Women of the Movement è il titolo di una serie in sei episodi che la ABC trasmette dallo scorso 6 gennaio negli Stati Uniti. Arriverà anche in Italia, anche se al momento non è dato sapere se su Sky o se su Disney+.
Al centro della serie, ispirata a una vicenda realmente accaduta, c’è Mamie Till Mobley, una donna nera che ha dedicato la sua vita a chiedere giustizia per il figlio Emmett Till, brutalmente assassinato.
La storia di Mamie Till Mobley è stata raccontata nel libro Emmett Till: The Murder That Shocked the World and Propelled the Civil Rights Movement (Emmett Till: L’omicidio che ha scioccato il mondo e ha spinto il movimento per i diritti civili) di Devery S. Anderson. Ma chi era Mamie? Perché è nata l’esigenza di ripercorrere la sua storia con una serie?
La vera storia di Mamie Till Mobley
Nel 1955 la trentaquattrenne afroamericana Mamie Till Mobley, al centro della serie Women of the Movement, rischiò la sua vita per ottenere giustizia. Emmett, il figlio quattordicenne, aveva trovato la morte in maniera orribile nel sud degli Stati Uniti. Si ricorda che allora nel Sud vigevano le cosiddette leggi Jim Crow, che mantenevano la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici all’insegna del motto “separati ma uguali”.
Non volendo che l’omicidio del figlio venisse insabbiato e scomparisse dall’attenzione dei giornali, Mamie scelse di portare il mondo a conoscenza del suo dolore. Impiegata nel servizio civile di Chicago (dove i genitori si erano trasferiti per sfuggire alle piantagioni di cotone del Sud), abbandonò la sua vita tranquilla per capire cosa fosse successo al suo ragazzo.
Mentre lei trascorreva una tanto attesa vacanza in visita ai parenti in Nebraska, Emmett aveva raggiunto i cugini nel Mississippi per trascorrere con loro la fine dell’estate. L’ultima volta che Mamie vide il figlio fu quando lo accompagnò al treno e la notizia della sua uccisione la investì di un dolore fino a quel punto impensabile.
- L'omicidio del figlio
Inorridita da come il corpo di Emmett venne mutilato, Mamie prese una decisione sbalorditiva. Come monito, volle che la bara del figlio rimanesse aperta, attirando così quasi 50 mila persone a Chicago. Le cronache narrano come in molti, alla vista del corpo, andassero via in lacrime o svenissero.
Le indagini della polizia portarono in un primo momento all’arresto di due degli assassini. Il tribunale del Mississippi però li assolse dando il via a una tempesta di fuoco e critiche che dagli Usa arrivò fino in Europa. Per difendersi, il senatore James O. Eastland, convinto segregazionista, divulgò false notizie alla stampa sul conto di Emmett.
- Nessun supporto dalle autorità
A nulla valsero i tentativi di Mamie di rivolgersi al presidente Dwight Eisenhower o al direttore dell’Fbi J. Edgar Hoover. L’opinione pubblica e la comunità afroamericana furono dalla parte di Mamie sin da subito. Migliaia di lettere di protesta arrivarono alla Casa Bianca e le adesioni al movimento per i diritti civili aumentarono vertiginosamente. Marnie tenne discorsi pubblici nelle piazze. Moltitudini e moltitudini di persone ascoltarono le parole strazianti di una madre a cui era stato strappato il figlio senza alcun valido motivo.
- Mamie come Rosa Parks
Le lotte di Mamir Till Mobley segnarono la coscienza collettiva quanto l’episodio di cui, nel dicembre del 1955, si rese protagonista Rosa Parks, segnando con l’intervento del ventiseienne Martin Luther King un percorso che sarebbe arrivato fino a oggi. In Women of the Movement, Mamie ha il volto dell’attrice Adrienne Warren.
Dietro le quinte della serie
Women of the Movement, la serie sui diritti civili appena partita in America, ha come showrunner Marissa Jo Cerar, colei che ha creato l’amata The Handmaid’s Tail. Il primo episodio è diretto invece da Gina Prince-Bythewood, regista di film come La vita segreta delle api e Beyond the Lights.
- Mamie 65 anni dopo
“Sono passati 65 anni da giorno in cui il quattordicenne Emmett Till è stato vittima di un tragico omicidio. Women of the Movement, la serie, fa luce sulla determinata madre e sulla sua inarrestabile sete di giustizia”, ha affermato Karey Burke, presidente di ABC Entertainment. “La loro storia presenta momenti di incredibile dolore e inconcepibili brutalità ma sottolinea anche l’amore eterno che lega una madre a un figlio. Grazie a Mamie Till si è mosso quel movimento che ha portato alla conquista dei diritti civili degli afroamericani”.
Alle parole della presidente fanno eco quelle della showrunner Cerar: “Sono entusiasta di portare Women of the Movement in televisione. Il tema è purtroppo di stringente attualità. La mia speranza è che il pubblico scopra chi fosse veramente Emmett Till come ragazzo e non come vittima o martire”.
- Una storia da raccontare
“Raccontare la storia di Emmett Till in Women of the Movement ma, soprattutto, quella della madre Mamie è una bella responsabilità. Perdere un figlio è il peggior incubo di una madre, una tragedia aggravata in questo caso dal colore della pelle e dai diritti negati. L’impegno di Mamie per migliorare la vita degli afroamericani devi essere d’esempio per tutti” ha proseguito Cerar.
Ha aggiunto infine la regista Prince-Bythewood: “Quella di Women of the Movement non è una storia che volevo raccontare. È semmai una storia che ho avuto bisogno di raccontare per onorare Emmett e Mamie con verità, autenticità e umanità”.