attrici Kim Cattrall (sì, la Samantha di Sex & the City) e Juliette Lewis (l’ex cattiva ragazza di Hollywood). Impersonano due madri che la vita unisce dopo una scioccante tragedia.
Ogni generazione ha la sua storia
“Abbiamo trovato nuovo terreno fertile per la serie Queer as Folk”, ha dichiarato il creatore Stephen Dunn. “Vogliamo parlare alle nuove generazioni con storie che siano vicine a quelle che loro affrontano. Ogni generazione ha qualcosa da dire e noi abbiamo nuove storie che hanno bisogno di essere raccontate”.
“Come la maggior parte dei ragazzi appartenenti alla comunità queer degli anni Novanta, ho avuto un rapporto singolare con l’originale serie tv britannica. Crescendo, ero alla disperata ricerca di qualsiasi tipo di connessione con persone che mi somigliassero, rispecchiassero o, anche, affrontassero le mie stesse problematiche anche se in maniera diversa. La serie tv mi ha permesso per la prima volta di avere un confronto: ecco perché Queer as Folk è stata iconica per me e per tantissimi altri!”, ha proseguito Dunn.
“Il remake nasce dal desiderio di offrire una nuova versione rivoluzionaria della serie tv, più libera, selvaggia e arrabbiata. Ho scelto di ambientarlo a New Orleans perché è la città che ha una delle comunità lgbtqia+ più singolari del Nord America. E sono felice di aver potuto inserire un variegato ed eterogeneo numero di personaggi, in grado di riflettere tutte le varie sfaccettature della comunità mondiale. Se, guardando Queer as Folk, anche una sola persona si sentisse meno sola o più sopportata, sarei felice: significherebbe che ho raggiunto il mio obiettivo”.
Un salto nel passato
Per capire l’importanza di una serie tv come Queer as Folk, bisogna fare un salto indietro nel tempo. Oggi viviamo in un’epoca in cui la rappresentazione della comunità lgbtqia+, anche se incompleta o incorretta, è stata sdoganata. Ma così non era vent’anni fa quando, scioccamente, l’argomento era considerato ancora tabù. Queer as Folk ha avuto il merito di aver messo le persone gay e le tematiche queer in primo piano spianando la strada a tanti prodotti televisivi che sarebbero seguiti negli anni: da Will & Grace a The L World, per giungere fino a Euphoria.
Per la prima volta, il pubblico “generalista” poteva uscire fuori dall’idea che l’omosessuale fosse solo un fenomeno da baraccone ed entrava a pieno in una dimensione che scopriva molto più vicina alla propria. Una dimensione fatta di sofferenza o leggerezza a secondo dei casi. Il mondo di Queer as Folk non era diverso di quello di Sex & the City per usare un paragone allargato. Non si trattava di dimensioni parallele ma complementari. Per la prima volta, inoltre, si mettevano sul piatto questioni come l’identità di genere, la genitorialità omoaffettiva, la maternità surrogata e le relazioni poliamorose.
L’intuizione per primo l’ebbe lo sceneggiatore e produttore inglese Russell T Davies, forse meglio noto per aver creato il cult Doctor Who. Nella sua mente c’era l’idea di descrivere non solo la realtà dell’essere gay a Manchester ma anche cosa significhi crescere e scoprire chi si è realmente. Non solo coming out, quindi, ma anche coming in. La prima stagione della serie tv Queer as Folk debuttò sull’inglese Channel 4. Il successo di ascolti fu immediato: nelle classifiche settimanali, si trovava sempre al secondo posto dei programmi più visti, dietro solo al colosso ER. I protagonisti, Aidan Gillen, Craig Kelly e Charlie Hunnam divennero e sono ancora delle star.
Il riscontro fu tale che negli States si pensò a un remake, Queer as Folk US, firmato da Daniel Lipman e Ron Cowen. Ma la risposta del pubblico fu differente. Non perché disinteressato all’argomento ma semplicemente perché la versione americana era troppo bigotta e ripulita rispetto a quella originale. Le molte scene di sesso spinto, l’uso massiccio delle droghe, il sesso bareback, le relazioni promiscue e la fecondazione eterologa spaventarono i creatori, che spinsero verso una dimensione più light e soporifera. Più conservatrice, diremmo oggi, anche se aprì diversi dibattiti sui matrimoni gay (considerati all’epoca ancora illegali) e sulla sodomia (ancora condannata dalle leggi di ben 14 stati). In onda per cinque stagioni, le vicende dei cinque gay di Pittsburgh finirono per essere dimenticate facilmente, al contrario di quelle dei tre ragazzi di Manchester, rimasti nel cuore di tutti.
I nuovi personaggi
Il remake della serie tv Queer as Folk su Starzplay comincia con Brodie che torna a New Orleans e vede la sua vita cambiare irreversibilmente dopo una tragica notte al Babylon, segnata da odio e omofobia. La sparatoria che ha luogo ricorda tristemente le tante che segnano la cronaca degli States, dopo una serie legge sulle armi è quanto prima auspicabile. Tornare alla normalità dopo un evento non è facile, così come non lo è fare i conti con le perdite.
Ma chi sono i nuovi personaggi con cui familiarizzare? Scopriamoli uno per uno.
- Brodie (Devin Way): affascinante e caotico, ha paura di impegnarsi. Tuttavia, trova una ragione per rimanere a New Orleans dopo la tragedia che ha sconvolto la sua comunità;
- Mingus (Fin Argus): liceale presuntuoso, paventa una sicurezza che in realtà serve a coprire la sua totale mancanza di esperienza;
- Ruthie (Jesse James Keite): transgender e amante delle feste, sta facendo i conti con il crescere e l’affrontare il mondo;
- Shar (Candace Grace): professoressa non binaria, sta affrontando il difficile passaggio dall’essere punk all’essere genitore;
- Noah (Johnny Sibilly): avvocato di successo, non è così tutto d’un pezzo come sembra;
- Julian (Ryan O’Connell): nerd dalla cultura pop con una paralisi cerebrale infantile, è pronto più di quel che sembra per essere indipendente;
- Brenda (Kim Catrall): avvezza all’alcol, nasconde radici diverse da quelle che vuol far apparire;
- Judy (Juliette Lewis): mamma single, è più un’amica che una madre.