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Le frasi di Italo Calvino più belle, sulla vita e sull’amore

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Le frasi di Italo Calvino più belle sull'amore e sulla vita tratte dai suoi meravigliosi romanzi
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Scrittore, intellettuale e partigiano: Italo Calvino è stato una figura chiave del XX secolo. Le frasi Italo Calvino ci portano alla scoperta del pensiero e del mondo di questo autore, grazie a una scrittura chiara e semplice, capace però di lasciare il segno, emozionando e facendo riflettere.

Frasi Italo Calvino sulla vita

Le frasi di Italo Calvino sulla vita ci insegnano a prendere l’esistenza con leggerezza, accettando ciò che accade e scoprendo, un passo dopo l’altro, quanto uno sguardo diverso sulla realtà possa cambiare tutto. Citazioni e aforismi che ci spingono a pensare e che ci svelano il vero valore della vita.

  • Il divertimento è una cosa seria.
  • Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
  • La vita è un insieme di avvenimenti di cui l’ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l’insieme.
  • Che vale aver rischiato la vita, quando ancora della vita non conosci il sapore?

Frasi Calvino sull'amore

Struggenti, emozionanti e coinvolgenti: le frasi di Calvino sull’amore sono un concentrato di emozioni. Citazioni da dedicare, da appuntarsi e da leggere ad alta voce per parlare della forma più alta d’amore.

  • Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così.
  • Le imprese più ardite vanno vissute con l’animo più semplice.
  • Forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo.
  • Se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
  • Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze.

Frasi di Calvino da Le città invisibili

Le frasi di Italo Calvino da Le città invisibili ci permettono di scoprire una delle opere più famose dello scrittore. Si tratta di una raccolta di racconti pubblicata nel 1972. Il libro è costituito da nove capitole, ognuno dei quali inizia e finisce con un dialogo fra Marco Polo e Kublai Khan, l’imperatore dei Tartari che parla con l’esploratore delle città presenti nel suo grande impero.

  • E ascolto dalla tua voce le ragioni invisibili di cui le città vivevano, e per cui forse, dopo morte, rivivranno.
  • L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà.
  • Chi comanda al racconto non è la voce: è l'orecchio.
  • Se uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare una storia d'inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d'urti, di oppressioni, e la giostra delle fantasie si fermerebbe.
  • L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
  • La forma delle cose si distingue meglio in lontananza.
  • La città esiste e ha un semplice segreto: conosce solo partenze e non ritorni.
  • I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi.

Frasi di Calvino da Il visconte dimezzato

Pubblicato nel 1951, Il visconte dimezzato è uno fra i romanzi più belli e famosi di Italo Calvino. Fa parte infatti della trilogia I nostri antenati insieme a Il barone rampante e Il cavaliere inesistente. La storia è ambientata sia in Boemia che in Italia alla fine del Settecento. Calvino parla dell’uomo contemporaneo che è diviso a metà fra il bene e il male, incompleto e inquieto. Il protagonista dell’opera infatti è stato dimezzato dal colpo di una palla di cannone e vive numerose avventure sotto forma di favola che nascondono una visione filosofica e metaforica della vita.

  • O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque. Non solo io, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo.
  • Ogni incontro di due esseri al mondo è uno sbranarsi.
  • Nulla piace agli uomini quanto avere dei nemici e poi vedere se sono proprio come ci s’immagina.
  • Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse, stupide come l’aria; credevo di vedere tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te l’auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma l’altra metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa.
  • Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane.
  • Forse ci s’aspettava che, tornato intero il visconte, s’aprisse un’epoca di felicità meravigliosa; ma è chiaro che non basta un visconte completo perché diventi completo tutto il mondo.
  • Così mio zio Medardo ritorno uomo intero, né cattivo né buono, un miscuglio di cattiveria e bontà, cioè apparentemente non dissimile da quello che era prima di essere dimezzato. Ma aveva l’esperienza dell’uno e l’altra metà fuse insieme, perciò doveva essere ben saggio.

Frasi di Calvino da Gli amori difficili

Le frasi di Calvino da Gli amori difficili ci portano alla scoperta di un’altra opera chiave dell’autore. Una raccolta di ben quindici novelle realizzate fra il 1949 e il 1967. Il tema è l’amore, ma soprattutto la difficoltà che tutti incontrano nella comunicazione. Il non incontrarsi mai, il non riuscire a esprimersi e il silenzio sono temi ricorrenti in quest’opera che indaga i legami, fra forza e grandi debolezze.

  • Elide andava a letto, spegneva la luce. Dalla propria parte, coricata, strisciava un piede verso il posto di suo marito, per cercare il calore di lui, ma ogni volta s'accorgeva che dove dormiva lei era più caldo, segno che anche Arturo aveva dormito lì, e ne provava una grande tenerezza.
  • L'amavo, insomma. Ed ero infelice. Ma come lei avrebbe mai potuto capire questa mia infelicità? Ci sono quelli che si condannano al grigiore della vita più mediocre perché hanno avuto un dolore, una sfortuna; ma ci sono anche quelli che lo fanno perché hanno avuto più fortuna di quella che si sentivano di reggere.
  • Il passo tra la realtà che viene fotografata in quanto ci appare bella, e la realtà che ci appare bella in quanto fotografata, è brevissimo.
  • Mi accorgo che correndo verso Y ciò che desidero non è trovare Y al termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me, è questa la risposta di cui ho bisogno, cioè ho bisogno che lei sappia che io sto correndo verso di lei, ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lei sta correndo verso di me.
  • Ed ecco attraverso questo panno e questa seta la gamba del soldato aderiva ormai a quella di lei con un movimento morbido e fuggevole, come un incontro di squali, e con un muoversi d'onde per le sue vene verso quelle vene altrui.
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