The Woman King è il film che arriverà nelle sale italiane l'1 dicembre, distribuito da Warner Bros. Racconta la straordinaria storia delle Agojie. Guerriere, le Agojie nell’Ottocento proteggeva il Regno africano di Dahomey con un’abilità e una ferocia mai viste al mondo.
Ispirato a fatti realmente accaduti, il film The Woman King segue l’epico ed emozionante viaggio del generale Nanisca (il premio Oscar Viola Davis) mentre addestra la nuova generazione di reclute e le prepara alla battaglia contro un nemico determinato a distruggere il loro stile di vita. Per alcune cose vale la pena combattere…
Rilasciato il 16 settembre negli Stati Uniti, The Woman King è diretto dall’afroamericana Gina Prince-Bythewood e vede nel cast, oltre a Davis, gli attori Thuso Mbedu, Lashana Lynch, Hero Fiennes Tiffin e John Boyega.
Le guerriere Agojie
“Per me, il film The Woman King racconta una storia importante perché ci ho rivisto me stessa e tutti i miei sforzi per affermarmi come donna nera”, ha da subito commentato Viola Davis. Oltre che interprete, Viola Davis è anche produttrice del film ispirato alla vera storia delle guerriere che hanno protetto il regno di Dahomey per due secoli, dalla fine del Seicento alla fine dell’Ottocento.
Le guerriere Agojie vissero per servire, difendere e proteggere il regno, considerato uno dei più ricchi dell’epoca. Temute in tutta l’Africa occidentale, si mossero nei territori che oggi riconosciamo come il moderno Benin. La cultura di Dahomey, che alle donne dava posizioni di rilievo a differenza di altre, si basava su una struttura sociale incredibilmente progressista, in cui tutti i ruoli di potere erano perfettamente bilanciati senza alcuna distinzione di genere. La parità di genere riguardava tutte le cariche più importanti, da quelle militari a quelle religiose, passando per quelle economiche.
La cultura del popolo aveva una dualità unica, raramente vista nel corso della storia dell’umanità. “Grazie alla storia delle guerriere Agojie abbiamo la possibilità di riflettere su cosa significhi essere una donna”, ha sottolineato la regista Gina Prince-Bythewood. “Capiamo cosa sia realmente la femminilità e quali siano i suoi punti di forza. Le guerriere, realmente esistite, hanno fatto qualcosa di sovrumano quasi, sebbene non fossero supereroi”.
A imbattersi per prima nella storia delle guerriere Agojie è stata l’attrice e produttrice Maria Bello durante un viaggio in Africa. “Sono rimasta scioccata dallo scoprire una vicenda di cui nessuno aveva saputo quasi mai nulla e, in particolare, dall’esistenza di un esercito di sole donne”, ha commentato la produttrice Cathy Schulman, dopo che Bello le ha regalato un libro in francese sulle Agojie. “Dovevamo necessariamente farne un film, anche solo per onorarne la memoria. È difficile per noi donne ottenere finanziamenti per dei film ed è ancora più complicato quando si tratta di raccontare storie inedite. Ma ci siamo riuscite!”.
Orgoglio e accettazione di sé
Tuttavia, nonostante si basi su eventi realmente accaduti, il film The Woman King presenta personaggi di fantasia. Alla sceneggiatura, firmata da Bello e Dana Stevens, ha contribuito lo storico ed economista di Princeton Leonard Wantchekon, originario del Benin. La collaborazione dello studioso si è resa necessaria proprio perché il film descrive un periodo della storia in cui il regno di Dahomey era fortemente legato alla tratta degli schiavi. “Nanisca, la protagonista, è a un bivio della sua vita”, ha evidenziato la regista. “Sta invecchiando e sa di aver poco tempo per impegnarsi contro la tratta degli schiavi, andando in contro a un proprio percorso di riscoperta dell’orgoglio e dell’accettazione di sé”.
La più grande difficoltà incontrata nel ricostruire la figura delle guerriere Agojie è legata al fatto che a parlare storicamente di loro siano stati soprattutto autori europei durante e dopo la colonizzazione dell’Africa. I resoconti sono, dunque, pieni da pregiudizi. “Credo che le guerriere abbiano leggermente disarmato coloro che ne scrissero”, ha sottolineato Viola Davis. “Non tanto perché fossero indomite e spietate ma quanto perché donne, credo che sia stata per loro una grande sorpresa! Le descrissero come “mascoline” o ricorrendo a espressioni del tipo “sembrano bestie”, non riuscendo mai a capire come delle donne facessero parte delle truppe militari africane”.
Le guerriere Agojie erano donne con alle spalle background differenti. Provenivano da villaggi sparsi per la regione ma questo non impedì loro di formare un indissolubile legame di sorellanza. Per omaggiare quest’aspetto, la regista ha voluto mettere insieme un cast che rappresentasse l’incredibile diversità della diaspora africana. “C’è Thubo Mbedu, che viene dal Sud Africa”, ha spiegato. “Lasana Lynch è giamaicana e Sheila Atim, proveniente dal Regno Unito, ha origini ugandese. Ho voluto donne dell’Africa occidentale ma anche donne afroamericane. Era giusto che facessi così per raccontare tutte insieme la nostra storia”.