Fotografo di moda, amato e osannato da stilisti e da modelle. Autore di reportage sociali che arrivano dritti al cuore. E brand ambassador di Honor. Non ha bisogno di troppe presentazioni Stefano Guindani, artista poliedrico che passa con disinvoltura e naturale empatia dall'immortalare direttori creativi, top model e celebs su passerella e red carpet al documentare le condizioni di vita disagiate di chi vive in una discarica del Guatemala; dai volti ammiccanti del più patinato degli eventi mondani allo sguardo profondo di piccoli orfanelli, abbandonati. Ha girato il mondo in lungo in largo, facendo "posare" davanti al suo obiettivo le realtà e le persone più variegate. I contesti da sogno, sì, e quelli in cui la vita bisogna prenderla a morsi. E spesso neanche basta. I suoi scatti parlano, così come i suoi occhi.
E infatti allo stesso tempo ci ha fatto sognare e commuovere quando lo abbiamo incontrato a Parigi in occasione del lancio dei nuovi smartphone Honor 90 e Honor 90 Lite. E oltre ad andare a fondo circail suo percorso professionale e non, non abbiamo resistito e gli abbiamo chiesto di svelarsi qualche preziosissimo segreto per scattare foto perfette. Per metterlo in pratica con i due nuovi gioiellini di casa Honor, che attualmente si attestano tra i dispositivi preferiti dalla GenZ: tecnologicamente evoluti, caratterizzati da un’estetica accattivante e, udite, udite! - dal prezzo super-accessibile.
Quali sono le caratteristiche dell’esposizione ottimale?
… Non esistono. Ho sempre pensato che la perfezione non sia la priorità. Importante, invece, è quanto la foto sia comunicativa e cosa trasmetta. I social mi hanno dato ragione: non è affatto raro imbattersi in fotografie tecnicamente sbagliate, che non seguono alcuna regola ma emozionano. Vero anche che le regole, secondo me, bisogna comunque conoscerle. Per stravolgerle.
A proposito: cos’è la regola dei terzi?
Provo a spiegarlo nel modo più semplice possibile. Devi pensare all'immagine rettangolare e dividerla in quattro terzi, con tre linee verticali e due orizzontali. Secondo le regole storiche della fotografia, il soggetto dovrebbe essere su uno dei vertici su cui si incontrano queste linee. Mai al centro.
Perché è sbagliato collocare il soggetto al centro?
Questo vale sempre: se noi siamo concentrati visivamente su qualcosa, il nostro cervello fa sì che tutto quello che c’è intorno passi in secondo piano. Quasi non lo vediamo. Invece, quando si tratta di fotografia, dobbiamo osservare con estrema attenzione ciò che forma l’immagine nel suo complesso. Altrimenti c’è il rischio – per esempio – di mettere una faccia al centro e lasciare sopra e sotto molta aria. Troppo spazio. Oppure di tagliare una parte del corpo. Bisogna abituarsi a guardare anche i bordi, non solo al centro.
Ci possono essere delle eccezioni studiate ad hoc. Tempo fa, per fare un altro esempio, ho fotografato un bambino mettendolo al centro. E l’ho ripreso anche dall’altro, facendo quindi un doppio errore perché dovremmo essere sempre all’altezza del baricentro del soggetto che prendiamo. Ma l’ho fatto apposta, perché eravamo in una discarica. Il bambino viveva lì e io volevo che il contesto fosse chiaro. Che tutta quella spazzatura si vedesse. Il piccolo era soggetto principale e secondario allo stesso tempo. Così, sono riuscito a rendere la drammaticità della situazione.
Come regolarsi per gli scatti notturni?
Se si scatta con lo smartphone, l’ideale sarebbe usare un piccolo cavalletto. Oppure una ventosa: io la uso e mi trovo bene, l’attacco al telefono ed è fatta. In ogni caso, è importante che il telefono sia assolutamente stabile. Un altro piccolo accorgimento è quello di far partire lo scatto con l’autoscatto, qualche secondo prima: in questo modo, lo smartphone non è mosso neppure dalla pressione del dito.
Per il resto, naturalmente l’intelligenza artificiale e l’algoritmo sono di grande aiuto. Ma è sempre consigliabile usare la funzione Pro e la modalità raw.
Honor 90 introduce la nuova modalità Ritratto, che permette anche di ottenere l’effetto bokeh, cioè lo sfondo sfocato. Quando usarlo?
Beh, conta tanto il gusto personale. Ma dovremmo avere anche la capacità di capire quando è meglio avere uno sfondo sfocato, che porta alla massima evidenza il soggetto, o meno. Non è per niente detto che nel caso di un ritratto sia sempre da preferire; ci possono essere elementi intorno che si abbinano perfettamente al soggetto e lo valorizzano.
Pensiamo, per esempio, a un determinato abito; se nell’inquadratura c’è qualcosa che ne richiama i colori, è meglio evitare l’effetto bokeh e piuttosto sfruttare quell’elemento. Lo ribadisco: è fondamentale osservare bene tutto ciò che finisce nell’inquadratura.
Per i selfie, Honor 90 mette a disposizione la fotocamera frontale da 50MP, adatta anche ai creator alle prime armi. Ma quali sono i trucchi per realizzare scatti non banali?
Le mie figlie ti risponderebbero che non bisogna assumere pose da boomer, per esempio facendo la V di vittoria con le dita (ride, ndr)! Non ci sono trucchi, bisogna essere creativi. Spesso è la pigrizia che ci frega. Ma la fotografia è faticosa. Se serve, dobbiamo sporcarci. Sdraiarci per terra, muoverci, eventualmente far muovere il soggetto. Alzare solo il braccio non può bastare.
Servono studio, ricerca, applicazione. Nessuno nasce con un gusto estetico perfettamente sviluppato. Può esserci come predisposizione, ma va affinato. Soprattutto se si vuole fare della fotografia un lavoro.
Le foto in movimento sono affascinanti, ma non facili. In che modo la tecnologia può aiutarci e quali sono, invece, le accortezze necessarie?
Prima cosa: fare tante prove. Più di quante ne servono per altri tipi di scatti. Poi è bene lavorare in modalità Pro e utilizzare bene i tempi di esposizione. La foto in movimento può essere di due tipi, quindi abbiamo una scelta. C’è quella totalmente congelata, che richiede un tempo molto veloce; per esempio un millesimo, un cinquecentesimo. E c’è il mosso creativo, per cui invece occorre un tempo lento.
Le foto panoramiche spesso risultano uguali a tante altre: penso a un paesaggio, a un palazzo. Come scansare questo rischio?
Ancora una volta, facendo una ricerca. E scattando negli orari giusti, che sono la Blue Hour e la Golden Hour, cioè appena dopo l’alba e appena prima che diventi buio. Quando c’è ancora il sole, per poco, e tutto sembra dorato.
Se si tratta di palazzi, molto utile è la correzione prospettica. Però è importante ricordarsi di riprendere il soggetto un po’ più da lontano, perché l’immagine viene tagliata. Serve abbondanza sia sopra che sotto.
Honor 90 è dotato anche di una fotocamera ultragrandangolare: a cosa e quando serve?
Io sono contento che abbiano messo un grandangolo. Perché oggi molti smartphone sono dotati di teleobiettivi sempre più potenti, che servono a poco, e non possiedono invece il grandangolo. Che presenta una lente migliore e permette di fotografare molto da vicino con un punto di vista di ripresa simile – se non superiore – a quello dell’occhio umano.
C’è anche da dire, però, che l’utilizzo del grandangolo è più difficile rispetto a quello del teleobiettivo. In questo caso, più che mai, dobbiamo prestare attenzione a ciò che entra nell’immagine. Perché tutto risulta ampliato, anche il minimo dettaglio. Bisogna badare che l’insieme risulti bilanciato e gradevole.
Grazie alle tecnologie più all’avanguardia, scattare belle foto è più facile per tutti. Ma c’è il rischio che la creatività personale diventi quasi superflua?
Sì, c’è. Però io voglio essere positivo. Credo che la tecnologia abbia avvicinato alla fotografia anche le grandi masse. Anche chi si sentiva assolutamente negato. Poi è vero che in tanti oggi pensano di saper fare foto e magari non è esattamente così; ma è anche vero che grazie alla tecnologia sono emersi fotografi effettivamente molto bravi. Lo smartphone è un buon punto di partenza. Può aiutare un talento a fiorire.
E infatti, Honor 90 e Honor 90 Lite sono proprio un buon punto di partenza e sono perfetti per i creators, più o meno esperti. Honor 90 ha ben 3 fotocamere: quella principale da 200 MP con un sensore da 1/1,4 pollici, una ultragrandangolare e macro da 12 MP con un campo visivo di 112° e una di profondità da 2 MP che aiuta a misurare con maggiore precisione la distanza. A ciò si aggiungono numerose prestazioni e funzionalità all’avanguardia.
Honor 90 Lite, invece, presenta una Main Camera posteriore da 100MP con apertura f/1.9, una Wide & Depth Camera da 5MP e una Macro Camera da 2MP per catturare sia paesaggi che primi piani, con alti livelli di dettaglio e chiarezza.
Dall’utilizzo estremamente intuitivo, Honor 90 e Honor 90 Lite permettono di passare dalla teoria alla pratica con grande facilità. Noi abbiamo già provato a seguire i consigli di Stefano Guindani e te lo assicuriamo: i risultati danno grandi soddisfazioni. Adesso tocca a te!
Intervista realizzata da Nadine Solano
© Riproduzione riservata.