Riflettere sulla vita, sulla conseguenza di alcune scelte, su quel passo che non abbiamo ancora avuto il coraggio di fare o che non avremmo voluto compiere, può aiutarci a comprendere molto di noi stesse. E farlo attraverso la lettura di poesie a tema, può rivelarsi un viaggio straordinario. Alcune delle poesie più belle sulla vita diventano uno strumento per sviscerare emozioni profonde e per soffermarsi sulle esperienze, spesso comuni al poeta stesso, che ci hanno inevitabilmente segnato.
Ma quali sono le più belle poesie sulla vita? In questo articolo non saremmo riuscite a inserirle tutte, ma abbiamo stilato una top 5 che, siamo sicure, vi conquisterà!
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Bevvi un sorso di vita di Emily Dickinson
Bevvi un sorso di vita.
Vi dirò quanto lo pagai:
precisamente un'esistenza.
Il prezzo di mercato, dicevano.
Mi pesarono, granello per granello.
Bilanciarono fibra con fibra,
poi mi porsero il valore del mio essere:
un solo grammo di cielo!
Quanto vale la nostra felicità? Quanto siamo disposti o pensiamo di dover pagare per un “sorso di vita”? Emily Dickinson, l’iconica poetessa statunitense che si isolò dal mondo esterno per dedicarsi strenuamente alla scrittura, in questa poesia, riflette sulla vita e sui suoi piccoli piaceri, soffermandosi su quanto spesso essi siano considerati con superficialità o addirittura svalutati.
Corrispondenze di Charles Baudelaire
E' un tempio la Natura ove viventi
pilastri a volte confuse parole
mandano fuori; la attraversa l'uomo
tra foreste di simboli dagli occhi
familiari. I profumi e i colori
e i suoni si rispondono come echi
lunghi che di lontano si confondono
in unità profonda e tenebrosa,
vasta come la notte ed il chiarore.
Esistono profumi freschi come
carni di bimbo, dolci come gli òboi,
e verdi come praterie; e degli altri
corrotti, ricchi e trionfanti, che hanno
l'espansione propria alle infinite
cose, come l'incenso, l'ambra, il muschio,
il benzoino, e cantano dei sensi
e dell'anima i lunghi rapimenti.
Precursore della letteratura decadente e uno tra i più celebri esponenti del simbolismo, Charles Baudelaire, nella poesia Corrispondenze, inserita ne Les Fleurs Du Mal (I fiori del Male) un classico della letteratura francese, parte da un sogno per riflettere sulla vita. Sogno e vita si intrecciano, si sfiorano e si confondono e portano il poeta a provare emozioni per cose che in realtà non sta vivendo ma solo immaginando.
Attraverso la sinestesia, indaga la dimensione più spirituale dell’uomo e il suo legame con la natura e la spiritualità stessa, portando il lettore a riflettere su se stesso, su ciò che lo circonda e di cui fa esperienza attraverso tutti i sensi.
Ogni notte, tornando alla Vita di Cesare Pavese
Ogni notte, tornando dalla vita,
dinanzi a questo tavolo
prendo una sigaretta
e fumo solitario la mia anima.
La sento spasimare tra le dita
e consumarsi ardendo.
Mi sale innanzi agli occhi con fatica
in un fumo spettrale
e mi ravvolge tutto,
a poco a poco, d'una febbre stanca.
I rumori e i colori della vita
non la toccano più:
sola in se stessa è tutta macerata
di triste sazietà
per colori e rumori.
Nella stanza è una luce violenta
ma piena di penombre.
Fuori, il silenzio eterno della notte.
Eppure nella fredda solitudine
la mia anima stanca
ha tanta forza ancora
che si raccoglie in sé
e brucia d'un'acredine convulsa.
Mi si contrae fra mano,
poi, distrutta, si fonde e si dissolve
in una nebbia pallida
che non è più se stessa
ma si contorce tanto.
Così ogni notte, e non mi vale scampo,
in un silenzio altissimo,
io brucio solitario la mia anima.
La febbre stanca, i rumori, i colori, la nebbia pallida. Ogni singola immagine di questa splendida poesia di Cesare Pavese, ci fa comprendere l’importanza di amarsi e prendersi cura di sé. Vivere pienamente le proprie emozioni e soffermarsi a comprenderle, concedendoci spazi solo nostri è importante e Pavese ce lo ricorda attraverso i versi di quella che è considerata all’unanimità, una delle più belle poesie sulla vita.
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Ariel di Sylvia Plath
Stasi nel buio.
Poi l'insostanziale azzurro
versarsi di vette e distanze.
Leonessa di Dio,
come in una ci evolviamo,
perno di calcagni e ginocchi! - La ruga
s'incide e si cancella, sorella
al bruno arco
del collo che non posso serrare,
bacche
occhiodimoro oscuri,
lanciano ami -
boccate di un nero dolce sangue,
ombre.
Qualcos'altro
mi tira su nell'aria -
Cosce, capelli;
dai miei calcagni si squama.
Bianca
godiva, mi spoglio -
Morte mani, morte stringenze.
E adesso io
spumeggio al grano, scintillio di mari.
Il pianto del bambino
nel muro si liquefà.
E io sono la freccia,
la rugiada che vola suicida,
in una con la spinta
dentro il rosso
occhio, cratere del mattino.
Poetessa simbolo dello poesia confessionale e donna dalla vita tanto avvincente, quanto tragica, Sylvia Plath utilizza la metafora del suo cavallo Ariel, per esporre il tema della perdita di controllo sulla vita. Un tema che lei sperimenta in prima persona, sia anni prima della stesura di questa poesia, che nel momento stesso in cui la scrive. In questi versi troviamo tutta la consapevolezza di una donna forte e vulnerabile che attraverso l’esplorazione più intima di sé ci porta a riflettere sulle limitazioni della vita stessa.
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Contano i legami di Jorge Luis Borges
Non sai bene se la vita è viaggio,
se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno
dopo giorno e non te ne accorgi
se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso.
In certi momenti il senso non conta.
Contano i legami.
Cosa conta davvero nella vita? Jorge Luis Borges, uno dei più grandi poeti e scrittori del XX secolo, parte proprio da questa domanda per tessere una tela di versi che esplorano i temi dell’esistenza e del valore di ogni individuo. Una poesia che non ci invita a ricercare il senso dalla vita, ma semplicemente a vivere concretamente i legami più autentici.