Lucky Red porta al cinema dal 29 febbraio La sala professori, il film tedesco che è uno dei rivali del nostro Io Capitano nella corsa agli Oscar come Miglior film in lingua non inglese. Diretto da İlker Çatak e con protagonista l’attrice Leonie Benesch, La sala professori è un film molto attuale e universale alla cui storie è impossibile resistere.
Il regista İlker Çatak utilizza il microcosmo di una scuola come sfondo per raccontare la storia di un’insegnante idealista che, cercando di fare tutto nel modo giusto, vive una crescente pressione quando, nel difendere uno degli allievi dall’accusa di furto, diventa lei stessa il bersaglio di un furto.
La trama del film
Carla Nowak (Leonie Benesch) è una insegnante giovane, dedicata e idealista, al suo primo impiego in una scuola media tedesca. Il suo rapporto disteso con gli studenti della settima classe si rimette in discussione quando una serie di furti avviene nella scuola, e un'indagine del personale scolastico condotta con mano pesante porta ad accuse e diffidenza tra genitori indignati, colleghi dal parere deciso e studenti arrabbiati. Coinvolta in mezzo a queste dinamiche complesse, Carla cerca di mediare ma si scontra spietatamente con le strutture e la politica del sistema. Più cerca di fare tutto nel modo giusto, più disperata diventa la sua posizione.
Con il film La sala professori, il regista İlker Çatak realizza un lavoro intransigente e sfumato sull'istituzione come microcosmo della società. Nel ruolo di una giovane insegnante, Leonie Benesch crea un'atmosfera intensa attraverso la sua affascinante interpretazione di un’idealista intrappolato tra fazioni in conflitto.
La sala professori è uno studio avvincente sulle dinamiche di potere, che affronta temi come la verità, la giustizia, il razzismo, il rispetto, la cancel culture e i diritti dei ragazzi, dimostrando come gli individui vengano logorati da quelle che sono le posizioni consolidate. Nel cast, anche Eva Löbau, Michael Klammer e, al suo debutto sul grande schermo, Leo Stettnisch.
In una scuola che cambia o forse no
Al centro del film La sala professori c’è un’osservazione critica ma veritiera di quella che è la scuola, un’istituzione che raramente si mette in discussione e che, quando lo fa, finisce per generare soluzioni che portano il malcontento in tutti. Il regista stesso si è basato su situazioni che sono realmente accadute e di cui è stato testimone o è venuto a conoscenza. Il microcosmo della scuola è visto come un riflesso del mondo in cui viviamo. “La scuola è come una società intrappolata in se stessa, dove non si intraprende alcuna azione”, ha commentato Ingo Fliess, il produttore del lungometraggio. “Le discussioni servono solo a sollevare polvere che porta a risultati insoddisfacenti per tutte le parti in causa: nessuno ne trae mai reale beneficio”.
In una dimensione quasi fuori dal tempo, in cui non entrano nemmeno i dispositivi digitali, ci si addentra in una storia che mette in evidenza come la scuola sia rimasta inamovibile nel tempo. Si aprono le porte della stanza dei professori, di quell’aula avvolta dall’alone di mistero per tutti coloro che si sono chiesti, soprattutto da studenti, cosa accada lì dentro. “Quasi tutti i miei ricordi legati alla scuola sono bellissimi”, ha raccontato il regista İlker Çatak. “Ero molto bravo e ho frequentato il liceo in Germania fino a quando i miei non si sono trasferiti a Istanbul e io non mi sono dovuto confrontare con un sistema scolastico completamente differente”.
“Il film parte da diversi ricordi. Nella mia classe, c’erano due ragazzi che, durante le ore libere, andavano alle lezioni di educazione fisica per rubare dalle giacche e dalle tasche degli altri studenti”, ha continuato il regista. “È andata avanti così per molto tempo: tutti lo sapevano ma nessuno parlava per non passare da ‘spione’. Ricordo ancora il giorno in cui, per risolvere la situazione, tre insegnanti entrarono in classe facendo uscire le ragazze e costringendo noi ragazzi a mettere sul tavolo tutti i portafogli. Quel ricordo è tornato fuori durante una vacanza insieme al mio amico e cosceneggiatore Johannes Duncker”.
“In una delle nostre chiacchierate, gli raccontai anche di come la donna delle pulizie dei miei genitori fosse stata sorpresa a rubare mentre lui mi raccontò di sua sorella, che lavora come insegnante di matematica. Nella sua scuola, erano stati commessi dei furti nella sale dei professori… e da cosa nasce cosa, cominciando a far ricerche nei campi della formazione con insegnanti, presidi, psicologi scolastici e insegnanti di sport”.