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Su Rai 3 un film raro e prezioso sul profondo legame tra una senzatetto e un piccolo immigrato

sotto il cielo di parigi film rai 3
Rai 3 trasmette qualche giorno prima di Natale una moderna favola con Catherine Frot nei panni di una senzatetto: si tratta del film Sotto le stelle di Parigi, un racconto di profonda umanità e tenerezza.

Rai 3 propone la sera del 22 dicembre il film Sotto le stelle di Parigi, una delicata commedia diretta da Claus Drexel (distribuita in Italia da Officine Ubu). Interpretato da Catherine Frot, il film di Rai 3 Sotto le stelle di Parigi racconta la storia di Christine, una senzatetto che, nella città delle luci, incontra una sera d’inverno il piccolo Suli con cui si imbarca in un emozionante viaggio alla ricerca di sua madre.

“Dopo un mio documentario sui senzatetto, pensavo a un soggetto di fantasia che testimoniasse questa realtà”, ha raccontato Claus Drexel. “Ho un profondo attaccamento per queste persone che troppo spesso vengono rappresentate con un'immagine sciatta. Volevo coltivare la loro bellezza, la loro sensibilità e la loro poesia”.

La trama del film

Christine (Catherine Frot), la protagonista del film di Rai 3 Sotto le stelle di Parigi, vive da molti anni per le strade di Parigi, isolata dalla famiglia e dagli amici. In una fredda notte d'inverno, un bambino di otto anni si presenta davanti al suo rifugio. Si chiama Suli (Mahamadou Yaffa), non parla la sua lingua, ed è stato separato dalla madre, che deve essere rimpatriata. Uniti dalla loro condizione marginale, i due intraprendono un viaggio emotivo e pieno di tenerezza per ritrovare la madre del bambino. Sotto le stelle di Parigi, queste due anime sole impareranno a conoscersi e Christine riscoprirà il calore di un’umanità che credeva perduta.

Il poster del film di Rai 3 Sotto le stelle di Parigi.
Il poster del film di Rai 3 Sotto le stelle di Parigi.

Due anime sole

Il film di Rai 3 Sotto le stelle di Parigi inizia con una lunga presentazione del personaggio di Christine. La vediamo passeggiare sulle banchine e la vediamo vivere nel rifugio dove ha preso residenza... “Era molto importante mostrare la vita quotidiana dei senzatetto e far accomodare lo spettatore in questa lentezza che fa parte delle loro giornate”, ha spiegato Drexel.

“È come una routine, con riti molto precisi. Si trovano sempre negli stessi luoghi, sempre negli stessi tempi. Volevo raccontare questo, i loro momenti di riflessione e la loro solitudine. Fino a quando non incontra Suli, il piccolo migrante separato dalla sua famiglia, questa donna sembra tagliata fuori dal mondo. È una persona spezzata, quasi morta dentro, che ha scelto di porre una barriera tra se stessa e la comunità dei vivi. Non parla più, ne ha perso l'abitudine”.

Si capisce sin da subito come l’iniziale ostilità di Christine nei confronti di Suli sia dovuta non solo al suo attuale confinamento psicologico ma anche che risieda in un’antica sofferenza legata a un figlio perduto, di cui non sapremo mai di più. “Vogliamo sempre sapere perché le persone che vivono per strada sono arrivate a questo”, ha aggiunto Drexel. “Tuttavia, non sono sicuro che loro stessi siano in grado di capirlo. È troppo complesso. Queste persone mi ricordano dei colossi con i piedi d'argilla: sono indeboliti da una frattura che spesso risale all'infanzia; per un po' riescono a rimanere in vita e, all'improvviso, un evento che potrebbe sembrare banale sconvolge questo equilibrio instabile e li piega. Volevo soprattutto raccontare com’è Christine anziché cercare di analizzarla. Ognuno è libero di immaginare cosa ha passato”.

Pian piano, a contatto con Suli, Christine si illumina. “Christine è commossa non appena vede Suli, ma rifiuta questa emozione. A poco a poco, senza rendersene conto, imparerà a legarsi nuovamente a qualcuno”, ha concluso Drexel. “È quel gesto che fa mentre lo avvolge nel suo mantello mentre si preparano a passare la notte vicino al Sacré Coeur, o quel grido straziante che lancia quando pensa di averlo perso. Grazie a Suli, Christine torna in vita e si riconnette con la propria umanità”.

Un viaggio raro e prezioso

Di Christine, la protagonista del film di Rai 3 Sotto le stelle di Parigi, scopriremo che era una ricercatrice prima di diventare una senzatetto. “Si crede comunemente che i senzatetto siano persone smarrite, volgari, spesso ubriache e che si esprimono male. Sono stereotipi sbagliati che devono essere combattuti. Queste persone hanno vissuto una vita prima e ne hanno ancora una: spesso leggono molto, sono molto più istruite di quanto si pensi. Ho imparato molto dalle persone per strada”, ha precisato Drexel.

Ma come si è preparata l’attrice Catherine Frot, definita la Meryl Streep di Francia, al ruolo? “Ho incontrato molte volte alcune persone che avevano testimoniato nel documentario di Claus; ho frequentato i luoghi che li accolgono: la chiesa di Saint-Leu, al 1° arrondissement, il Camres, verso la Gare de l'Est, "La Moquette" in rue Gay Lussac. Mi ha aiutato a entrare nel mondo in cui vive Christine”, ha dichiarato l’attrice. “Ho sperimentato soprattutto il silenzio; lì è dove mi sono rifugiata. Ero sia vuota... e libera, sentendo che non ero del tutto reale; come uscire da un libro. Come se Christine, il suo cappotto, il suo cappuccio, i suoi guanti bucati e il piccolo che teneva per mano fossero sfuggiti da un disegno. È stata un viaggio raro e prezioso”.

Sotto le stelle di Parigi: Le foto del film

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