Entertainment

Credere o no a una donna violentata: è il tema (attualissimo) del film premiato dal pubblico a Venezia

through the night film
Through the Night è il film che ha conquistato il Premio del Pubblico alle Giornate degli Autori. Racconta di tre vite che si intrecciano: quelle di una donna violentata, del suo presunto stupratore e dell’operatrice che ha risposto alla chiamata. Attuale più che mai.
Nell'articolo:

Through the Night (Quitter la nuit) di Delphine Girard è il film che ha vinto il Premio del Pubblico con il 64% dei voti delle Giornate degli Autori 2023, la sezione collaterale del Festival di Venezia. Scritto dalla stessa Girard e interpretato da Selma Alaoui, Guillaume Duhesme, Veerle Baetens e Anne Dorval, racconta di come, una sera, una donna in pericolo chiami la polizia. A rispondere alla sua richiesta d’aiuto è Anna. Un uomo viene arrestato. Con il passare delle settimane, mentre i tribunali cercano le prove, Aly, Anna e Dary affrontano gli echi di una notte che non possono lasciarsi alle spalle.

La trama del film

Il film Through the Night comincia quando Anna (Veerle Baetens), operatrice di una linea di emergenza, risponde alla chiamata di una donna che sembra aver sbagliato numero. Le ci vuole un po’ di tempo per rendersi conto che la persona dall’altro lato della cornetta sta fingendo una conversazione con sua sorella per evitare il peggio.

Aly (Selma Alaoui), la donna in questione, è in macchina con Dary (Guillaume Duhesme), un uomo in evidente stato di agitazione e sempre più impaziente per la telefonata. Si sono incontrati quella stessa sera a una festa e hanno deciso di andare a bere qualcosa insieme ma la situazione è precipitata. Una volta individuati e fermati dalla polizia, Aly accusa Dary di averla violentata, circostanza che l’uomo nega con veemenza.

Ed è così che inizia il lungo impegno di Aly nel cercare di ottenere giustizia e nel rimettere ordine nella sua vita mentre Dary cerca di superare l’accaduto. Il fatto ha però conseguenza per entrambi ma anche per Anna, che per via della chiamata rivive qualcosa del suo passato.

Through the Night: Le foto del film

1 / 8
1/8
2/8
3/8
4/8
5/8
6/8
7/8
8/8
PREV
NEXT

Stanchi delle violenze

Through the Night, il primo film della regista belga Delphine Girard, affronta una questione spinosa e attualissima: i molti ostacoli, psicologici e legali, che le vittime di violenza sono costrette ad affrontare. Le indagini della polizia (nel film come nella realtà) sono estenuanti e conflittuali ma raramente prevedono sostegno psicologico per chi un abuso lo ha subito. Il sistema giudiziario, poi, con la sua lentezza e le sue lungaggini complica ulteriormente lo stato delle cose: occorrono ben due anni prima che il caso di Aly arrivi in tribunale.

E in più la regista fa il punto su un altro aspetto di certo non secondario: il secolare scontro tra le dichiarazioni della vittima e quelle del carnefice quando non ci sono testimoni in giro. Quali parole fanno fede? Cosa è successo realmente? Non stava forse Aly baciando Dary qualche minuto prima e anche dopo?

Mentre la storia va avanti, Aly affronta la vergogna mentre Dary si lascia andare a un’analisi di coscienza nell’immaginare il possibile tempo che passerà in prigione. L’unica persona che crede inequivocabilmente ad Aly, oltre alla sorella Lulu (Adèle Williams), è Anna, colei che ha sentito la paura insita nella sua voce. C’è una ragione personale, che viene meravigliosamente rivelata da una scena toccante di Anna con il figlio e che rivela ancora una volta quanto grandiosa sia come attrice Veerle Baetens.

“Due anni fa, dopo aver ascoltato una chiamata al 911 statunitense, iniziai a scrivere il cortometraggio A Sister. Si raccontava la storia di una telefonata d'emergenza fatta da una donna che era prigioniera in un'automobile guidata dall'uomo che l'aveva appena aggredita. Per chiedere aiuto, finse di chiamare la sorella. Quel lavoro mi colpì più del previsto. Dialogava con l'attualità e con l'improvvisa attenzione sugli effetti distruttivi causati dalle violenze sessuali”, ha raccontato Delphine Girard nello spiegare la genesi del film Through the Night.

“Terminai il cortometraggio con un senso di insoddisfazione, anche se non riuscivo a formulare bene le ragioni di quello stato d'animo. Solo partecipando alle proiezioni e alle successive discussioni, compresi quel disagio: nel cortometraggio mi era mancato il tempo necessario per esplorare la complessità del tema e per raccontare le storie dei personaggi come avrei effettivamente voluto. Cosa fa Aly, la giovane donna, dopo quello che ha appena vissuto? Come reagisce Anna, l'operatrice, a quella chiamata? Sente il bisogno di essere coinvolta? Cosa succede a Dary e cosa pensa delle sue azioni?”.

“È fondamentale, in questo particolare momento storico, e anche a livello personale, trovare il modo di dare una forma e una sostanza a tutto ciò. È necessario capire gli effetti di un'aggressione, al di là degli strumenti di cui si dota il nostro sistema per reagire. Vorrei mostrare le cause che spingono una persona a commettere un abuso, soprattutto perché non credo sia possibile mutare certi comportamenti senza prima comprenderli. Sono stanca (e furiosa) di vedere la quantità di donne la cui vita è stata sconvolta dalla violenza e sono esausta delle risposte semplicistiche che si danno a questi problemi, perché si finisce sempre con l'opporre i mostri alle vittime. Non credo che così si creerà il terreno fertile per un autentico cambiamento”.

La regista Delphine Girard.
La regista Delphine Girard.
Riproduzione riservata