The Good Nurse è il film che Netflix propone dal 26 ottobre. Thriller basato su eventi realmente accaduti, è diretto dal candidato all’Oscar Tobias Lindholm ed è interpretato dall'attrice premio Oscar Jessica Chastain nel ruolo di Amy Loughren insieme a Eddie Redmayne nel ruolo di Charlie Cullen, oltre a Nnamdi Asomugha, Noah Emmerich e Kim Dickens.
La trama del film The Good Nurse
Al centro del film Netflix The Good Nurse c’è Amy, un'infermiera premurosa e una madre single. Alle prese con una malattia cardiaca potenzialmente letale, Amy è spinta al limite fisico ed emotivo da stremanti turni di notte nel reparto intensivo. Ma le cose migliorano quando arriva Charlie, un collega empatico e gentile che inizia a lavorare con lei.
Nel corso di lunghe notti in ospedale, i due sviluppano una solida amicizia e per la prima volta in molti anni, Amy nutre una speranza per il proprio futuro e per quello della giovane figlia. Ma quando una serie di misteriosi decessi tra i pazienti dà il via a un'indagine che punta a Charlie come il principale sospettato, Amy è costretta a rischiare la vita e la sicurezza della figlia per scoprire la verità.
“The Good Nurse, il film che ho diretto per Netflix, è diventato per me un viaggio inaspettato”, ha commentato il regista Tobias Lindholm. “È stato un percorso di comprensione. Uno studio sul male e sulla carità. Un’accettazione delle sfumature tra il Bene e il Male. Un promemoria che ci ricorda che abbiamo la possibilità di perdonare. Un ritratto realistico di un’eroina femminile il cui unico potere è l’umanità”.
Da una storia vera
La sceneggiatura di The Good Nurse, film original Netflix, prende spunto da The Good Nurse: A True Story of Medicine, Madness, and Murder, un libro di saggistica scritto da Charles Graener, il solo giornalista ad aver parlato mai con Cullen. Nel film, Jessica Chastain interpreta Amy Loughren, un’infermiera del New Jersey e madre single alle prese con una condizione cardiaca che potrebbe rivelarsi fatale. Amy stringe amicizia con l’affabile Charlie Cullen, interpretato da Eddie Redmayne, che ha da poco cominciato a lavorare nel suo stesso ospedale.
Amy comincia a porsi qualche domanda sul suo collega, fin troppo tranquillo ed empatico, dopo che il decesso di una persona ricoverata attira l’interesse delle forze dell’ordine. In poco tempo, Amy nota crescenti irregolarità ed errori nell’operato di Charlie, un insieme di elementi che presto portano a una verità profondamente inquietante.
Il vero Cullen ha confessato 40 omicidi ma si ritiene che abbia ucciso più di 400 persone tra il 1987 e il 2003 mentre lavorava negli ospedali degli Stati Uniti, un dato che lo rende uno dei più prolifici serial killer del Novecento. Che sia stato di agire indisturbato per così tanto tempo è qualcosa che al solo pensiero è spaventoso. “Ma non deve stupire”, ha commentato Redmayne. “Gli infermieri sono straordinari, lavorano in modo fenomenale e vengono pagati poco. All’epoca dei fatti, c’era anche una certa carenza di personale e, sfruttando tale falla, Charlie Cullen ha potuto agire indisturbato. Era un ottimo infermiere ma una volta commesso il primo omicidio non è riuscito più a fermarsi”.
Ancora prima di accettare il ruolo di Amy, Jessica Chastain conosceva la storia di Cullen e gli sforzi che la collega infermiera ha fatto per denunciare i suoi crimini. “Spesso interpreto personaggi femminili complicati”, ha dichiarato Chastain. “Lo faccio perché mi piace mostrare quanto incredibili siano le donne. Amy è una vera supereroina, una di quelle persone che lavorano tutti i giorni per farci stare bene e al sicuro ma di cui non si parla mai. Raccontare oggi la sua storia è un modo per celebrarla e renderle omaggio”.
Per la vera Amy Loughren non è stato semplice decidere di assicurare Charles alla giustizia. Non solo era preoccupata dell’impatto che le indagini avrebbero avuto su di lei ma anche di quello che avrebbero avuto sulla sua famiglia. A incoraggiarla, però, è stata la figlia Alex, che all’epoca aveva solo undici anni. “Temevo che la gente vedendomi insieme a lui sospettasse di una mia complicità”, ha ricordato Loughren in un’intervista alla BBC. “Non volevo che la vicenda influisse su mia figlia. Vivevamo in una piccola cittadina e non volevo rovinarle la vita. Ma è stata lei a dirmi che dovevo far qualcosa per non lasciar morire altre persone innocenti: a lei non interessava cosa avrebbe pensato la gente”.
Tuttavia, anche dopo arrestato, Cullen non ha confessato in un primo momento il suo operato. “Continuava a dirsi innocente. Ha confessato solo quando la polizia gli ha detto che avrebbero potuto accusare me”, ha aggiunto Loughren. “A modo suo, ha voluto dimostrarmi la sua amicizia confessando gli omicidi: è stata la nostra amicizia a portarlo dietro le sbarre per sempre. Per molto tempo, mi sono sentita in colpa nel non aver capito prima cosa succedesse sotto i miei occhi: c’era un mostro accanto a me ma non lo vedevo”.