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Storia di mia moglie, il film di Rai 3 che adatta il romanzo di Milan Füst

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Arriva su Rai 3 in prima visione tv il film Storia di mia moglie, un’opera che offre una visione senza tempo delle dinamiche coniugali e delle eterne lotte del cuore umano. Da un potente romanzo di Milan Füst.
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Rai 3 trasmette la sera del 9 maggio in prima visione tv il film Storia di mia moglie. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2021, il film di Rai 3 Storia di mia moglie presenta un racconto epico, sensuale e struggente nell’adattare l’omonimo romanzo di Milan Füst.

Diretto dalla regista Ildikó Enyedi, è una coproduzione internazionale firmata per l’Italia da Palosanto Films con Rai Cinema. Protagonisti ne sono gli attori Léa Seydoux e Gijs Naber, affiancati da un cast variegato: Louis Garrel, Sergio Rubini, Jasmine Trinca, Luna Wedler, Josef Hader, Ulrich Matthes, Udo Samel e Simone Coppo.

Il film di Rai 3 Storia di mia moglie ci porta negli anni Venti del Novecento. Störr (Gijs Naber) è un instancabile capitano dimare, dedito al proprio lavoro e rispettato da tutti. Un giorno, mentre si trova in un bar con un amico, scommette con lui di sposare la prima donna che entrerà nella caffetteria. È così che Jacob conosce Lizzy (Léa Seydoux), sua futura moglie.

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Una semplice scommessa, fatta quasi per gioco, cambierà per sempre la vita semplice e disciplinata del capitano Störr. Dai ponti di comando, si ritrova improvvisamente assieme a Lizzy in un bell’appartamento a Parigi, nonostante non sappia molto della sua misteriosa consorte. La nuova vita matrimoniale, però, si dimostra più complessa del previsto. La tranquillità del capitano Störr viene sconvolta dalla ricerca sempre più ossessiva di comprendere una donna sfuggevole, che non si fa dire da nessuno come vivere.

Il romanzo

Storia di mia moglie, il libro di Milan Füst da cui è tratto il film proposto da Rai 3, è un romanzo affascinante e complesso che esplora le dinamiche del matrimonio e della psicologia umana attraverso una narrazione intensa e profondamente riflessiva.

Il romanzo segue la storia di Jakob Störr, un capitano di nave mercantile, che fa una scommessa impulsiva con un amico: sposare la prima donna che entra in un caffè. La donna si rivela essere Lizzy, e il loro matrimonio diventa il fulcro attorno al quale ruotano tutti gli eventi successivi del racconto. Questo matrimonio, nato sotto una stella tanto singolare quanto bizzarra, diventa una lente attraverso la quale Füst esplora temi universali come l'amore, la gelosia, l'incomprensione e il senso di estraneità.

Jakob Störr è un personaggio complesso, il cui desiderio di comprendere completamente sua moglie si scontra con la sua innata incapacità di penetrare i misteri della psiche femminile. Lizzy, d'altra parte, rimane per gran parte del romanzo un enigma, sfuggente e inafferrabile. La loro relazione è segnata da momenti di vicinanza emotiva e da profonde incomprensioni, riflettendo la perenne tensione tra vicinanza e distanza, conoscenza e mistero.

Füst scrive con uno stile ricco e evocativo, capace di trasportare il lettore nelle profondità psicologiche dei suoi personaggi. La sua prosa è densa di riflessioni filosofiche e descrizioni intense, che rendono Storia di mia moglie un'opera stimolante e a tratti sfidante. Il romanzo non si limita a raccontare una storia di matrimonio, ma si addentra nelle complessità delle relazioni umane e nelle oscurità del cuore.

Storia di mia moglie è un esempio luminoso di letteratura europea del XX secolo e rimane un testo significativo per il suo approccio penetrante e senza compromessi alla narrazione matrimoniale. Il romanzo interpella non solo le emozioni, ma anche l'intelletto del lettore, invitandolo a riflettere sulle proprie relazioni e sulle nature imperscrutabili di coloro che ci circondano.

Il poster italiano del film Storia di mia moglie.
Il poster italiano del film Storia di mia moglie.

Dal romanzo al film

“Finora ho scritto le sceneggiature di tutti i miei film basandole su mie idee originali”, ha spiegato la regista Ildikó Enyedi a proposito del film di Rai 3 Storia di mia moglie. “Per la prima volta mi cimento con l’adattamento di un romanzo, con l’intenzione di servire i pensieri e la mente di uno scrittore che ammiro profondamente fin dalla mia adolescenza. Ma, di sicuro, posso farlo solo a modo mio”.

“Milán Füst ci offre una storia: una bella trama ricca di colpi di scena, sorprese, un giro sulle montagne russe delle emozioni. Ci guida attraverso l'indagine emotiva di Jakob Störr con la suspense di un buon racconto poliziesco. Il mio intento primario è di raccontare bene questa storia. Non voglio che il mio ego ostacoli l'incontro del pubblico con questo racconto squisito e gentile. Voglio trascinare lo spettatore nelle profondità del mondo di Jakob Störr, l’affascinante capitano di vascello naufragato sulla terraferma”.

“Poiché il cinema lavora sulla mente e sull'anima in modo assai diverso dalla letteratura, ho dovuto apportare grandi cambiamenti, lasciare fuori personaggi importanti, crearne di completamente nuovi, aggiungere eventi drammatici e, soprattutto, progettare uno stile narrativo profondamente diverso. Ma lo scopo di tutti questi cambiamenti è quello di servire la complessità della fonte letteraria originale”.

“Questo film, perciò, non è ‘ispirato’ al romanzo, ma è un suo adattamento realizzato da una regista mossa da un profondo rispetto per l’autore. La trama apparentemente -ma solo apparentemente –classica, servirà ad aprire l’animo degli spettatori, a prepararli ad accogliere gli strati nascosti dentro questa storia di gelosia coniugale. Ho usato questo strumento in molti dei miei film".

"Il mio XX secolo, ad esempio, il mio primo lungometraggio, usa lo schema classico della commedia degli equivoci che si serve di gemelle intercambiabili. Nel caso di Storia di mia moglie, la particolarità del mio sguardo risiede nei dettagli. Anche in questo caso non intendo apportare innovazioni dirette, mi astengo dall'uso di gesti apertamente cinematografici tipici del film d’autore. Il tocco personale è nascosto nei dettagli”.

“Il film dovrebbe nascere nella mente e nell'anima di ogni singolo spettatore, nella propria immaginazione. Anche se per me si tratta di un film profondamente personale, la somma totale degli elementi che sento come importanti da raccontare sarà compresa unicamente attraverso questo gigante goffo dal cuore grande che è Jakob Störr. Jakob Störr sono io”.

Storia di mia moglie: Le foto

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