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The Old Oak: La speranza nel film di Ken Loach in concorso a Cannes

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Ken Loach, maestro del cinema britannico, porta in concorso a Cannes il film The Old Oak. Storia di amicizia tra un inglese disilluso e una giovane siriana, è il racconto di come le diversità possano coesistere e convivere anche nelle difficoltà.
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The Old Oak è il nuovo film del cineasta britannico Ken Loach che verrà presentato al Festival di Cannes in concorso. Già vincitore di due Palme d’Oro (nel 2006 con Il vento che accarezza l’erba e nel 2016 con Io, Daniel Blake), l’ottantasettenne regista, sceneggiatore e attivista presenta la storia di TJ Ballantyne, il proprietario di un pub situato in una piccola città nel nord dell’Inghilterra. Tutti i giorni, TJ serve un gruppo di clienti abituali per i quali il pub è diventato l’ultimo posto in cui ritrovarsi.

L’arrivo dei profughi siriani nel villaggio porta però con sé nuove tensioni. TJ fa, comunque, amicizia con Yara, una giovane migrante con la passione per la fotografia. Insieme, cercheranno di rilanciare la comunità locale progettando una mensa locale per i più poveri, indipendentemente dal loro Paese d’origine.

Interpretato da Dave Turner ed Ebla Mari e sceneggiato da Paul Laverty, il film The Old Oak arriverà anche in Italia distribuito da Lucky Red.

Come nasce il film

Da sempre attento alle realtà sociali e politiche che lo circondano, il regista Ken Loach ha deciso di girare The Old Oak dopo due film che, ambientati nel nord est dell’Inghilterra e con al centro personaggi in balia di una società frammentata, finivano tragicamente. “Ma in quelle zone abbiamo incontrato anche persone dalla grande forza e generosità, in grado di reagire con coraggio e determinazione davanti alle avversità”, ha commentato il regista.

Uno dei punti di partenza della storia è la realtà che si vive nella regione, abbandonata dopo il declino delle attività industriali. “La maggior parte dei villaggi di minatori, un tempo prosperi e orgogliosi delle loro tradizioni di solidarietà, delle attività sportive e del patrimonio culturale regionale, è stata abbandonata da politici e lasciata a se stessa. Molte famiglie hanno abbandonato il loro luogo di origine. I negozi hanno chiuso, così come le scuole, le biblioteche, le chiese e la maggior parte dei luoghi pubblici. Senza più lavoro, è scomparsa anche la speranza per lasciar spazio alla frustrazione, alla disperazione e ai sentimenti di ostracismo, rafforzando così i partiti di estrema destra. I comuni delle regioni più ricche hanno deciso di trasferire in queste zone, negli alloggi popolari, le persone considerate “problematiche”: era inevitabile che si acuissero i conflitti”.

“A ciò si è aggiunta anche la decisione del governo di accogliere i profughi in fuga dall’atroce guerra in Siria”, ha aggiunto Koach. “Ne abbiamo accolti un numero minore rispetto alla maggior parte dei Paesi europei ma, comunque, era necessario trovare loro casa. Ancora una volta la destinazione è stata il nord-est, dove gli affitti sono economici. Si sono ritrovate così a convivere due diverse comunità affette da gravi problemi a convivere”.

Il regista Ken Loach.
Il regista Ken Loach.

I due protagonisti

The Old Oak è un film che racconta di come l’amicizia tra TJ e Yara cambia il mondo circostante e la triste realtà in cui vivono.

TJ, interpretato da Dave Turner, ha quasi sessant’anni ed è nato nel villaggio in cui è cresciuto. Ha lavorato nelle miniere poco prima dello sciopero del 1984 e l’esperienza lo ha spinto a diventare un attivista, divenendo anche una figura di riferimento nella sua comunità. Dalla chiusura delle miniere, ha svolto diversi lavori fino a quando la madre, con la liquidazione del padre morto, ha decido si acquistare un pub, l’Old Oak. E di quel vecchio mondo ormai svanito il pub è l’ultimo avamposto di resistenza: far sì che non chiuda è per TJ, separato dalla moglie e con un figlio lontano, quasi un’ossessione.

Yara, impersonata da Ebla Mari, è la figlia maggiore di Fatima e ha poco più di vent’anni. Dopo essere fuggita dalla guerra, la sua famiglia ha vissuto per un po’ in un campo profughi, senza dubbio in Libano, un’esperienza che ha segnato molto la ragazza. I volontari internazionali si sono però presi cura di lei: Yara ha imparato le lingue straniere (in particolare, l’inglese) e, lavorando a fianco degli organizzatori, degli insegnanti e degli assistenti, ha imparato come entrare in contatto con persone di ogni ceto sociale. Notando il suo talento, il padre sarto ha fatto del suo meglio per il futuro della figlia ma, a causa con uno scontro con le autorità, è finito in prigione in Siria.

Con i suoi compagni di sventura, Yara è stata mandata nel villaggio di TJ, un posto in cui le spiagge sono inquinate dai rifiuti industriali e la popolazione è ostile. Le occorrono coraggio e consapevolezza per affrontare chi ha contro ma di sicuro non le mancano, impressionando favorevolmente TJ e ponendo le basi della loro amicizia.

The Old Oak: Le foto

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