Wartime Notes è il nuovo film della regista Barbara Cupisti. Sarà presentato il 15 settembre al 9° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo e andrà in onda su Rai 3 il 16 settembre alle 23.45. Prodotto da Clipper Media con Rai Cinema, Wartime Notes più che un film sono “note a margine di un viaggio alla ricerca di un senso all’inutilità della guerra”, come definisce Barbara Cupisti il suo lavoro, “alla scoperta della forza e del coraggio delle donne e degli uomini ucraini”.
Pasionaria, Barbara Cupisti ha vissuto due vite: una da attrice e una da regista. E, fin dall’inizio del suo lavoro documentaristico, ha dedicato particolare attenzione alle questioni sociali e all'ingiustizia, soprattutto dal punto di vista delle donne. Dal suo esordio con Madri (David di Donatello 2008), ai suoi lavori più recenti Womanity, My America e Hotel Sarajevo, la regista toscana ma trapiantata negli States ha affrontato i temi con originalità e profondità, approfondendo come le donne vivono e vivono i loro ruoli nella società e come affrontano i conflitti in cui non sono solo vittime ma anche protagoniste.
Le musiche di Wartime Notes sono firmate da Tommaso Gimignani, aka Taoma, cantautore di cui a breve uscirà il primo disco in italiano.
Un video diario di guerra
Quando l’avevamo intervistata a proposito di Hotel Sarajevo, Barbara Cupisti ci aveva annunciato di essere al lavoro su un nuovo film, che adesso ha il titolo di Wartime Notes. Un nuovo film che stava prendendo forma grazie al contatto con una ragazza ucraina. Era il 24 febbraio 2022 quando, lavorando al montaggio sul precedente film su Sarajevo trent’anni dopo l’assedio, le immagini che arrivavano dall’Ucraina agli occhi della regista apparivano esattamente le stesse di quelle che stava montando. “Come può essere possibile che dopo 30 anni in Europa si debba ancora assistere a questo? Non ne abbiamo avuto abbastanza?”, si è chiesta.
E allora ha cominciato a muoversi, rintracciando Tatiana, attivista e una delle organizzatrici della resistenza a Kherson. “Tatiana è la prima persona con cui riesco a mettermi in contatto, dopo poche settimane dall’occupazione di Kherson, vive nascosta, esce a comprare il pane per tutto il suo condominio”, ha raccontato Cupisti. “Non è sposata, non ha figli… può farlo, può prendersi il rischio di non tornare a casa freddata dai cecchini”.
“Tatiana aiuta la resistenza di Kherson, Tatiana inizia a inviarmi appunti visivi, un video diario di guerra… Tatiana diventa mia amica e dal desiderio di incontrarla parte il mio viaggio”, ha aggiunto. Un viaggio che porta Barbara Cupisti, mossa dal bisogno di arrivare all’epicentro emotivo del conflitto russo-ucraino, da Varsavia a Kyiv, Irpin, Bucha e Borodyanka, dopo aver attraversato le città di Lviv e Odessa e la campagna dimenticata dell’Ucraina.
Ed è così che nel film Wartime Notes la regista incontra chi ha attraversato il confine per sopravvivere o aiutare la resistenza o chi è rimasto nella propria terra continuando a lottare per difendere il Paese e la propria cultura. Alla fine del viaggio resteranno impressi silenzi e piccoli gesti che raccontano il prezzo della libertà, ma che, per la loro forza, come le onde create da un sasso in uno stagno, si espandono e spezzano i confini per parlare la lingua universale dell’umanità.
Wartime Notes: Le foto del film
1 / 14Gli incontri di Wartime Notes
In un momento in cui gli unici confini che contano sembrano essere quelli geopolitici, le storie raccolte da Barbara Cupisti nel film Wartime Notes testimoniano come si possa essere protagonisti attivi della Storia e proporre con coraggio una visione del mondo ancora libera.
Ma chi sono le persone che incontra?
Natalia Panchenko, attivista di Euromaidan a Varsavia. Dall’inizio della guerra nel 2014, ha iniziato a raccogliere aiuti umanitari per le forze armate dell’Ucraina, volontari e civili. Organizza azioni contro la guerra e campagne d’informazione in Polonia e in Europa con l’obiettivo di riconoscere la Russia come stato terrorista, rafforzare le sanzioni dell’UE contro la Russia e liberare i prigionieri ucraini.
Tatiana Kucherenko, attivista, una delle organizzatrici della resistenza a Kherson.
Olga Aivazovska, Responsabile della rete civica OPORA. Si è unita alle iniziative di advocacy internazionale a sostegno dell’Ucraina e sta ricostruendo le attività della rete OPORA per documentare i crimini di guerra.
Oleksandra Matviichuk, avvocata ucraina, leader del Centro per le libertà civili, organizzazione per i diritti civili con sede a Kyiv che ha ottenuto nel 2022 il Premio Nobel per la Pace.
Kateryna Sukhomlynova, infermiera e formatrice, dall’inizio della guerra aiuta a raccogliere testimonianze di crimini di guerra per Opora.
Ivan Cherednichenko, direttore d’orchestra all’Opera di Lviv.