Le frasi di Michela Murgia ci portano nel mondo di una grande scrittrice che ci ha lasciato molto. Scomparsa il 10 agosto 2023 a causa di un cancro ai reni, l’autrice ha svelato le sue battaglie in numerosi romanzi e saggi, raccontando donne straordinarie e fuori dagli schemi che resteranno per sempre scolpite nella memoria.
VEDI ANCHE LifestyleNon solo “L’Amica Geniale”: tutte le più belle frasi di Elena FerranteFrasi di Michela Murgia sulla vita
Non avere rimpianti, impegnarsi sempre e sognare in grande: le frasi sulla vita di Michela Murgia sono un grande insegnamento e ci portano alla scoperta del pensiero di una donna meravigliosa che ci ha lasciato un’eredità preziosa.
- La vita è fatta di alti e bassi, ma è importante mantenere la speranza e la determinazione.
- La vita è un viaggio, non una destinazione. Dobbiamo imparare a godere del cammino.
- La cultura è un tesoro che arricchisce la nostra mente e il nostro spirito.
- Le sfide ci rendono più forti e ci insegnano a superare i nostri limiti.
- La gentilezza è un gesto semplice, ma può fare la differenza nella vita degli altri.
- La vita è un’opportunità, dobbiamo sfruttarla al massimo e vivere senza rimpianti.
Frasi di Michela Murgia da tre ciotole
“Tre ciotole - Rituali per un anno di crisi” è l'ultimo romanzo pubblicato da Michela Murgia mentre era in vita. Un libro universale e intimo in cui la scrittrice racconta la crisi e la rinascita che possiamo trovare nella vita di ognuno di noi. Originale e straordinario, questo romanzo è composto da ben 12 storie che si intrecciano e incastrano fra di loro proprio come i pezzi di un puzzle. Tutti i protagonisti del romanzo infatti stanno vivendo un cambiamento radicale in un momento di profonda crisi. Dall’abbandono al lutto, passando per la perdita di un lavoro, una rottura oppure una malattia: ogni personaggio è costretto ad adattarsi e ad affrontare un evento inaspettato. Partendo proprio da questi punti di svolta, la scrittrice Michela Murgia punta a narrare dei rituali che aiutano a non crollare. Proprio come le Tre ciotole che danno il titolo a questo romanzo e che vengono utilizzare per suddividere durante i periodi di troppa fame oppure di inappetenza le quantità di cibo.
- Lei chiuse gli occhi. Non voleva che le leggesse in faccia il bisogno di dar la colpa a sé stessa o a qualcosa, a qualcuno, a un comportamento estremo, un cibo spazzatura, una brutta abitudine durata troppo a lungo, un trauma irrisolto, l’inquinamento da traffico della città, un’industria vicina, la maledizione di un nemico, tutto e tutti tranne l’ipotesi insopportabile dell’incidente statistico. In qualche modo però il medico sembrò capirlo.
- Siamo esseri complessi, signora... non credo si possa definire la questione in termini di sbagli suoi. Gli organismi sofisticati sono più soggetti a fare errori. È il sistema che ogni tanto si ingarbuglia, la volontà non c’entra.
- Preferirebbe non saper fare nessuna di queste cose a patto di non ammalarsi mai? Gli organismi unicellulari non sviluppano neoplasie, ma non imparano lingue. Le amebe non scrivono romanzi
- Mi ha detto che scrive romanzi, un bellissimo lavoro, ma è molto complicato. Nessuna specie in natura lo sa fare, solo gli esseri umani. Conosce altre lingue oltre l’italiano?
- Era vegetariana. Non fumava, esclusa l’erba in rara compagnia. Beveva roba talmente selezionata che il signor Bernabei la salutava giulivo dalla soglia dell’enoteca anche quando non entrava. I vizi che aveva erano parecchi, ma nessuno nel corpo, facilmente bonificabile con la privazione. La colpa si nascondeva da qualche altra parte, se non nelle opere almeno in pensieri, parole e omissioni. Il medico rimase silenzioso per qualche secondo, spiazzato da quella richiesta di giudizio. Quando posò la penna lei scambiò il gesto per una resa.
- Le tre ciotole rimettevano a posto tutte le gerarchie tra stomaco e cervello. Potevo prendere il cibo da una sola o da tutte, senza un ordine preciso. Potevo svuotarle in un colpo solo o consumarle a tappe all’ora che preferivo, bastava che a fine giornata tutte e tre fossero vuote, perché quello che contenevano era il minimo indispensabile.
Frasi di Michela Murgia sul femminismo
“È come se nella testa di tutti (e tutte) ci fosse qualcosa di insopprimibilmente fastidioso nell’idea che una donna possa non solo avere un’opinione, ma addirittura contrapporla a quella di un uomo. La donna socialmente gradita è una donna silenziosa, che diletta con qualunque arte, tranne quella oratoria”, scrive Michela Murgia nel saggio Stai Zitta. Queste parole traducono alla perfezione l’impegno di questa scrittrice. Una donna forte e determinata che non ha mai avuto paura di dire ciò che pensava. Michela Murgia infatti non si è mai tirata indietro, spiegando sempre ciò che pensava e portando avanti il suo pensiero libero senza se e senza ma.
- Volere è potere, dice il proverbio, ma alle donne si lascia credere che il loro potere sia invece quello di essere volute. È un inganno: desiderare ti rende soggetto attivo e ti educa a scegliere, invece che a essere scelta. Chi desidera comanda. Dire sempre «desiderami» e mai «io desidero» è un cammino di de-formazione, perché chi può solo essere desiderabile sacrificherà la propria forma per prendere quella che pensa sarà più desiderata, condannandosi a esistere solo come conseguenza dello sguardo di altri.
- Per poter acquisire il diritto di occupare lo spazio civico, una donna deve avere una competenza eccezionale laddove a un uomo basta essere minimamente capace.
- Così un uomo che dissente è una voce coraggiosa che non le manda a dire, mentre una donna che dissente è una rompipalle che ha sempre da ridire su tutto.
- Il silenzio è una virtù, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono così sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza.
- La cultura dello stupro vive del pregiudizio che se una donna dice no vuol dire forse e se dice forse vuol dire sì, per cui niente di quello che afferma in relazione alla sua volontà ha in realtà un valore fattuale.
- Le donne italiane, che sono tra le europee quelle che subiscono il maggior dislivello nella distribuzione del carico di lavoro familiare nella coppia, se vivono anche la dimensione della carriera svolgono di fatto due lavori, uno dei quali non retribuito, con il relativo carico mentale. In questa carambola di energie disperse si inserisce la terrificante leggenda del cervello femminile multitasking, che aggiunge ulteriori pretese di performatività.
Frasi di Michela Murgia sulla felicità
Vivere il “qui e ora”, affrontare la vita con il sorriso e non smettere mai di evolvere e di sognare: la felicità secondo Michela Murgia è tutto questo e molto altro. La scrittrice ci ha lasciato un’enorme eredità, insegnandoci a cogliere la bellezza e la magia in ogni piccola cosa.
- La vita è un insieme di scelte, ognuna delle quali ci porta verso una direzione diversa.
- L’autenticità è la chiave per vivere una vita piena e soddisfacente.
- La bellezza si trova ovunque, bisogna solo imparare a guardarla con occhi diversi.
- I sogni sono la benzina che alimenta la nostra passione e ci spinge a realizzare grandi cose.
- La diversità è una ricchezza, ci rende unici e speciali.
- La felicità non dipende dalle circostanze esterne, ma dalla nostra capacità di trovare gioia nelle piccole cose.