Vittorio Pagani, il giudice al centro di Vostro onore, la serie proposta da Rai 1 a partire da lunedì 28 febbraio per 4 serate, è un uomo inflessibile. Ha da sempre fatto appello alla sua etica per costruirsi una carriera solida e rispettabile. I suoi principi sono ferrei e la sua applicazione della legge è frutto di un istinto attento a cui non sfugge alcun particolare. Lo si intuisce dalla prima scena di Vostro onore quando, davanti a un caso di furto che coinvolge un giovane, è in grado di ribaltare il caso da un semplice indizio.
Eppure, la sua rigida moralità è destinata a cambiare nel corso di pochissime ore. Quando la marea sale, Vittorio è costretto a nuotare e annaspare in acque torbide. E il motivo è il più umano di tutti: il figlio Matteo. Poco più che adolescente, Matteo si macchia involontariamente di un reato di cui Vittorio conosce fin troppo bene le conseguenze per fargliele piovere addosso. Il ragazzo ha investito un motociclista scappando senza prestargli soccorso perché sopraffatto dalla paura e dalle insicurezze che lo accompagnano dal suicidio della madre.
La criminalità di Milano
Vostro onore, la serie di Rai 1 con Stefano Accorsi nei panni del protagonista, è il rifacimento tutto italiano della serie israeliana Kvodo, già trasposta anche negli Usa con Bryan Cranston. Ma non per questo sa di già visto. Il soggetto della serie, firmato da Donatella Diamanti, è in grado di scalzare il dejà vu partendo dall’ambientazione in una Milano che, fredda e grigia, nasconde un sottobosco criminale da zona di confine. Il giovane che Matteo investe appartiene a una famiglia di narcotrafficanti latini, complicando ulteriormente le gesta del giudice Vittorio Pagani.
Il sottobosco criminale, che si infiltra nel tessuto socioeconomico della capitale meneghina, è tratteggiato con cura dalla sceneggiatrice senza enfatizzarne o spettacolarizzarne la violenza. La violenza c’è e si intuisce ma non siamo in Gomorra. In Vostro onore la continua sensazione di pericolo a cui Matteo o Vittorio possono andare incontro è psicologica, quasi sublimale. La si avverte negli occhi del giudice e nelle motivazioni che lo portano a sporcare la sua, fino a quel momento, ineccepibile carriera togata. Sa che Matteo sarebbe morto se i Silva scoprissero che è lui il pirata della strada.
Un furto dalle conseguenze disastrose
Per proteggere il figlio Matteo, Vittorio inscena in Vostro onore, la serie targata Rai 1 e prodotta da Rai Fiction con Indiana, il furto dell’auto della defunta moglie ma prima che l’auto scompaia denuncia l’accaduto alla polizia, all’ispettrice Vichi. Per la concretizzazione del furto si rivolge invece a Berto, ispettore della Dia suo fidato amico, a cui non ha nemmeno bisogno di spiegare le ragioni del suo operato.
Il furto si rivela con un incredibile effetto domino fatale e ingestibile. Berto sceglie come mano Nino, un ragazzo che, nonostante le buone intenzioni con cui lo ha cresciuto la madre, non ha ancora la testa sulle spalle. Per via di una bravata, Nino è sfortunatamente fermato dalla polizia mentre guida l’auto rubata. Condotto in carcere, si ritrova sulla testa l’accusa di tentato omicidio e omissione di soccorso, dal momento che sulla vettura vengono trovate le tracce dell’incidente con il motociclista.
A complicare ulteriormente la situazione è la discendenza di Nino: appartiene alla famiglia criminale dei Grava. Poiché i Grava e i Silva si contendono il controllo del narcotraffico a Milano, l’ispettrice Vichi e il nuovo procuratore Danti pensano in un primo momento che l’incidente sia stato una sorta di regolamento di conti. Ignorano ancora quanto complicata sia invece la realtà dei fatti.
Giustizia al femminile
In Vostro Onore, la serie che Rai 1 propone dal 28 febbraio, l’arresto di Nino innesta ulteriori dinamiche sia dal punto di vista legale sia dal punto di vista privato. Il giudice Vittorio Pagani è costretto a mettere in atto una difesa del figlio che diventa sempre più ingarbugliata. Alla sua ex assistente Ludovica Renda, impersonata da Camilla Semino Favro, chiede di rappresentare legalmente Nino non rivelandone la realtà dei fatti.
Per Ludovica, avvocato alle prime armi, non è semplice difendere il ragazzo, chiuso in un mutismo spesso sfrontato e arrogante. Accecata dall’ammirazione per Vittorio, Ludovica non riesce a collegare con lucidità prove e indizi, fidandosi solo delle poche istruzioni che ha ricevuto.
Al contrario di lei, l’ispettrice Vichi, con il volto inflessibile di Barbara Ronchi, vuole rimettere insieme i pezzi del rompicapo. Le tracce indicano che Nino non era in macchina al momento dell’incidente e, complice la sua vicinanza con il fratello del Silva investito, potrebbe giungere con determinazione alla risoluzione del caso con l’intuito di chi sa di non doversi fidare mai delle apparenze.
La vita privata di Pagani, giudice e padre
Vittorio Pagani, il giudice della serie di Rai 1 Vostro onore, è un uomo dalla vita privata molto complicata. Dedito a un lavoro a cui ha dedicato gran parte della sua esistenza e a una carriera a un importante punto di svolta, ha messo per molto tempo la famiglia da parte. La moglie Linda si è da poco suicidata, vittima di una solitudine a cui non è riuscita a trovare soluzione.
La mancanza della madre ha finito con il pesare su Matteo. Introverso e affetto da asma, un particolare che potrebbe inchiodarlo, Matteo dopo la morte di Linda ha vissuto a stretto contatto con la nonna Anita, una donna che non si rassegna alla perdita della figlia. Matteo per Anita è come la continuazione di un legame spezzato troppo presto e non capisce le ragioni per cui Vittorio vorrebbe in qualche modo rimuovere il dolore, negandolo quasi.
Ogni gesto che Vittorio maldestramente commette nasce dal desiderio di proteggere Matteo, l’unico legame d’affetto che ha. Rivela in ciò che fa la sua paternità, forse fin troppo repressa fino a quel momento. È interessante notare come la psicologia del personaggio subisca un’evoluzione già nel corso della prima puntata. Da duro e inflessibile, Vittorio diventa sempre più preoccupato e provato. Lo si vede dalle sue reazioni e ogni sua emozione traspare dal viso per merito di uno Stefano Accorsi maturo e concentrato sul personaggio.
Dall’altro lato, il Matteo portato in scena da Matteo Oscar Giuggioli (visto di recente in Il filo invisibile) è quasi un personaggio borderline. La perdita della madre è, come si può ben intuire, incolmabile per un giovane della sua età. Matteo ha paura dell’incidente. E ha paura di tutto ciò che lo circonda, a cominciare dal rischio di diventare padre a sua volta in giovane età. Sarebbe quasi un colmo per lui che ancora non ha scoperto quali pesi e responsabilità comporti essere un vero padre.
Matteo reagisce all’incidente chiudendosi in se stesso, diventando ancora più scontroso e allontanando chi gli ha voluto bene, dalla fidanzata alla nonna. È ammirevole il ritratto che Vostro onore fa di Matteo, colpevole sì dell’incidente ma anche vittima di una vita che fin troppo presto lo ha separato da chi lo ha messo al mondo.
Un legal drama asciutto e rigoroso
Vostro onore, la serie di Rai 1, procede con la forza del legal drama. L’inchiesta per risalire al pirata della strada è il nucleo di facciata che appassionerà gli amanti del genere. Lo spettatore è onnisciente, conosce tutti i dettagli della vicenda e segue i tentativi di Vittorio Pagani di insabbiarli e delle autorità di riportarli alla luce. Non c’è nulla che appaia forzato o senza una ragione: dietro a ogni gesto c’è sempre una spiegazione, non condividibile talvolta e spesso irrazionalità.
Ma Vostro onore è anche un dramma canonico, uno in cui tutti noi possiamo rispecchiarci. Cosa si può fare per amore di un figlio? Tutto, è la risposta immediata. Anche tradire se stessi, perdersi, travolgere gli altri e farsi travolgere, senza pensare al dopo. Il regista Alessandro Casale tiene le fila del doppio racconto senza mai perdere di vista i dilemmi morali che le due linee comportano. Si avvicina ai personaggi, li accompagna nella loro discesa agli inferi e ne introietta le emozioni senza virtuosismi di sorta. Con stile asciutto, restituisce un vortice emotivo che sconquassa, inquieta e commuove, dimostrando che anche in Italia si può realizzare un prodotto a prima vista poco rassicurante ma con tanto cuore al centro sul confine tra il bene e il male.
E non lasciatevi spaventare dalla tensione che proverete attimo dopo attimo. È inedita per un prodotto italiano. Gioca con gli archetipi della tradizione e li rivoluzione per farci capire come giustizia e violazione delle norme per necessità non vadano di pari passo. Come non vanno di pari passo mente e cuore.