Rai 4 propone il 15 giugno il film Tre giorni e una vita. Diretto da Nicolas Boukhrief e interpretato da Sandrine Bonnaire, Pablo Pauly e Charles Berling, è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore Pierre Lemaitre, pubblicato in Italia da Mondadori.
L’incipit della storia appare sin da subito abbastanza intrigante. In una cittadina tra le foreste delle Ardenne, nel Natale del 1999, accadono tre tragici eventi che sconvolgono la vita di Antoine: la morte del cane dei vicini, la scomparsa di un ragazzino e una tempesta.
La trama del film Tre giorni e una vita
Il film Tre giorni e una vita, proposto da Rai 4, comincia con il piccolo Antoine, un ragazzino di dodici anni, che vive da solo con la madre Blanche (Sandrine Bonnaire) a Olly, un piccolo villaggio nelle Ardenne belghe. Il suo miglior amico è un cane ed è proprio la sua morte che lo porta un giorno, nella foresta, a uccidere accidentalmente Rémi, il figlio di sei anni dei vicini, e in preda al panico a occultarne il cadavere.
Michel (Charles Berling), il padre di Rémi, allerta immediatamente la polizia. Viene così organizzata una ricerca che dovrebbe portare al ritrovamento del corpo e al disvelamento del crimine commesso. Tuttavia, un evento inaspettato, una tempesta che devasta il villaggio, mescola le carte in gioco. Da quel momento passeranno ben quindici anni, con Antoine che si porterà sempre appresso il peso di quanto avvenuto.
Cosa avremmo fatto noi?
Tre giorni e una vita, il titolo del film proposto da Rai 4, ben evidenziano gli argomenti su cui fa leva la storia. I tre giorni in questione sono il 22, 23 e 24 dicembre 1999, quelli in cui la vita del piccolo Antoine cambierà per sempre. Colpevole di omicidio colposo, Antoine non riesce a confessare quanto fatto a Rémi né alla madre né al medico di famiglia, Dieulafoy (Philippe Torreton), che tuttavia sospetta qualcosa.
Thriller anomalo, Tre giorni e una vita non si chiede chi sia stato l’assassino da trovare. Sin dal primo momento sappiamo chi è stato a fare cosa. La domanda da porsi è piuttosto un’altra: come ci saremmo comportati noi se avessimo vissuto tutto sulla nostra pelle?
L’andamento del film procede per flashback. Antoine è ormai adulto (Pablo Pauly) ed è un giovane medico. Eppure, la storia torna indietro nel tempo, riportandoci a quando da bambino viveva con la madre tra gli abitanti di Olly, una comunità ancora scossa dagli omicidi del serial killer Marc Dutroux. Loro vicini di casa erano Rémi, sua sorella Emilie (di cui Antoine era segretamente innamorato) e i loro genitori. L’omicidio di Rémi viene mostrato subito e cominciano le ricerche: già il solo pensiero che vena ritrovato il corpo della vittima inquieta Antoine, rendendogli difficile cosa fare o dire.
E da adulto Antoine torna dove si sono svolti i fatti. Ma per lui non è semplice: va incontro a un meccanismo machiavellico, quasi diabolico, che non sveliamo per non rivelare la sorpresa. I rimorsi, i sensi di colpa e il segreto che ha mantenuto sono ancora più opprimenti della pena in carcere che avrebbe potuto scontare. Tre giorni e una vita, il film di Rai 4, non è altro che un’analisi dell’animo umano e sulla coesistenza in esso del bene e del male. Cos’è, dopotutto, Antoine se non un innocente colpevole?
La richiesta dello scrittore
Contrariamente a quanto accade di solito, non è stato il regista Nicolas Boukhrief a chiedere i diritti del romanzo dello scrittore Pierre Lamaitre per Tre giorni e una vita, il film in onda su Rai 4. È accaduto esattamente il contrario: è stato Lamaitre a cercare Boukhrief con una mail datata 17 febbraio 2017, poco dopo la pubblicazione del suo romanzo nel 2016.
“Volevo sottoporti l’adattamento del mio romanzo”, ha scritto l’autore. “Racconta la storia di un dodicenne che per caso diventa l’assassino di uno dei suoi compagni di gioco. Non si tratta di scoprire il colpevole ma di approfondire il senso di colpa che l’assassino si porta addosso. Ci si chiede come possa sopravvivere, tanto più che nella sfortuna è accompagnato da una certa dose di “fortuna”: una combinazione di circostanze gli permette di sfuggire all’arresto. Si racconta dunque come un assassino, scampato alla giustizia, diventa il peggior carnefice di se stesso. Un delitto può dirsi perfetto solo se il colpevole riesce a nasconderlo del tutto, cosa che non riguarda il piccolo Antoine”.