Il film Speak No Evil arriva nelle sale italiane l’11 settembre grazie a Universal Pictures. Diretto da James Watkins è un thriller psicologico prodotto da Blumhouse che esplora la tensione e l'orrore nascosti dietro l'apparente ospitalità di una famiglia britannica. Remake dell’omonimo film danese, ha per protagonisti gli attori James McAvoy, Mackenzie Davis, Aisling Franciosi, Alix West Lefler, Dan Hough e Scoot McNairy.
La trama del film Speak No Evil segue una famiglia americana che accetta un invito a trascorrere un weekend in una fattoria idilliaca, solo per scoprire che la vacanza dei loro sogni si trasforma rapidamente in un incubo psicologico. Ben e Louise Dalton, insieme alla loro figlia undicenne Agnes, accettano l'invito di Paddy e Ciara, conosciuti durante una vacanza in Toscana, a trascorrere un weekend nella loro fattoria in Inghilterra.
Ciò che inizia come un sogno idilliaco si trasforma in un incubo quando i Dalton scoprono che Paddy e Ciara non sono ciò che sembrano essere. Ben, affascinato dalla vita libera e "autentica" di Paddy, vede nell'invito un'opportunità per riaccendere la scintilla nel suo matrimonio e rinnovare la sua vita. Louise, più scettica, si trova sempre più sospettosa delle vere intenzioni dei loro ospitanti.
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Louise Dalton
Louise Dalton è interpretata da Mackenzie Davis, nota per i suoi ruoli in Terminator: Destino Oscuro e nella serie tv Halt and Catch Fire. La sua Louise è una donna che, pur avendo istinti e pensieri molto chiari, spesso deve sublimarli per compiacere il marito Ben, come ben ci spiega l’attrice nell’intervista in esclusiva che ci ha concesso. Dopo aver lasciato il suo lavoro in America per trasferirsi a Londra, Louise si trova disoccupata e insoddisfatta della sua vita, lottando per trovare un equilibrio tra il suo ruolo di madre e moglie e la sua identità personale.
Quello di Louise è senza dubbio un personaggio complesso, caratterizzato da una profonda ansia e una tensione costante, derivante dalla sua situazione matrimoniale e dalla sua difficoltà a fidarsi del proprio istinto. Nel corso del film Speak No Evil, Louise mostra momenti di forza e resilienza, soprattutto quando diventa chiaro che la sicurezza della sua famiglia è a rischio. La sua capacità di bilanciare queste emozioni intense è una testimonianza della sua profondità psicologica e della sua evoluzione come personaggio.
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Speak No Evil offre una critica tagliente alle norme sociali e alla mascolinità tossica, utilizzando un'ambientazione rurale per esplorare temi di pericolo e sopravvivenza. Louise Dalton emerge come un personaggio centrale, la cui evoluzione e complessità riflettono la profondità del film stesso. Attraverso l'interpretazione di Mackenzie Davis, Louise rappresenta il conflitto tra istinto e cortesia, offrendo una visione avvincente e inquietante delle dinamiche di potere e delle relazioni umane.
Speak No Evil: Le foto del film
1 / 20Intervista esclusiva a Mackenzie Davies
Quali aspetti di Louise hai trovato più difficili da interpretare?
Louise è una donna che sembra avere istinti e pensieri molto chiari, che sono in realtà anche giusti. Tuttavia, trovo molto fastidioso e difficile da rappresentare il fatto che deve in qualche modo sublimarli per rendere felice il marito. È un atteggiamento, se vogliamo, comprensibile: capita spesso nelle relazioni ma personalmente non è un tipo di rapporto in cui vorrei stare.
Speak No Evil è un film esplora temi come l'istinto e la paura. Come hai affrontato il conflitto interiore di Louise, divisa tra cortesia e istinto?
In questo, la sceneggiatura ha giocato un ruolo interessante nel descrivere la relazione molto fragile che Louise ha con il marito. I due sono ovviamente in terapia e stanno cercando di evitare che il loro matrimonio naufraghi. Penso che ciò contribuisca ad attutire e neutralizzare molti dei suoi istinti: non è del tutto sicura di come seguirli perché c’è qualcos’altro che per lei ha priorità. Un conflitto che è stato anche divertente da interpretare.
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Il personaggio di Louise sperimenta molta ansia e tensione. Come hai bilanciato queste emozioni intense con i suoi momenti di forza e resilienza?
La verità? Non lo so. Quando recito in film come questo, ho sempre paura di reggere la tensione per due ore di fila e sono molto ansiosa sul risultato della mia performance, cercando di fare anche altro per non mostrare solo la paura. James Watkins, il regista, è stato molto bravo nel lasciarmi osservare ciò che stava succedendo e nel permettermi di lasciar trasparire cosa stava pensando Louise senza alcun dialogo ma solo con gli sguardi. E credo che la sua pazienza con il personaggio abbia dato i suoi frutti.
Da persona e non solo da donna, quali dei temi del film ti spaventa maggiormente?
Mi terrorizza che le persone possano fraintendere l’empatia e la comprensione sacrificando ciò che sanno essere giusto e vero per se stesse per timore di offendere qualcuno. Occorre essere empatici così come comprendere le posizioni degli altri ma credo che sia giusto anche difendere il punto di vista opposto a quello di qualcuno: non è violenza. Non tutti dobbiamo necessariamente avere la stessa opinione per andare d’accordo… in questo film, invece, sembra che sia una sorta di falso accordo per farlo e non mi piace.
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Hai visto l’originale danese? Quali pensi che siano le maggiori differenze tra i due film?
Ho visto l’originale e penso che la differenza più evidente sia da attribuire alle differenze culturali. Come la coppia danese e quella tedesca si relazionano, come sono socializzate e quali valori e priorità hanno, sono molto diversi da quelli di una coppia americana che si è appena trasferita in Inghilterra con tutto il background che si porta dietro.
Penso che Christian Tafdrup, regista e sceneggiatore dell’originale, abbia creato uno spazio infinitamente adattabile per continuare a cambiare e sostituire le nazionalità delle coppie: se si facessero remake con italiani e spagnoli o con francesi e giapponesi, saremmo di fronte a film totalmente diversi perché i personaggi si porterebbero dietro retaggi e norme culturali differenti che inficerebbero la storia.