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Selene Caramazza: “La via Crucis della mia Luisa” – Intervista esclusiva all’attrice protagonista di Spaccaossa

Selene Caramazza è la protagonista femminile di Spaccaossa, il film di Vincenzo Pirrotta presentato a Venezia in cui è irriconoscibile. Segno del suo desiderio di mettersi costantemente alla prova.
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Selene Caramazza è la protagonista femminile di Spaccaossa, il film di Vincenzo Pirrotta presentato al Festival di Venezia 2022. La giovane attrice siciliana interpreta Luisa, una ragazza poco più che adolescente che, vinta dalla vita, cerca rifugio in Vincenzo, qualcuno che reputa la sua ancora di salvezza. Dipendente dal crack, senza una famiglia alle spalle e armata di una dura corazza che l’aiuta a difendersi dagli scherzi della vita, Luisa è un animo fragile che, come un Cristo di periferia, attraversa una via Crucis fatta di stazioni sofferenti e sanguinolente.

Ed è irriconoscibile Selene Caramazza nei panni di Luisa. Sin dal look con cui si presenta nella prima scena, Selene Caramazza è lontana anni luce dai personaggi impersonati in Cuori puri, nel Commissario Montalbano o nella recente serie tv L’Ora. Il suo taglio di capelli e la conseguente decolorazione ben corrispondono a una Luisa in cerca di riscatto che, per un momento, crede di poter riprendere in mano le redini della sua esistenza. Luisa non ha mai preso una decisione per se stessa e nell’attimo in cui lo farà sarà la più difficile ma forse liberatoria. Non consolatoria ma liberatoria.

Incontrare Selene Caramazza rappresenta una piacevole sorpresa, dopo che per diversi mesi ci si è rincorsi, trovati e ritrovati in vari frangenti. Selene Caramazza è una giovane donna dei nostri tempi, una a cui le abitudini o la routine stanno strette. Cerca sempre di cimentarsi in personaggi lontanissimi da lei, che le permettono di mettersi alla prova sia come attrice sia come donna. Non vive sugli allori e alza costantemente l’asticella dei suoi limiti, ricevendo ogni volta apprezzamenti ma rimanendo sempre con i piedi per terra.

Sarà questo il motivo per cui Selene Caramazza ci sorprende a ogni interpretazione. E sarà anche questa la ragione per cui è ricercatissima dal mondo del cinema e della televisione: in Selene Caramazza è possibile intravedere quelle qualità che solo le grandi attrici di un tempo avevano. Non le grandi dive: tra attrice e dive c’è una sottile differenza che spesso passa per la bravura. Non tutte le dive sono brave attrici. Selene Caramazza, invece, lo è. E lo dimostra costantemente ma prima di tutto a se stessa.

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Selene Caramazza.
Selene Caramazza.

Intervista esclusiva a Selene Caramazza

Come sei stata coinvolta da Vincenzo Pirrotta in Spaccaossa? La sceneggiatura del film è molto forte e prende spunto da una storia realmente accaduta a Palermo.

L’incontro con Vincenzo Pirrotta è stato molto interessante. Ci siamo incontrati su un altro set e, in quel momento, lui era alla ricerca della sua protagonista. Per lui, ero perfetta ma prima che ne riparlassimo sono passati mesi. Ci siamo ritrovati quando le riprese di quel progetto si sono spostate a Palermo. Mi ha fatto leggere la sceneggiatura e mi ha fatto fare un provino. Ed è tutto partito da lì.

Sin dalla prima lettura, la sceneggiatura mi ha colpita. Avevo già sentito parlare dei fatti accaduti a Palermo ma la sceneggiatura era così cruda e così vera da non risparmiare nulla. Tra le prime cose che mi hanno colpita c’è la storia del mio personaggio, Luisa.

Luisa è una giovane ragazza che, dipendente dal crack, scappa dalla comunità di recupero in cui si trova. Senza una famiglia e senza nessuno su cui poter contare (il suo unico fratello la ripudia anche), Luisa trova riparo in qualche modo in Vincenzo, un uomo molto più grande di lei. In lui, intravede un velo di speranza. Tuttavia, quando decide di abbandonare le difese che s’è costruita, Luisa vede la sua speranza nuovamente annientata. Inizia così per lei un calvario, che la porta verso l’inevitabile finale. Con Vincenzo, regista e sceneggiatore di Spaccaossa, abbiamo parlato molto del percorso di Luisa e lo abbiamo immaginato come fatto di stazioni della via Crucis.

Tra le tappe e gli incontri di Luisa, ce una sosta che mi ha particolarmente colpito: quella con la piccola figlia di Mimmo, una bambina a cui porta della cioccolata.

In quella bambina, Luisa vede un riflesso di se stessa. È uno dei pochi momenti, forse l’unico, in cui Luisa sorride. Il sorriso concesso a quella bambina le offre la possibilità in qualche modo di tornare anche lei bambina. Perché, fondamentalmente, bambina Luisa lo è ancora.

Selene Caramazza nel film Spaccaossa.
Selene Caramazza nel film Spaccaossa.

Giovanissima e tossicodipendente, Luisa nel corso della storia si confronta con altri due personaggi femminili di importante rilevanza: Giovanna, la madre di Vincenzo interpretata da Aurora Quattrocchi, e Maria, impersonata dalla straordinaria Simona Malato.

Sebbene Spaccaossa sia un film dall’impronta maschile, ci sono dei personaggi femminili ben delineati. Ognuna delle donne protagoniste si porta dietro un proprio vissuto e ha una sua psicologia, un suo modo di vivere e di stare in quel contesto così maschile. Sono sicuramente personaggi tra loro molto diversi ma che a Luisa danno qualcosa.

Giovanna, il personaggio di Aurora Quattrocchi, è una madre “padrona” che gestisce tutta la vita del figlio e che in qualche modo è l’artefice del destino di Luisa stessa: la accoglie dapprima in casa, la fa sentire accolta (tanto che in lei Luisa vede una figura di appoggio) e poi la tradisce. È Giovanna che incita Vincenzo a portare Luisa a farsi spaccare le ossa.

Maria, la donna di Simona Malato (un’attrice e una persona meravigliosa con cui ho avuto modo di confrontarmi), è un po’ l’altra faccia della stessa medaglia di Luisa. Maria si rivede per molti versi in Luisa e ciò spiega anche quell’ultimo gesto che la porta a concedere alla ragazza quella libertà che lei non ha.

Selene Caramazza all'arrivo al Lido per la presentazione del film Spaccaossa.
Selene Caramazza all'arrivo al Lido per la presentazione del film Spaccaossa.

Come ti sei trovata a recitare con Aurora Quattrocchi e Simona Malato, due attrici dalla forte connotazione teatrale?

Mi sono trovata molto bene con entrambe così come con il resto del cast: Vincenzo Pirrotta ha creato un ambiente protetto. Abbiamo fatto diverse prove e diverse letture prima di cominciare a girare. Motivo per cui siamo tutti arrivati sul set con in mente ognuno il percorso definito dei propri personaggi. L’incontro con Simona Malato è stato magico: con lei non abbiamo avuto modo di provare molto a differenza di altri ma ci siamo lasciate trasportare dai nostri personaggi e da quello che ci accadeva intorno sul set. Ricordo ancora come mi sia stata di grande aiuto il giorno in cui abbiamo girato insieme una scena molto emotiva. Entrambe abbiamo sentito il peso dei personaggi e del contesto e ci siamo lasciate andare.

È sempre un bel momento quando si lavora con attori così generosi come Simona o Aurora. O come Filippo Luna, una delle figure maschili con cui la mia Luisa si confronta maggiormente dopo Vincenzo. Filippo (che nel film interpreta Mimmo, ndr) è un attore e una persona estremamente generosa: ci siamo confrontati tanto durante le prove e sul set, supportandoci a vicenda. Era importante per i nostri personaggi.

Simona Malato e Selene Caramazza nel film Spaccaossa.
Simona Malato e Selene Caramazza nel film Spaccaossa.

La scena con Simona Malato a cui riferimento è quella che precede il finale del film. A proposito della conclusione della parabola del personaggio di Luisa, non hai mai avuto dubbi?

A una prima lettura, mi si è lacerato il cuore. Speravo in qualcosa di diverso, in una sorta di riscatto. Mi sono confrontata anche con il regista e alla fine siamo convenuti sul fatto che Luisa decide di riprendersi la sua libertà in maniera diversa rispetto a ciò che tutti potrebbero aspettarsi. Come dicevo prima, Luisa compie una via Crucis riassumibile in tre macrofasi: nella prima, è in comunità ed è alle prese con la dipendenza; nella seconda, trova un velo di speranza e ha una sorta di fioritura; e nella terza affronta una discesa agli inferi. Quel suo gesto finale non è altro che il suo modo di liberarsi, di trovare la sua libertà. Il gesto che compie è anche il primo che decide lei per se stessa. Per lei, così come per Vincenzo, hanno sempre deciso gli altri.

In casa di Vincenzo, si viene a creare quasi un triangolo sentimentale tra Luisa, Vincenzo stesso e Giovanna, la madre di lui. Quanto pensi che sia fondamentale all’interno del racconto la gelosia che si scatena in Giovanna? Dopotutto, l’ha accolta inizialmente in casa sua a braccia aperte ma cambia decisamente atteggiamento quando sente che il figlio e la ragazza stanno facendo sesso.

La passione tra Vincenzo e Luisa è sicuramente il momento di rottura. È da lì che scaturisce la volontà di Giovanna di far spaccare le ossa al mio personaggio. Alla gelosia non abbiamo mai fatto riferimento. Ci siamo più concentrati sul momento in cui Giovanna vede messo in discussione il suo potere decisionale, soprattutto sul figlio. La madre capisce che la situazione sta cominciando a sfuggirle di mano e per rimediare istiga Vincenzo, togliendogli qualcosa che per lui in quel frangente stava diventando prezioso.

Vincenzo e Luisa non hanno mai deciso per loro. E in questo si somigliano molto: entrambi sono delle vittime. Vincenzo è un uomo che non sceglie mai e che non è mai libero di scegliere, al punto che è costretto a far spaccare Luisa, ciò che per lui in qualche modo rappresenta la prospettiva di una vita diversa.

Selene Caramazza nel film Spaccaossa.
Selene Caramazza nel film Spaccaossa.

Luisa è ovviamente molto lontana da te. Come ti sei preparata ad affrontare il ruolo? Come ti sei avvicinata al personaggio? Cosa hai portato in lei di te?

Luisa è un personaggio che ho amato tantissimo proprio perché è molto distante da me. Avevo voglia di far qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che ho fatto in passato. Se penso alla Agnese di Cuori puri, Luisa è completamente all’opposto. Mi sono buttata a capofitto nello studio del personaggio perché, come si può capire, è molto complesso. Luisa è piena di sfaccettature, parla poco, è forte ma fragile allo stesso tempo. Ha anche un look molto d’impatto ma di base è una ragazza che ha bisogno di protezione.

Ho lavorato molto di sottrazione e con Vincenzo abbiamo anche immaginato quale fosse il background di Luisa. Abbiamo anche deciso di mostrare le fasi che attraversa con il suo cambio di aspetto: il suo modo di presentarsi in un primo momento è aggressivo. È come se gli abiti le facessero da corazza, come una seconda pelle cucita addosso che la porta a ripudiare il mondo esterno ma forse anche a odiare se stessa. Anche la decolorazione dei capelli è stata una scelta molto estrema, ne abbiamo parlato tanto. Quando mi è stato proposto il taglio di capelli, non ho esitato: volevo davvero dare un’immagine diversa di me e diventare irriconoscibile nei panni di Luisa.

Avete girato una storia contemporanea a Palermo tratta da un episodio di cronaca realmente accaduto. È stato difficile? Abbiamo letto di episodi accaduti durante le riprese abbastanza particolari.

La lavorazione è stata complessa. Ma in ogni suo aspetto. Si racconta un fatto di cronaca vero, molto presente e ancora vivo in città. E il film non risparmia nulla e non si risparmia: scende molto in profondità. Vincenzo Pirrotta non ha avuto paura di raccontare il degrado e la miseria dei sobborghi di Palermo. E la sua scelta ha portato anche a diversi episodi “strani”.

C’è stata gente che è venuta a contestare le riprese direttamente sul set. Ricordo come un giorno, mentre giravamo nella comunità che nel film ospita Luisa, una persona ci abbia insultato e cacciato. E questo è solo uno dei tanti episodi. Quando si racconta la verità così in profondità, la paura è da tenere sempre in considerazione: in un contesto come quello degli Spaccaossa vige ancora una forma di omertà e chi scoperchia il vaso sa quali sono i rischi a cui può andare incontro.

Selene Caramazza nel film Spaccaossa.
Selene Caramazza nel film Spaccaossa.

Spaccaossa ti porta nuovamente nell’atmosfera di una grande festival del cinema come quello di Venezia. Sei già stata a Cannes con il tuo primo film, Cuori puri di Roberto De Paolis. Che ricordi hai di quell’esperienza?

Ero più piccola e molto più incosciente e inconsapevole di tutto. Cuori puri era il mio primo film e si stava concretizzando il mio sogno di sempre: fare un film e, appunto, andare a un festival. Per me, ha rappresentato quasi la realizzazione sia personale sia artistica. Partire da un piccolo paesino siciliano, dove tutti ridevano quando dicevo che volevo far cinema pensando a un gioco, e arrivare a Cannes è stata un’emozione incredibile. E uno dei ricordi più belli che mi porto dentro è legato alla proiezione del film in sala e alla reazione del pubblico. Quel film affrontava temi religiosi e il pubblico francese vive la questione religione in maniera diversa da come la viviamo in Italia. Temevo un po’ le reazioni, cercavo di captarle ma vedere la gente applaudire entusiasta è stata una delle cose che mai dimenticherò.

È una coincidenza incredibile che io e Roberto si ritorni a un festival con il nostro secondo importante film. Io con Spaccaossa e lui con Princess. È quasi inspiegabile.

In Spaccaossa reciti in siciliano. La tua terra d’origine ti accompagna in tanti ruoli che hai fatto anche in televisione. Ti propongono solo sceneggiature con ruoli siciliani oppure è una tua precisa scelta quella di proseguire su questo percorso?

In realtà, dipende sempre da cosa mi viene proposto e da cosa mi convince. Io sono sempre felice di ritornare a girare nella mia Sicilia e di raccontare storie della mia terra che valgano la pena di essere raccontate. In L’Ora, ad esempio, si ripercorreva la storia dei giornalisti del quotidiano palermitano che hanno lottato contro la mafia con l’unico strumento a loro disposizione: la carta stampata. Interpretare certi personaggi o prender parte a certi progetti mi riempie sempre di orgoglio. Non vivo il pregiudizio di essere siciliana, riesco fortunatamente a spaziare e a trovare anche film come Spaccaossa che mi permettono di trasformarmi anche fisicamente, qualcosa che all’estero viene fatta molto e che in Italia purtroppo si è persa. Interpretare qualcuno lontano da te ti fa mettere in gioco e scoprire aspetti di te che, ricoprendo ruoli stereotipizzati sul tuo aspetto, non emergono più.

Selene Caramazza e Vincenzo Pirrotta nel film Spaccaossa.
Selene Caramazza e Vincenzo Pirrotta nel film Spaccaossa.

Sia De Paolis sia Pirrotta, a cui ti sei affidata, erano dei registi esordienti. Così intravedi in loro che ti porta ad accettare di far parte dei loro film?

Vedo un’estrema curiosità, un’estrema esigenza di raccontare e un’estrema cura nel sapere gestire gli attori. Nelle loro opere prime vedo anche maggiore libertà: c’è la voglia di rischiare, di sperimentare, di improvvisare e di lavorare sul percorso dei personaggi. Per Spaccaossa, ad esempio, con Pirrotta abbiamo lavorato molto sul corpo di Luisa, su come cammina, su come parla, ancora prima che cominciassero le riprese. Motivo per cui sul set bastava uno sguardo per capirsi: tra noi c’era totale fiducia. La fiducia tra regista e attore è fondamentale: solo se c’è, ci si riesce a concedere totalmente.

Nella tua carriera, hai recitato con dei mostri sacri come Claudia Cardinale e Stefania Sandrelli. Cosa ti hanno lasciato quelle esperienze?

Sono state tutte importanti. Sono sempre stata innamorata del cinema e uno dei primissimi film che ho visto da bambina è stato Il Gattopardo. Ritrovarsi da adulta su un set a interpretare la nipote di Claudia Cardinale è stato qualcosa di inspiegabilmente meraviglioso. Ricordo come nelle pause si stesse tutti insieme e come lei ci raccontasse i suoi aneddoti, i suoi incontri e le sue esperienze. Ma anche Stefania Sandrelli è uno dei miei miti personali: uno dei miei film del cuore è Io la conoscevo bene.

Stare al fianco di donne come loro che hanno fatto la storia del cinema e che hanno lavorato con i registi più grandi è stato un onore immenso. Ho cercato sempre di rubare qualcosa da loro ma ciò che più emergeva nel conoscerle era sempre la loro grande umiltà e generosità nei confronti di tutti, dalla prima all’ultima delle maestranze. Mi hanno insegnato che, quando si lavora su un set, non si è mai da soli: esiste tutta la squadra e tutti hanno la stessa importanza.

Selene Caramazza nel film Spaccaossa.
Selene Caramazza nel film Spaccaossa.

Ti spaventa la popolarità?

È un aspetto a cui non penso e che non mi spaventa. Ho sempre cercato di tenere separata la mia sfera privata da quella lavorativa. Forse la mia timidezza in qualche modo mi salva: il privato è solo per me. Cerco di stare sempre con i piedi per terra: ogni volta che lavoro su un progetto, c’è sempre la volontà di voler migliorare, di dare il massimo e alzare l’asticella. È anche il motivo che mi porta a voler dimostrare a me stessa in primis cosa sono in grado di fare, dove posso arrivare e come posso migliorare. Adagiarsi in una zona di comfort non fa per me: è bello osare.

Qual è il tuo sogno artistico nel cassetto? E il personaggio che ancora non ti hanno proposto e che vorresti invece interpretare?

Il mio sogno è quello di continuare a fare questo lavoro e di farlo con grandi autori, di continuare a sperimentare e di lavorare su personaggi, lontani dalle mie corde, che mi danno qualcosa in cambio. Mi piacerebbe interpretare un film come La doppia vita di Veronica di Kieslowski o prendere parte a un action movie.

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Spaccaossa: Le foto del film

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