Cielo trasmette il 10 marzo in prima visione tv il film Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma. Si tratta del terzo lungometraggio scelto per la nuova stagione di Lo sguardo di lei, un ciclo di otto titoli diretti da altrettante registe donne. Ogni film è introdotto da Rocío Muñoz Morales nei panni della cliente di uno psicanalista.
Scritto dalla stessa Sciamma, Ritratto della giovane in fiamme è interpretato da Noémie Merlant, Adèle Haenel, Luana Bajrami e Valeria Golino. Presentato al Festival di Cannes, ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura e la Queer Palm, ovvero il riconoscimento per il titolo che meglio ha saputo raccontare una storia a sfondo queer.
La trama del film
Ritratto della giovane in fiamme, film proposto da Cielo, ci porta nella Bretagna del 1770. Marianne (Noémie Merlant), una pittrice figlia a sua volta di un pittore, riceve il compito di realizzare il ritratto di nozze di Héloïse (Adèle Haenel), una giovane donna che ha appena lasciato il convento.
Poiché Héloïse, figlia di una Contessa vedova (Valeria Golino), è riluttante al matrimonio con un milanese che non ha mai conosciuto, Marianne deve ritrarla senza che lei lo sappia: osservandola di giorno, dovrà portare a termine di nascosto il suo lavoro.
Dal momento che gran parte della riluttanza di Héloïse è dovuta alla recente morte della sorella maggiore in circostanze misteriose, la Contessa fa credere alla figlia di avere assunto Marianne come dama di compagnia per le sue passeggiate e conversazioni. Tra le due giovani, inevitabilmente e delicatamente, nascerà un tenero sentimento.
Onore alle pittrici
"Nei miei film precedenti ho raccontato di vicende che accadono ai giorni nostri”, ha spiegato la regista Céline Sciamma. Per Ritratto della giovane in fiamme, il film proposto da Cielo, ha invece scelto di mettere in scena una storia che ha luogo nel XVIII secolo: “Ambientare un film nel passato, non significa però raccontare una storia vecchia o non ancorata all'attualità”, ha specificato.
“Parlo semmai di vicende poco note, legate alle artiste donne e alle donne in generale. Sapevo poco delle artiste di quel periodo, conoscevo l'esistenza di figure come Elisabeth Vigée Le Brun, Artemisia Gentileschi o Angelica Kauffman, ma le poche informazioni a disposizione non mi avevano mai fatto rendere conto di come nella seconda metà del Settecento vi fosse una massiccia presenza di donne nel mondo dell'arte”.
“Le pittrici, in particolare, furono numerose e i loro nomi ebbero anche un certo peso, grazie alla moda dei ritratti”, ha proseguito Sciamma. “Le opere di molte di loro sono esposte nei principali musei del mondo, anche se i libri di storia dell'arte difficilmente ne parlano. Il silenzio che è calato sul loro lavoro è indice di come furono spesso costrette a vivere nell'ombra. Anticipatrici dei tempi, furono donne curiose, intelligenti e desiderose di amare. I loro desideri non sempre vennero ben accolti da un mondo che proibì qualsiasi loro slancio. Nel mio piccolo, con il mio film, volevo solo restituire onore al loro comportamento, umorismo e voglia di vivere libere”.
“Quando ho scoperto le opere di queste pittrici dimenticate ho provato al tempo stesso una grande emozione e un grande dispiacere. Il dispiacere per l'anonimato totale nel quale sono stati relegati questi lavori, condannati a restare nascosti. Ho sofferto non solo per essermi resa conto di come la storia dell'arte ufficiale li abbia resi invisibili ma anche per le conseguenze: quelle immagini mi turbano e mi commuovono soprattutto perché non hanno fatto parte della mia vita”.
Una storia d’amore
"Con Ritratto della giovane in fiamme volevo girare una storia d'amore", ha affermato la regista Céline Sciamma nel presentare il film trasmesso da Cielo. "Volevo farlo per mostrare prima di tutto cosa vuol dire innamorarsi, quale confusione si prova, quale esitazione entra in gioco e quali comportamenti entrano in gioco. E poi per metterne in evidenza gli echi nella vita di tutti i giorni. Ecco perché ho optato per una doppia temporalità che, sfruttando l'escamotage del ricordo, permette di sperimentare al meglio l'emozione dell'amore e di riflettere su di essa".
"In me - ha spiegato la regista - c'era anche la forte volontà di raccontare una storia d'amore basata sull'uguaglianza e non sulle gerarchie o sui rapporti di potere e seduzione che esistono prima di incontrarsi. Per tale ragione, tutti i personaggi sono legati da rapporti di solidarietà e onestà, persino la cameriera Sophie e la Contessa".
Protagonista del film è l'attrice Adèle Haenel. “Il ruolo di Héloïse è stato scritto avendo in mente Adèle Haenel", ha raccontato Sciamma. "Il personaggio ha preso forma da solo, proprio a partire dalle qualità che Adèle ha dimostrato negli ultimi anni. Ma è stato scritto anche con l'ambizione di offrire ad Adèle qualcosa di nuovo con cui misurarsi. Aspetti di lei che ancora non conosciamo. Elementi che, in alcuni casi, non conoscevo neanche io, nonostante li avessi immaginati”, ha precisato la regista.
“Questo ruolo è allo stesso tempo sentimentale e razionale. Adèle lavora in modo organico, senza mai fermarsi per riflettere o razionalizzare. E ha il potere di incarnare il desiderio e, al tempo stesso, l'idea del desiderio. Abbiamo lavorato con grande precisione sul set, specialmente sulla sua voce. Questa collaborazione rappresenta il cuore del film... un film che mette fine al concetto di “musa” per descrivere il rapporto creativo tra chi guarda e chi è guardato, in una nuova prospettiva. Nel nostro studio non ci sono muse: ci sono due persone che collaborano e si ispirano a vicenda”.
Per quello della pittrice Marianne nel film Cielo Ritratto della giovane in fiamme ha scelto invece l’attrice Noémie Merlant. “Un volto a me poco familiare ma non di una principiante”, ha aggiunto Sciamma. “Pensavo che lavorare per la prima volta con un'attrice avrebbe potuto contribuire moltissimo alla riuscita del film e della storia, specialmente per quanto riguarda la dinamica amorosa. Ci tenevo a creare un duo, una coppia cinematografica che avesse un lato iconico e pertanto qualcosa di eccezionale”.
“Marianne appare in tutte le scene e quindi era necessario che il ruolo andasse ad un'attrice molto brava. Noémie Merlant è decisa, e recita con coraggio e sentimento. Un misto di precisione e di intemperanza che ha reso il personaggio emozionante, e che si è rivelato un po' alla volta durante la lavorazione. Come se Marianne sia davvero esistita da qualche parte. E sotto questo aspetto devo molto a Noémie”.