Per il ciclo Grandi donne, Rai 3 propone la sera del 20 luglio il film per la tv Rita Levi Montalcini. Diretto da Alberto Negrin, il film di Rai 3 Rita Levi Montalcini è un omaggio a una delle figure più importanti della storia italiana recente: il premio Nobel per la Medicina Rita Levi Montalcini, la prima donna italiana a ottenere il riconoscimento di maggior prestigio nel campo della ricerca scientifica.
La narrazione inizia al culmine della carriera scientifica della Montalcini e esplora il dilemma morale che ha caratterizzato gli ultimi anni della sua attività: l’impossibilità di trovare un’applicazione clinica alla sua scoperta scientifica, il Fattore di Accrescimento Nervoso (NGF).
A interpretare la protagonista è l’attrice Elena Sofia Ricci (che vedremo presto nella seconda stagione di Teresa Battaglia). Al suo fianco, Luca Angeletti, Ernesto D’Argenio, Carolina Sala, Francesco Procopio, Katia Greco, Elisa Carletti, Dora Romano, Morena Gentile, Andrea Lolli, Matteo Olivetti, Maurizio Donadoni e Franco Castellano.
Tra verità e fantasia
Prodotto da Rai Fiction con Cosmo Productions EU, il film di Rai 3 Rita Levi Montalcini ha inizio nel 1986 quando Rita Levi Montalcini riceve il premio Nobel, il più alto tra i tanti riconoscimenti venuti a coronare una lunghissima carriera di scienziata. E tuttavia la sua soddisfazione non è completa. Qualcosa manca, qualcosa di decisivo.
La scoperta per la quale ha conseguito il Nobel, avvenuta intorno alla metà degli anni ’50, aveva acceso in lei e nella comunità scientifica nuove speranze di cura. Rita era riuscita a individuare e isolare il Nerve Growth Factor (NGF), il Santo Graal delle neuroscienze, l’elemento fino ad allora sconosciuto che permette alle fibre nervose di rigenerarsi. Alla speranza però avevano fatto seguito anni di delusioni. Per quanti sforzi fossero stati compiuti nei più importanti laboratori del mondo, l’NGF non aveva avuto applicazioni cliniche. Per Rita era stato uno smacco enorme.
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La partita tra Rita e il Nerve Growth Factor si riapre quando la scienziata si imbatte in Elena, una giovane violinista che rischia di diventare cieca a causa di una rara patologia della cornea di origine neurologica. Il suo collaboratore storico, Franco, in segreto sta già conducendo degli esperimenti sulle possibili applicazioni della sua scoperta alle malattie della vista, ma la prima reazione di Rita è negativa.
Di cure a base di NGF non vuole più sentir parlare: sono state troppe le delusioni in passato e sarebbe da irresponsabili suscitare speranze di guarigione quando non ne esistono. I timori di fallire di nuovo cedono quando Rita va a trovare Elena, che sa di diventare cieca e fatica ad accettare il suo destino. Il dramma di Elena pone Rita di fronte a una scelta drammatica: rifugiarsi nella fama o rimettersi in gioco, accettando il rischio di un fallimento?
Rita sceglie di raccogliere la sfida e fare tutto il possibile perché la piccola Elena possa tornare a vedere. Torna in laboratorio, insieme a Franco e a un giovane oculista, Lamberti. Per giorni e notti, insieme ai suoi collaboratori, non stacca gli occhi dal microscopio e intanto ripercorre freneticamente tutti i dossier relativi alle ricerche compiute in passato, nella speranza di trovare un elemento trascurato o un errore.
L’obiettivo sembra, infine, raggiunto: il Nerve Growth Factor viene sintetizzato sotto forma di collirio. È Rita stessa a portarlo a Elena e ad assisterla nei giorni in cui, con gli occhi bendati, attende di sapere se potrà tornare a vedere. Ecco, il momento di togliere le bende è arrivato. Tutta la vita di Rita è in gioco.
Una ricerca approfondita
Il film di Rai 3 Rita Levi Montalcini si propone di rendere omaggio alla vita e alla carriera di una delle più grandi scienziate italiane, affrontando i dilemmi morali e le sfide scientifiche che hanno caratterizzato la sua carriera. Attraverso la vicenda di Elena, il film esplora temi universali come la determinazione, il coraggio e la volontà di superare le delusioni per continuare a cercare il progresso e il benessere dell'umanità.
“Scrivere questo film è stato un percorso molto complesso e articolato, fatto di ripetute letture di tutti i libri scritti da Rita Levi Montalcini, ricerche e selezioni di materiali d’archivio e visione di moltissimi filmati con sue dichiarazioni per noi determinanti, che ci hanno consentito di affrontare quest’impresa nel modo più documentato possibile”, ha spiegato il regista Alberto Negrin.
“Un apporto creativo, per me significativo è stata la presenza di Monica Zappelli, la co-sceneggiatrice che ha contribuito ad ‘esplorare’ e mettere su carta l’universo emotivo, psicologico, comportamentale e umano della nostra protagonista femminile. Ma la complessità era dovuta anche al fatto che non dovevamo solo affrontare un personaggio planetario come Rita Levi Montalcini ma anche i suoi collaboratori più stretti, e primo fra tutti il suo Maestro, il suo mentore, il Professor Giuseppe Levi, il padre della scrittrice Natalia Ginzburg, l’uomo che, all’Università di Torino, ha fatto da ‘levatrice’ a ben tre premi Nobel Italiani: Luria, Dulbecco e Montalcini”.