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The Whale: Il film di Aronofsky affronta il peso fisico e psicologico di un uomo solo

Brendan Fraser è lo straordinario protagonista di The Whale, il nuovo film di Darren Aronofosky in concorso a Venezia. Interpreta un uomo affetto da obesità che cerca di riconciliarsi con la vita e i suoi affetti.

The Whale è il nuovo film di Darren Aronofsky in concorso al Festival di Venezia e prossimamente nelle nostre sale grazie a I Wonder Pictures. The Whale, letteralmente “la balena”, si basa su un’acclamata rappresentazione teatrale di Samuel D. Hunter.

Nel film, l’attore Brendan Fraser si cala nei panni di Charlie, un solitario insegnante inglese che convive con una grave forma di obesità che non gli lascia molto tempo da vivere. Proprio per tale ragione, Charlie cerca di riconciliarsi con un ultimo e audace tentativo con la figlia Ellie (Sadie Sink). Mentre prova a rimettere insieme i pezzi della sua famiglia distrutta, con coraggio e fermezza, si confronterà con traumi sepolti da tempo e un amore inespresso che lo perseguita da decenni.

“Il cinema può̀ metterci in contatto con gli altri, indipendentemente da quanto possano apparirci diversi in superficie”, ha commentato Aronofsky. “Le persone che lottano con l’obesità̀ sono spesso giudicate, respinte ed etichettate”.

Brendan Fraser in The Whale.
Brendan Fraser in The Whale.

La trama del film The Whale

Al di là della forma fisica del suo protagonista, il film The Whale di Aronofsky può essere descritto come lo studio di un personaggio di un uomo alle prese con l’enorme peso dei suoi rimpianti, dei doveri legati alla paternità e della sua stessa bontà. The Whale è dunque una storia di trasformazione e trascendenza, l’odissea di un uomo dentro e fuori dal suo proprio corpo: un viaggio che oscilla tra la profondità del dolore e la possibilità di salvezza.

Attraverso Charlie, The Whale offre la descrizione dell’interiorità di un uomo, segnata da contraddizioni, desideri e paure. Charlie è un uomo che non vede l’empatia come nemica dell’onestà: le considera come le due facce della stessa medaglia. Il film si svolge nell’arco di cinque giorni durante i quali Charlie tenta di ricostruire i rapporti con varie persone che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua vita: la figlia, l’ex moglie (Samantha Morton), la sua migliore amica (Hong Chau), i suoi studenti (a distanza) e persino il giovane missionario che si presenta alla sua porta (Ty Simpkins).

Attraverso ognuno di questi incontri, a vita di Charlie viene messa a fuoco e la gravità della situazione in cui versa diventa sempre più chiara.

Salviamoci a vicenda

The Whale è il film che Aronofsky ha voluto fare sin da quando un decennio fa ha visto a teatro per la prima volta la commedia scritta da Sam D. Hunter con al centro un uomo, sovrappeso, che per tutto il tempo sta sul suo divano. Il regista è stato subito colpito dall’intelligenza della storia e dal modo intrepido con cui interroga la condizione umana senza offrire risposte facili o scontate.

“Ho amato sin da subito come l’umanità era rappresentata con tutte le sue sfumature. I personaggi non erano polarizzati e avevano personalità complesse e intricate”, ha commentato Aronofsky. “Hanno tutti fatto degli errori ma condividono tutti un grande cuore e il desiderio di amare anche quando gli altri non sembrano per nulla amabili. Quella di The Whale è una storia che pone una domanda semplice ma essenziale: possiamo salvarci a vicenda? Ed è fondamentale chiederselo in un momento in cui tutti sembrano girarsi dall’altra parte”.

Alle origini della rappresentazione teatrale

The Whale, la rappresentazione teatrale di Hunter da cui Aronofosky ha tratto il suo film, prendeva spunto dalle esperienze dello stesso autore, che aveva provato sulla propria pelle l’obesità quando frequentava il college. Hunter ha saputo restituire, quindi, con grande veridicità ciò che Charlie attraversa sia fisicamente sia socialmente. L’obesità negli Stati Uniti è un problema serio che colpisce oltre il 40% degli americani. Tuttavia, Hunter ha tracciato nel suo caso un collegamento diretto tra il suo peso in eccesso e i sentimenti repressi.

“Conosco molte persone che sono big size ma che sono felici e in salute, io non lo ero”, ha ricordato Hunter. “Ho dovuto reprimere molti sentimenti anche per via della scuola cristiana fondamentalista che ho frequentato. Quando è emersa la mia sessualità, ho sviluppato un rapporto malsano con il cibo”.

Attraverso la creazione di Charlie, Hunter ha rielaborato in qualche modo il trauma e la rabbia degli anni scolastici. La prima volta che nella sua rappresentazione vediamo Charlie è in una specie di limbo fisico ed emotivo. La sua forma gli impedisce di muoversi liberamente e dentro di sé cova molto dolore per la morte del suo compagno, Alan. Incapace di perdonarsi per il ruolo giocato nella morte di Alan e assalito dai sensi di colpa per l’allontanamento dalla figlia e dalla moglie, Charlie ha iniziato a mangiare in maniera compulsiva e autodistruttiva. “Il dolore non elaborato è ciò che distrugge Charlie, ancor più della sua insufficienza cardiaca congestizia”, ha sottolineato Hunter.

Anche l’idea di far di Charlie un insegnante nasce da un fatto appartenente alla sfera privata del drammaturgo. Ancor prima di scrivere The Whale, Hunter ha cominciato a insegnare alla Rutgers University. Ed è stata quell’esperienza che lo ha spinto a rendere Charlie un insegnante a distanza: il web gli permette di nascondersi fisicamente. Tuttavia, da insegnante Charlie sa quanto sia importante avere sempre una visione chiara delle cose ed è questa la ragione che lo spinge a voler riallacciare i rapporti con le persone a lui care.

Sadie Sink in The Whale.
Sadie Sink in The Whale.

Un protagonista over size

Protagonista di The Whale, il nuovo film di Aronofsky in concorso a Venezia, è l’attore Brendan Fraser. “Avevo bisogno di un grande talento che potesse risplendere attraverso il trucco, un attore con un cuore immenso e un’anima pura”, ha ricordato il regista. “Non appena ho incontrato Brendan, ho capito immediatamente che avevo trovato il mio protagonista. In lui vi è qualcosa di ineffabile che dà vita al personaggio e ci trasporta – mente e cuore – in ciò̀ che avrebbe potuto essere inconoscibile”.

Per diventare Charlie, Fraser ha dovuto non solo mettere alla prova il suo aspetto fisico ma anche (e forse soprattutto) quello psicologico. “Ammetto di essere stato intimidito dal ruolo”, ha confessato Fraser. “Avrei dovuto scavare in profondità dentro di me, più di quanto sapevo fare”.

“Charlie non è un angelo ma è incredibilmente umano”, ha proseguito Fraser. “Per citare Walt Whitman, contiene moltitudini. Ama la vita e tutta la sua bellezza ma si nasconde. Non tanto per il suo aspetto fisico ma quanto per l’odio che i suoi errori hanno generato nei suoi confronti e le perdite che non riesce a conciliare o superare. Non è la persona che voleva essere ed è pieno di sensi di colpa per tutto”.

“So fin troppo bene come ci si sente a essere derisi e ridicolizzati sena pietà. I pregiudizi sul peso sono uno dei mezzi limite a cui la gente ricorre per sminuirsi a vicenda. I social hanno amplificato un dolore a cui è arrivato il momento di porre fine”, ha concluso l’attore.

Il regista Darren Aronofsky sul set di The Whale.
Il regista Darren Aronofsky sul set di The Whale.
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