Sarà presentato in concorso al Festival di Venezia il 5 settembre il film Stranger Eyes. Diretto da Siew Hua Yeo, il film Stranger Eyes è un thriller imprevedibile, che affascina per la maniera in cui sonda tanto i misteri del cuore umano quanto le ambiguità generate dal vivere in una cultura di sorveglianza costante.
Una giovane coppia di sposi di Singapore, Junyang (Chien-Ho Wu) e Peiying (Anicca Panna), deve affrontare l'inimmaginabile quando, una mattina, la loro figlia neonata scompare dal parco giochi. Mentre la polizia avvia le indagini, Junyang e Peiying ricevono un pacco inquietante sulla loro porta di casa: filmati video clandestini della loro vita quotidiana, girati sia prima che dopo la scomparsa della bambina.
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Presto, il loro vicino voyeur Wu diventa il principale sospettato, rivelando le molteplici vite segrete tra un gruppo di personaggi interconnessi.
In costante stato di sorveglianza
“Al parco una volta ho visto un uomo. Era anziano, dall’aspetto ordinario. Mentre lo fissavo, ho iniziato a crearci attorno una storia. Ho capito più tardi che stavo proiettando su quest’uomo anziano le mie aspirazioni, arrivando a considerare che poteva essere un riflesso di me stesso. Ero incuriosito dall’emozione di dare segretamente forma a questa storia, quando ho notato le telecamere di sorveglianza tutto intorno a me. Ero stato osservato tutto il tempo. C’è sempre qualcuno che guarda”, ha spiegato Siew Hua Yeo, regista del film Stranger Eyes.
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“Dopo la pandemia il dibattito sulla sorveglianza si è silenziosamente spostato dalle preoccupazioni sulle libertà individuali alle discussioni sulle responsabilità sociali. Cosa significa esistere come mera immagine da percepire? Vediamo le persone come qualcosa di più di semplici modelli o tipi, riconoscendone la piena umanità con capacità d’azione, storie personali e fantasie? Mi chiedo a volte se, di fronte a quella delle macchine, io non abbia nostalgia della sorveglianza umana”.
“In un piccolo stato insulare come Singapore, dove non c’è via d’uscita dalla rete di sorveglianza, osservare ed essere osservati diventa un rituale quotidiano. Con un’elevata densità di popolazione e una sorveglianza pervasiva, il moderno paesaggio urbano ci trasforma in testimoni involontari delle vite degli altri, con tutte le conseguenze del caso. Ancora più affascinante è chiedersi in che modo osservare gli altri rifletta le nostre azioni e le percezioni di noi stessi. Dopotutto non possiamo cancellare ciò che abbiamo visto”, ha proseguito il regista.
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“Stranger Eyes riflette su queste domande e sull’interazione tra vedere e essere visti. In un’epoca in cui il nostro senso di connessione attraverso il consumo visivo sembra al contempo illimitato e alienante, la consapevolezza di essere costantemente osservati, sia attraverso i social media sia come necessità etica di sicurezza, plasma le nostre identità come attraverso uno specchio, confusamente. In ultima analisi l’atto del vedere non è passivo, ma riflessivo e trasformativo: un pericoloso gioco di simulazione che potrebbe portare al collasso dell’idea di un’identità stabile”.
Il film Stranger Eyes arriverà nelle sale italiane grazie a EuroPictures.