Cielo trasmette in prima visione tv lunedì 26 giugno Una donna fantastica, film diretto da Sebastian Lelio, presentato in concorso al Festival di Berlino 2017 e vincitore di un Oscar come miglior film in lingua non inglese. Dallo stesso regista di Il prodigio, ha per protagonista una donna transgender, Marina (Daniela Vega), che si trova in una situazione precaria dopo la morte improvvisa del suo compagno mentre era con lei.
Con accenni al cinema di Almodovar e Fassbinder, il film Cielo Una donna fantastica nella sua costruzione da noir sovversivo sottolinea la ricerca di Marina per dimostrare di non essere la femme fatale che i suoi nemici credono. Il fatto che la storia abbia permesso al Cile di vincere il suo primo Oscar ha permesso che nel Paese venisse finalmente rilanciato un disegno di legge rimasto in sospeso per anni. Nel settembre 2018, è stata infatti approvata la cosiddetta Legge sull’Identità di Genere, che consente alle persone di età superiore ai 14 anni di cambiare nome e genere sui documenti ufficiali.
La trama del film
Il film Cielo Una donna fantastica, uscito nelle sale italiane grazie a Lucky Red, ha per protagonista Marina Vidal (Daniela Vega), una donna giovane e attraente legata sentimentalmente con Orlando (Francisco Reyes), un uomo di vent’anni più grande. Una notte, dopo aver festeggiato in un ristorante il compleanno dell’amata, Orlando, cinquantasettenne divorziato, si sveglia e, colpito da aneurisma, cade dalle scale, riportando ferite fatali che iniziano a perseguitare Marina. Familiari e poliziotti guardano con sospetto alla sua giovinezza, alla sua classe e, soprattutto, alla sua identità di genere.
Pur consapevole di non guadagnare molto dalla morte del suo Orlando, Marina dovrà scontrarsi con la cattiveria del figlio del compagno, con la freddezza dell’ex moglie (che non la vuole al funerale) e con un detective dell’unità investigativa sui reati sessuali. Ma Marina è una donna forte e coraggiosa e si batterà contro tutto e tutti per difendere la propria identità e i propri sentimenti, non solo per riabilitare il suo nome ma anche e soprattutto per reclamare ciò che nessuno sembra disposto a darle: rispetto.
Un film trans-genere
“Una donna fantastica è un film che allo stesso tempo celebra e indaga il suo personaggio principale: Marina Vidal”, ha sottolineato il regista Sebastian Lelio. “Cosa vedranno gli spettatori quando vedranno Marina? Una donna, un uomo, o la somma di entrambi? Vedranno un essere umano che cambia continuamente sotto ai loro occhi, che fluisce, vibra, e modifica se stessa. Ciò che stanno vedendo non è esattamente quello che vedono, e questa condizione trasforma Marina in un vortice che trascina la fantasia e il desiderio dello spettatore, invitandolo a esplorare i limiti della sua stessa empatia”.
“Vorrei che lo spettatore finisse per sentirsi intimamente legato a Marina. Così, indipendentemente dalle proprie convinzioni, dai valori o dalla sua visione del mondo, guardandola a lungo, lo spettatore finisca per sentirsi come lei, e provando una forte empatia, desideri vederla sopravvivere e avere la meglio. Una donna fantastica ci invita a immedesimarci negli altri, a sperimentare emozioni che spesso ci sono del tutto nuove, e queste scoperte non accadono nel film ma dentro gli spettatori stessi. Ci prepara alla vita e ci permette di esplorare la nostra elasticità spirituale. Mi piacerebbe che lo spettatore si abbandonasse a un viaggio stimolante, e che lo facesse a braccia aperte. Vorrei anche che si sentisse di aver visto qualcosa di meraviglioso, che sentisse di essere entrato in contatto con la bellezza”.
“Quando ho cominciato a scrivere questo film, la questione transessuale non era esplosa tra le masse”, ha proseguito Lelio. “All’improvviso, la figura del transessuale è passata da una marginalità incompresa a un posto in prima fila nell’immaginario collettivo corrente. Penso che il film entri intimamente in contatto con l’identità del personaggio".
"In spagnolo (ma anche in italiano, ndr), la parola usata per riferirsi all’identità sessuale è la stessa utilizzata per alludere allo stile narrativo: genere. In questo senso, il film stesso è “trans-genere”. È un film romantico, un film di fantasmi, un film di fantasia, un film sull’umiliazione e la vendetta, un documento della realtà, uno studio di carattere. L’identità del film stesso fluttua, non si fissa, non si ferma, e rifiuta di ridursi ad una singola cosa. Il fatto che non possa essere spiegato in un solo modo è forse uno dei maggiori aspetti contemporanei di un Una donna fantastica”.
I due protagonisti
Protagonista del film Cielo Una donna fantastica nei panni di Marina Vidal è l'esordiente Daniela Vega, attrice e cantante lirica transgender come il suo personaggio. Così l'attrice ha descritto Marina e il suo impegno: "Marina Vidal è una cameriera di ventisette anni e cantante. Orlando è il suo compagno, un uomo più maturo di lei che la ama a dispetto delle differenze di età e di classe sociale. Lungi dall'essere una donna perfetta, Marina è una combattente coraggiosa che non vacilla neanche quando il mondo la mette alla prova. Interpretarla è stata la cosa più difficile che ho fatto in vita mia: è stato molto complesso a livello emotivo perché ho dovuto fare i conti anche con tutte le mie emozioni ed esperienze. Però, è stato anche gratificante essere diretta da un regista come Sebastian e lavorare a fianco di Francisco Reyes".
Considerata dalla rivista Time nel 2018 come una delle cento personalità più influenti del mondo, Daniela Vega è stata la prima persona transgender a essere chiamata tra i presentatori del Premio Oscar nel 2018. Dopo Una donna fantastica, ha proseguito con la sua carriera di attrice interpretando la serie tv cilena La jauria (diretta da Lucia Puenzo), recitando nel film italiano Futura di Lamberto Sanfelice e prendendo parte alla serie tv Prime Video Ragazze elettriche. È possibile vederla anche su Netflix in C’era una volta? Ma ora non più, serie musicale creata da quel genio di Manolo Caro, e in La Rebelion, ancora inedita in Italia.
Francisco Reyes, volto celebre della televisione e del cinema cileno apprezzato da Pablo Larrain (che lo ha voluto in Profugos, Il club e Neruda), interpreta Orlando. "Quella tra Marina e Orlando è una vera storia d'amore. Si amano intensamente e dopo il loro incontro hanno scoperto di essere l'uno il rifugio dell'altra. Non danno importanza alle barriere sessuali o culturali e non si chiedono cosa sia normale e cosa no. Vivono in uno spazio in cui esiste solo l'amore, la pace e l'affetto. Sebbene sembri un uomo comune, Orlando ha una grande forza interiore e per vivere il suo amore ha rotto con la sua famiglia, ad eccezione di suo fratello. La sua morte purtroppo scatena un'ondata di violenza generata in primis dall'ignoranza", ha sottolineato l'attore.