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Malata di fama: la mostruosa storia del film Sick of Myself riguarda tutti noi

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In sala presto, il film Sick of Myself ha per protagonista una ragazza che pur di diventare famosa deturpa volontariamente il proprio corpo, godendosi in maniera perversa la notorietà che ne deriva.
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Arriva al cinema dal 05 ottobre distribuito da Wanted Cinema il film Sick of Myself, diretto da Kristoffer Borgli. Al centro della storia, ci sono i giovani, Signe e Thomas. I due hanno una relazione solida ma competitiva, che prende una svolta “tossica” quando Thomas sfonda improvvisamente come artista contemporaneo. Per tutta risposta, Signe fa un tentativo disperato di riconquistare il suo status diventando una nuova persona decisa ad attirare l’attenzione e la simpatia del fidanzato e degli amici.

Presentato a Un Certain Regard di Cannes 75, il film Sick of Myself all’inizio sembra un bel dramma nordico con un bel cast - prodotto nientemeno che dal team di La persona peggiore del mondo – ma si trasforma presto in un body horror grazie ad un trucco da Oscar che deforma il volto di Signe come un vero e proprio Toxic Avenger. Un film dall’estetica hipster che è anche una profonda riflessione sulle contraddizioni della odierna civiltà social.

La trama del film

Il film Sick of MySelf ci porta a Oslo, la città in cui una giovane coppia vive insieme. I due sono Signe (Kristine Kujath Thorp), una barista dall’aura ansiosa e pensierosa, e il fidanzato Thomas (Erik Sæther), un affascinante e aspirante artista. All’inizio della storia, i due sono seduti in un ristorante a festeggiare il compleanno della ragazza, occasione per cui Thomas ordina una bottiglia di vino da 2.300 dollari solo perché “può farlo” grazie alla sua arte che consiste nel creare installazioni con mobili rubati.

Pian piano, l’attenzione comincia però a spostarsi su Signe. Salvando una persona morsa alla gola da un cane, Signe si gode la notorietà che il suo buon gesto le procura. Ma se la gode così tanto che comincia a sviluppare una certa propensione a stare al centro dell’attenzione. A una cena con Thomas, ad esempio, pur di calamitare l’attenzione di tutti i presenti arriva a fingere un attacco di allergia alle noci.

Presa dalla morsa dell’esibizionismo che le permette di competere con la notorietà di Thomas, Signe si imbatte nella notizia di un particolare farmaco per curare l’ansia, prodotto in Russia: il Lidexol, i cui effetti collaterali catastrofici provocano particolari ed evidenti eruzioni cutanee. Grazie a un lestofante che può procurarsi qualsiasi cosa nel dark web, la ragazza ordina il farmaco e, non appena arrivato, comincia ad assumerlo con tutti i rischi del caso: il suo viso e le sue braccia cominciano a riempirsi di eruzioni cutanee sempre più evidenti e brutte, dando il via a una deturpazione senza fine.

Divenuta letteralmente un mostro bendato, Signe è quasi felice della malattia: il suo martirio deforme la rende un fenomeno da tabloid ma anche una star, permettendole di vincere quell’anonimato che tanto la terrorizzava.

Il poster italiano del film Sick of Myself.
Il poster italiano del film Sick of Myself.

Assetati di fama sociale

Sick of Myself è un film che riflette in qualche modo sugli effetti dei social media, dove si arriva a dare una visione distorta di se stessi solo per paura di non risultare interessanti per come si è realmente. Antitesi della commedia romantica che si trasforma in body horror, Sick of Myself si concentra sulla competizione tra i due giovani fidanzati per mostrare come entrambi siano una coppia di narcisisti tossici, capaci di tirare fuori l’uno il peggio dell’altra e di preoccuparsi solo per se stessi.

“Niente è stato inventato per questa storia”, ha spiegato il regista Kristoffer Borgli. “Ogni cosa nasce da ciò che ho potuto osservare in giro per Oslo, la mia città, e l’ho declinata in maniera esagerata, condendola con una sana dose di black humor: le situazioni che sono scomode ma che divertono mi attraggono da sempre. Chiunque di noi può identificarsi con i protagonisti: a differenza loro, noi però facciamo di tutto per non agire in maniera impulsiva rispondendo a regole sociali e morali. Signe e Thomas, invece, ignorano ogni etica e non si preoccupano delle ripercussioni delle loro azioni: a noi tocca tollerarli e non necessariamente comprenderli”.

“Alla fine, non ne usciranno indenni, motivo per cui considero il film una parabola. Accetto volentieri ogni interpretazione ma per me il mio film, Sick of Myself, è principalmente destinato a prendere in giro gli aspetti più oscuri della vita e delle società moderne”.

Sick of Myself: Le foto del film

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