Rinascere è il film tv che Rai 1 propone domenica 8 maggio ripercorrendo la vicenda di Manuel Bortuzzo. Giovane speranza del nuoto italiano, Bortuzzo è rimasto gravemente ferito da due colpi di pistola sparati da due balordi che lo hanno scambiato per il camorrista che avevano nel mirino.
Era la notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019 quando, mentre si trovava con la fidanzata Martina, Manuel Bortuzzo vide la sua vita prendere una piega fino a quel momento imprevedibile. Manuel Bortuzzo ha raccontato la sua esperienza nel libro Rinascere, lo stesso da cui Umberto Marino e Michela Straniero hanno tratto ispirazione per il film tv di Rai 1.
Prodotto da Moviheart, il tv movie è diretto dallo stesso Marino e conta sull’interpretazione del lanciatissimo Giancarlo Commare, emozionante nel ruolo di Manuel Bortuzzo. Accanto a lui recitano, tra gli altri, Alessio Boni, nei panni di Franco, e Gea Dall’Orto, in quelli di Martina, credibili e commoventi padre e fidanzata di Manuel. Ma la vera sorpresa attoriale di Rinascere si chiama Salvatore Nicolella, con la sua interpretazione di Alfonso, amico e quasi mentore che Manuel incontra durante la terapia di riabilitazione.
Prima degli spari
Rinascere, il film tv di Rai 1 che ripercorre un periodo di vita di Bortuzzo, comincia con Franco (Alessio Boni), il padre di Manuel, che riceve una telefonata nel corso della notte mentre, a Treviso, dorme con la moglie Rossella (Francesca Beggio). Il figlio Manuel, da tempo a Roma perché accettato a Ostia, centro di eccellenza per nuotatori emergenti, è stato raggiunto da due colpi di pistola sparati da due sicari a bordo di uno scooter.
Dopo la drammatica telefonata, Rinascere ci porta a un giorno prima, al 2 febbraio 2019. L’Italia non era stata ancora raggiunta dall’incubo CoVid e la vita di tutti quanti scorreva senza limitazioni o obblighi da rispettare. Il ventenne Manuel è immerso nell’acqua della piscina in cui, con costanza e determinazione, si allena con il sogno di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2021. I suoi tempi sono buoni e la speranza di prendere parte ai giochi olimpici è qualcosa di più concreto di un’utopia.
Finiti gli allenamenti, insieme alla fidanzata Martina (Gea Dall’Orto) e agli amici, Manuel prende parte a una festa di compleanno. È sabato sera e rientrare a casa presto non è da ventenni. Così, dopo la festa, gli amici cercano un locale per continuare la serata. Mentre l’amico Alessandro (Federico Antonucci) e gli altri si avviano al locale, Manuel e Martina si avvicinano a un distributore per sigarette. È quello il momento in cui, a causa del colore della giacca che indossa, Manuel viene scambiato per l’obiettivo di un attentato camorristico. Due colpi di pistola lo fanno piombare a terra, come se all’improvviso fosse incapace di galleggiare e sprofondasse nel fondo di una piscina.
Tale introduzione permette a Umberto Marino di farci conoscere nel film tv Rinascere, in onda su Rai 1 l’8 maggio, quella che era la vita di Manuel prima dell’incidente. Era, prima di tutto, un ragazzo come tanti, con la passione e con l’acqua come elemento naturale. Sprizza energia e voglia di vivere, sospinto dal primo grande amore per Martina e dal sostegno della famiglia. Del padre Franco, prima di tutti, che ha sempre creduto nel suo talento agonistico. Della madre Rossella, del fratello Kevin e della sorella Rossella dopo.
Una terribile diagnosi
Dopo la sparatoria in cui viene gravemente ferito, Manuel Bortuzzo, nel film tv di Rai 1 Rinascere, viene trasportato d’urgenza al San Camillo e subito operato. Le sue condizioni appaiono critiche e il verdetto è implacabile. Comincia in questo modo l’istantanea discesa di Manuel agli inferi. La parte inferiore del suo corpo è rimasta danneggiata da una lesione spinale midollare completa. Le sue gambe, a detta dei medici, non vedranno più la posizione verticale.
Mentre coloro che gli hanno sparato si costituiscono, l’Italia conosce la vicenda di Manuel e, come solo il grande cuore degli italiani sa fare, la gente fa sentire la sua vicinanza. Striscioni, pupazzi, cartelloni e video sui social incoraggiano Manuel a non mollare, a tornare più forti di prima.
Ma come si fa a rinascere quando il tuo stesso corpo non ti risponde e il mondo intorno a te cambia luce? Tutto nella mente di Manuel cambia colore. I sogni lasciano il posto agli incubi e la degenza in ospedale diventa prigione di un corpo tanto claustrofobica quanto quella dell’anima.
Con una diagnosi che non lascia alternative, Manuel muta il suo modo di relazionarsi con gli altri. Ciò che prima lo rendeva felice improvvisamente lo preoccupa, lo tormenta. Il suo rapporto con il padre Franco, alle prese con i propri sensi di colpa, e con la fidanzata Martina non è più lo stesso. Sembra quasi che voglia respingerli per tenerli lontani da sé, come se avesse paura della pena che questi potrebbero provare nei suoi confronti. Ma anche Martina non sa più come relazionarsi con il suo Manuel, lo guarda con occhi diversi e non sa se è in grado di portare sulle spalle tale carico.
La lenta rinascita
Come suggerisce il titolo del film tv di rai 1, rinascere è tutto ciò che Manuel Bortuzzo deve fare. Ma per venire nuovamente al mondo, Manuel deve lasciar andare via il Manuel che è stato. Quando gli amici anche più cari hanno paura di quello che sei diventato, occorre guardare altrove, in affetti più stabili, in nuove conoscenze e in un nemico tale solo all’apparenza: la sedia a rotelle.
Il rifiuto di vedersi su una carrozzina pian piano porta Manuel a cambiare idea grazie al trasferimento in un centro di riabilitazione. Qui, ha la possibilità di conoscere Alfonso (Salvatore Nicolella), calciatore napoletano che, come lui, spera di riconquistare l’uso delle gambe. Pian piano, tra i due si crea un rapporto di vicinanza e affetto che darà forza a entrambi. Alfonso diventa quasi una guida per Manuel. Lo spinge verso nuove passioni, come il pianoforte, gli dà consigli in amore e, soprattutto, torna lentamente a infondergli quella voglia di libertà e vita che Manuel sembra aver dimenticato.
Un altro incontro decisivo è quello con Davide (David Coco), un traumatologo che ha vissuto un’esperienza simile a quella di Manuel. Anche per lui, le speranze di tornare a camminare erano poche, eppure è in piedi. Seguendo il suo consiglio, Bortuzzo si sottopone a una risonanza magnetica che rivela come un filamento midollare non è stato compromesso. Ed è quel piccolo filamento che pian piano rimetterà al mondo Manuel.
Superate le incomprensioni con Martina, Manuel si riapre al sorriso e ritrova se stesso. Ma non quello di prima. Un se stesso uguale ma diverso che ha la forza di dire no al padre e al suo desiderio di vederlo alle Paralimpiadi di Tokyo. Che ha il coraggio di affrontare le sue paure in amore e di vincerle. Che ha l’impulso di salvare Alfonso quando questi sembrerà volersi lasciar morire chiuso in casa.
Le foto di Manuel Bortuzzo e Giancarlo Commare
1 / 21L’oggi di Manuel
Rinascere, il tv movie di Rai 1 si chiude con un finale da favola. Lo stesso che il vero Manuel Bortuzzo, che appare nell’ultima sequenza, si augura per sé. Non ha ancora vissuto quella scena ma si sta impegnando affinché si concretizzi. Ci informa inoltre che ha deciso di riprendere il nuoto e di voler partecipare alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Non accenna alla parentesi reality o a tutto quello che finora ci ha distratti dalla bella persona che è.
“Rinascere è un film che parte da un libro, che a sua volta racconta una storia vera e contemporanea”, ha sottolineato il regista Umberto Martino. “Il protagonista è un ragazzo che ha saputo suscitare solidarietà e simpatia incarnando valori positivi e la speranza di farcela mentre il paese e il mondo erano immersi nelle paure della pandemia”.
“Affrontando questa storia, già dalla scrittura, mi sono fatto guidare da alcune priorità morali ed estetiche”, ha continuato. “Manuel Bortuzzo e la sua famiglia non sono eredi di qualcuno di cui volevo raccontare la storia, loro vivono ora, nello stesso mondo in cui vivo io. Quindi, mi sono riproposto di trattarli con garbo e pudore, estraendo dalla loro vicenda quel che poteva essere importante anche per tutti noi".
"Manuel Bortuzzo è un nuotatore e quindi ho fatto in modo che l’acqua e il richiamo dell’acqua fossero presenti nel film tutte le volte che era possibile.
Manuel Bortuzzo è giovane e perciò, attraverso il suo personaggio e quelli della sua ragazza e del suo grande amico napoletano, ho tentato di raccontare la meravigliosa forza della giovinezza, la sua capacità di calarsi nel buio e di ritornare alla luce, per rinascere, per vivere”.