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Venezia 81: Iddu, il film che racconta la latitanza di Matteo Messina Denaro

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Terzo film della coppia di registi palermitani Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Iddu si ispira a fatti realmente accaduti che riguardano la storia del mafioso latitante per trent’anni.
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Sarà presentato in concorso al Festival di Venezia il 5 settembre Iddu, il terzo film della coppia di registi Antonio Piazza e Fabio Grassadonia. Prodotto da Indigo Film e Rai Cinema, Iddu (in siciliano, ‘lui’) è un film che si ispira liberamente a fatti accaduti ma i cui personaggi sono frutto della fantasia degli autori.

In sal con 01 Distribution dal 10 ottobre, ha per protagonisti gli attori Toni Servillo ed Elio Germano. Con loro, Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Betti Pedrazzi e con Antonia Truppo e con la partecipazione di Tommaso Ragno. Nel cast anche Filippo Luna, Rosario Palazzolo, Roberto De Francesco, Vincenzo Ferrera, Gianluca Zaccaria.

La storia ci porta nella Sicilia, primi anni 2000. Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello Palumbo (Servillo), politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo (Germano), ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l'occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…

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Note storiche

Nel 2004, l'anno in cui è ambientato il film Iddu, il boss mafioso Matteo Messina Denaro era il terzo latitante più ricercato al mondo secondo la rivista Forbes. Era sospettato di decine di omicidi, oltre che delle stragi che terrorizzarono l'Italia nel 1992 e 1993. "Ho ucciso da solo abbastanza persone da riempire un cimitero", si vantò prima di darsi alla fuga. Da allora, però, evitò ogni ostentazione inutile. Riflessività, occultamento e una complicità pervasiva nel suo territorio della Sicilia occidentale posero le basi per i suoi 30 anni di invisibilità.

Nell'autunno del 2004 iniziò una corrispondenza tra lui e un ex sindaco della sua città natale, convinto dal Servizio Segreto Italiano a intraprendere uno scambio di lettere con il boss mafioso latitante. L'ex sindaco sfruttò il suo rapporto con il padre di Matteo, il boss mafioso Francesco Messina Denaro.

Grazie allo scambio di lettere tra il latitante e l'ex sindaco, gli investigatori riuscirono a svelare la rete di "postini" che proteggeva e assisteva il boss durante la sua latitanza. La sua cattura sembrava essere solo una questione di tempo, ma nel 2006 la corrispondenza terminò perché – come spesso accade in Sicilia – un traditore interno all'inchiesta rivelò alla stampa che l'ex sindaco stava collaborando con i servizi segreti. Matteo tornò nuovamente a nascondersi, fino al gennaio 2023, quando è stato arrestato in una clinica di Palermo, dove – da due anni – stava ricevendo cure per un tumore all'intestino.

È morto per la malattia otto mesi dopo il suo arresto, portando con sé nella tomba alcuni dei segreti più oscuri della recente storia italiana.

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Antonio Piazza e Salvo Grassadonia, i due registi del film Iddu.
Antonio Piazza e Salvo Grassadonia, i due registi del film Iddu.

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La vita privata di un criminale

“Abbiamo iniziato a sviluppare Iddu nel 2020, tre anni prima che Matteo Messina Denaro fosse arrestato”, hanno spiegato Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, i due registi del film. “Il 16 gennaio 2023, il giorno del suo arresto, eravamo già in fase di pre-produzione. Da quel momento, ciò che è stato rivelato sulla sua vita ha confermato le nostre intuizioni derivanti dagli anni trascorsi a studiare l'uomo che, per molti, era un fantasma incomprensibile e di cui alcuni dubitavano persino l'esistenza”.

Il poster del film Iddu.
Il poster del film Iddu.

“In realtà, le lettere di Matteo Messina Denaro hanno offerto uno sguardo sorprendente e inaspettato nella vita privata di questo famigerato criminale, che si è rivelato essere un lettore entusiasta e colto, come confermato dal numero e dalla varietà di libri trovati nei suoi ultimi nascondigli, e anche un cinefilo”.

“I pizzini (messaggi scritti o dattiloscritti dai mafiosi) che utilizzava per organizzare la sua vita in clandestinità e gestire il suo impero criminale, trascendevano la loro funzione pratica di comunicare con i suoi sottoposti e mostravano un certo entusiasmo nell'uso del linguaggio, oltre a un'abilità nel modulare tono e stile a seconda dei destinatari”.

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Iddu: Le foto del film

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I pizzini

“La sceneggiatura di Iddu è liberamente ispirata ai suoi pizzini – in particolare alla corrispondenza del 2004 tra il latitante e l'ex sindaco di Castelvetrano – e al contesto tragico e ridicolo, paradossale ma molto reale, che quei messaggi rivelano”, hanno proseguito i due registi. “I protagonisti sono Matteo e il fittizio Catello Palumbo, basato sulla documentazione delle indagini e sulle informazioni biografiche di dominio pubblico relative a Matteo Messina Denaro”.

“I temi che emergono dalla corrispondenza riecheggiano negli eventi che coinvolgono i protagonisti e forniscono loro un controcanto ironico. I flashback rivelano alcuni dei momenti fondamentali della "educazione emotiva" di Matteo, oscurando lo sviluppo della storia nel presente, offrendo al contempo una chiave per tentare di comprendere un mondo privo di senso che continua – tragicamente e ridicolmente – a riprodursi”.

“Matteo è un Amleto riluttante in un mondo vuoto e ridicolo, uno specchio che riflette un popolo. Ma tutto ciò che viene riflesso è il grande vuoto in cui quel popolo si crogiola, credendo di vivere in un bel mare baciato dal sole e benedetto dagli dèi”.

“Una commedia nera che si sviluppa, tragicamente e ridicolmente, dal diverso tono delle storie dei protagonisti: quello dell'esuberante Catello, un acrobata e giocoliere di parole, che indossa una maschera comica, grottesca, sublime e tenera nella sua allegra amoralità; e quello più claustrofobico che esplora il narcisismo infantile e patologico di Matteo”.

“Esiste una relazione, in termini strutturali, tematici, sensoriali e cromatici, tra l'evoluzione della mise-en-scène di Catello e quella di Matteo, un trasferimento tra i loro due mondi dettato dalla loro corrispondenza epistolare. Un progressivo riavvicinamento dei due toni diversi della mise-en-scène che stabilisce il ritmo della trama in una progressiva accelerazione, legando il destino dei protagonisti e rendendo inevitabile il finale in cui Catello si ritrova inesorabilmente intrappolato nella stessa dimensione fatale di Matteo”.

Iddu è il capitolo finale della nostra trilogia iniziata con Salvo e proseguita con Sicilian Ghost Story. È un'esplorazione tematica, articolata in tre film e generi cinematografici, che rielabora il significato e le sensazioni generate dalla nostra esperienza di vita in Sicilia negli anni '80 e '90, gli anni della dominazione claustrofobica della Mafia e le conseguenze antropologiche e sociali di questa dominazione nel presente”.

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