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Skam 5: Se Elia ce l’ha piccolo…

Skam 5, la nuova stagione della serie tv cult proposta da Netflix, è diventata virale ancor prima di essere disponibile. E il motivo è legato al tema che affronta: l’ipoplasia peniena del protagonista Elia. Ovvero, le dimensioni del suo pene.
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Skam 5, la nuova stagione della serie tv Skam Italia voluta da Netflix e prodotta da Cross Productions, è stata finalmente presentata alla stampa e da quel momento i social media sembrano essere impazziti. Il vortice di commenti nel giro di poche ore ha raggiunto un altissimo volume e tutti si concentrano su un solo aspetto. Ovvero, l’ipoplasia peniena di cui soffre il protagonista Elia, interpretato da Francesco Centorame. Tra derisione, sberleffo, bullismo e cattiveria, i social media hanno saputo dare il peggio di sé con un atteggiamento degno dei peggiori bar di Caracas, tanto per citare una nota pubblicità.

Cerchiamo allora di rimettere le cose in ordine, partendo dalla serie tv stessa, dalla sua trama e da quelle che erano le intenzioni di sceneggiatori e regista.

La trama della serie tv Netflix Skam 5

Skam 5, la serie tv che Netflix proporrà dal 1° settembre in 10 episodi, si concentra sul personaggio di Elia (Francesco Centorame). Elia le ha tutte: è bello, simpatico, intelligente, popolare ed è il cantante di un gruppo. Stuoli adoranti di ragazze del suo liceo non vedrebbero l’ora di uscire con lui, eppure non ha mai avuto una relazione seria. “Sei un puttaniere” pensano tutte. Ma è davvero così? Ovviamente no. Come sempre le cose sono più complicate di come appaiono.

Ed è proprio sulla complessità della vita di Elia che si concentra la quinta stagione di Skam Italia. Vergogna. Pressione sociale. Un senso di alterità rispetto ai propri amici. Nella nuova stagione i temi cardine della serie tv si intrecciano con ciò che Elia vive in prima persona.

Siamo a pochi mesi dall’esame di maturità raccontato sul finale della quarta stagione. Ma, invece di frequentare l’università come tutte le sue vecchie amiche e amici, Elia si ritrova di nuovo al liceo dopo essere stato bocciato. Ma ovviamente senza Giovanni, Martino e Luchino, Eva, Silvia, Sana e Federica, quel posto non è più lo stesso. Elia odia tutto e tutti e il suo unico obiettivo è quello di andarsene il prima possibile. Anche perché vedersi con gli altri e fare le prove del suo gruppo è diventato sempre più difficile.

Da quando vive a casa di Filippo, poi, Elia deve preoccuparsi anche dell’affitto da pagare, visto che suo padre non ha nessuna intenzione di aiutarlo dopo che lui si è fatto bocciare. Le cose diventeranno ancora più complicate quando Elia entra senza molta convinzione in una lista candidata alle elezioni studentesche, al cui interno c’è una ragazza che fin da subito lo metterà in crisi: Viola. 

Nonostante nel recente passato abbia dovuto affrontare una situazione difficile, Viola è rimasta una persona stupenda, solare, dolce e combattiva. È tutto quello che Elia ha sempre desiderato in una ragazza ma, come al solito, non vuole davvero esplorare l’ipotesi di entrare in una relazione. Ma se è lui ad allontanarla perché sembra soffrire così tanto? Qual è il segreto che Elia non riesce a confessare a nessuno? 

Elia ha un’enorme ansia da prestazione legata alle dimensioni decisamente sotto la media del suo pene. “Non mi entra nei preservativi” confesserà con grande vergogna agli amici. Ipoplasia peniena, per usare l’espressione più corretta.  Una condizione che riguarda all’incirca lo 0,6 percento della popolazione. Una diversità determinante nel confronto con gli altri e con gli standard che la nostra società ci impone. È la paura di questo confronto che ha sempre portato Elia a scappare da qualsiasi relazione prima ancora che qualcosa potesse nascere. Ma se vuole essere felice, Elia dovrà prendere coraggio e affrontare finalmente le sue paure e le sue insicurezze.

La locandina di Skam 5.
La locandina di Skam 5.

Un tema ancorato nella nostra tradizione

Il modo in cui la serie tv Netflix Skam 5 tratta il tema dell’ipoplasia peniena di Elia è tutto fuorché divertente. Se ad esempio un film come Short Skin tratta di un argomento alquanto delicato come la fimosi in maniera divertente, Skam 5 sceglie la via del dramma per mostrare come il protagonista si confronta con le sue dimensioni e affronta lo stigma sociale che ne deriva. La faccia che i social hanno mostrato in questi giorni è la stessa con cui Elia deve confrontarsi nella finzione: la shit storm è inevitabile. I commenti al veleno vanno a minare la sua psiche già danneggiata da anni di confronti con falsi miti, video porno e corpi nudi nello spogliatoio di un calcetto.

Le aspettative sociali sono alte. E a nulla servono le rassicurazioni della sua cerchia di amici, a cui Elia a un certo punto della storia si rivolge per spiegare quella nota di malessere che da sempre lo accompagna e gli fa troncare ogni relazione sul nascere. Quale sia il problema di Elia non è subito chiaro: occorre arrivare al terzo episodio per capirlo.

Come tutti sanno, Skam Italia è l’adattamento di una nota serie tv norvegese che arrivava alla quarta stagione. L’idea di realizzare Skam 5 ha dunque rappresentato una sfida per Cross Productions, la casa di produzione italiana attenta a presentare temi fortemente radicati nella nostra tradizione. “Non è un caso che Skam 5 tratti un tema fortemente radicato nella nostra cultura e che in chiave metaforica sia molto spesso all’origine di profonda frustrazione e conseguentemente di patologie relazionali. Si tratta di un tema estremamente delicato che però rientra a pieno titolo nei fondamenti di ricerca della Cross che da sempre è interessata ad affrontare in chiave narrativa il macro tema delle/a identità”, hanno sottolineato i produttori Rosario e Maddalena Rinaldo.

Francesco Centorame in Skam 5.
Francesco Centorame in Skam 5.

Mascolinità, virilità e dimensioni

Skam 5, la serie tv voluta da Netflix, indaga il rapporto tra la mascolinità, la virilità e quello che nella nostra società continua a esserne il principale simbolo, ovvero il pene. “Si può essere considerati dei veri maschi pur avendo un pene sottodimensionato o non performante secondo gli standard?”, si è chiesto lo sceneggiatore Ludovico Bessegato, anticipando quasi la bagarre che avrebbe scatenato. “La risposta politicamente corretta è: “Ovviamente sì”. Ma quante persone sono davvero in grado di non farsi influenzare dalle dimensioni nel giudizio di una persona con un pene non conforme? E soprattutto: che cosa pensano e che sensazioni provano le persone che si trovano in quella condizione?”.

“Quello che ci è stato subito evidente era che ci trovavamo di fronte ad un materiale umano e narrativo estremamente delicato, complesso e poco raccontato”, ha aggiunto. “E allora ci siamo buttati, nonostante le prime reazioni intorno a noi fossero molto scettiche. “Ahahah, ma seriamente?”, “Ma siete sicuri?”, “Ma non rischia di venire fuori una cosa trash?”. E più ci davano queste risposte più ci convincevamo che la strada fosse quella giusta”.

A differenza di altri temi da trattare, quello legato alle dimensioni del pene del protagonista Elia non era uno di quelli per cui tutti hanno già un’opinione e per cui esiste un pattern interpretativo condiviso.  “Avevamo davanti un argomento in qualche modo “tabù”. E se lo era per i nostri interlocutori, quanto poteva esserlo per Elia e per tutte le persone reali che si trovano nella sua condizione?”, ha proseguito Bessegato. 

Chiaramente, intorno a Elia e il suo percorso di accettazione sono state costruite nuove dinamiche che, in qualche modo, spiegano come il tema sia stato quasi precedentemente preannunciato (a dispetto delle critiche di chi scrive: “Ma come? Ce l’ha piccolo e lo nota solo adesso?”). E sono stati inseriti diversi nuovi personaggi, per dare alla serie nuovo slancio, nuove energie e punti di vista, anche perché la maggior parte dei suoi amici sono oramai all’università mentre lui è costretto a ripetere l’ultimo anno di liceo.

“E così sono arrivati Jorge, Munny, Fiorella, Rebecca, Asia e in particolare Viola, che non sarà solo la ragazza che farà innamorare Elia e gli darà il coraggio di affrontare per la prima volta le sue insicurezze”, ha concluso Bessegato. “Viola ha infatti un passato legato ad una storia di manipolazione e di abuso emotivo e sessuale, che si innesterà sul racconto principale e finirà per travolgerlo. Anche in questo caso un argomento difficile e delicato. Ma non ci siamo voluti sottrarre e, anzi, abbiamo provato a raccontarne la complessità, costruendo una situazione in cui i ruoli di vittima e carnefice fossero meno facili da identificare ad un primo sguardo, al punto che Viola per molto tempo ha pensato di essere stata pienamente consapevole delle sue azioni e delle sue scelte”.

Lea Gavino e Francesco Centorame in Skam 5.
Lea Gavino e Francesco Centorame in Skam 5.

L’importanza di accettarsi

A giudicare dai commenti che la diffusione della trama della serie tv Netflix Skam 5 ha generato sul web, l’Italia è quel Paese popolato da copie da Rocchi Siffredi, da uomini che non si sono mai guardati tra le gambe e da donne che non hanno la minima idea di come funzioni la loro sessualità. Chiunque negherebbe anche di fronte all’evidenza di avercelo piccolo (lo farà anche Elia in una scena). Un pene piccolo, del resto, è spesso oggetto di battute, scherno e derisione, da parte degli uomini tanto quanto delle donne. A nulla servono i discorsi sulla body positivity: anche le donne, seppur stanche di sentirsi dire di avere le tette piccole, infieriscono come matadores in un’arena.

Eppure, i bronzi di Riace, il David di Michelangelo o l’uomo vitruviano non è che abbiano delle sciabole. Tutt’altro. Battuta a parte, tutti dimostrano di non sapere come in termini di realizzazione sessuale le misure non contino. Qualità più che quantità, come dimostrano anni e anni di ricerche e studi sul campo. Cercare di non essere ricordati come uno dei tanti sfortunati amanti di Sex & the City (Samantha quanti danni hai combinato!) è una delle mission degli uomini a qualsiasi latitudine, sintomo di una mascolinità tossica che intorno al proprio membro ha costruito tutta la sua realtà. La pornografia e il suo immaginario hanno poi il resto della colpa: esistono categorie intere su YouPorn, gay o etero, che esaltano i monster cock, i peni mostruosi e ne decantano le gioie del piacere.

Ma è veramente così? È davvero così radicata l’idea che un pene grande porti maggior piacere?  Da sempre, chi è meno favorito dalla natura mostra grandissime capacità di adattamento. Se nasciamo con un deficit fisico, tendiamo a far appello al nostro istinto di sopravvivenza. E lo stesso accade anche a chi ha un pene piccolo, più propenso secondo le ricerche a dare maggiore attenzione ai desideri, ai bisogni e al piacere dell* partner proprio perché meno concentrato sul suo organo ma più sulle sue abilità. Ma per questo rimandiamo alla nostra sezione Love & Sex, dove l’argomento è stato più volte trattato e continuerà a esserlo.

Quello su cui ci invita a riflettere Skam 5, serie tv – ricordiamolo – disponibile su Netflix dal 1° settembre, è ben altro. Non ci spinge a mettere il fallo al centro dell’attenzione ma ci mette davanti a un protagonista che deve affrontare un percorso di accettazione. Chi ha un pene piccolo ha una percezione distorta anche di sé stesso. Ha un dolore dentro, un senso di vergogna e di impotenza, che non riesce a comunicare agli altri e da cui si fa condizionare. Prova imbarazzo, anche sociale, e non riesce a relazionarsi. Si preoccupa delle apparenze e tende anche a imbottire i propri jeans. Vive un continuo stato di stress psicoemotivo, ansia e depressione.

E tutto per colpa di chi per un commento venderebbe anche la propria madre. Ecco perché è sempre ottimo rivolgersi a un buon terapista comportamentale, a un andrologo o un sessuologo. Senza paura di apparire diverso dagli altri.

Skam 5: Le foto della serie tv

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