L'idea di amore imperituro e inscalfibile si è davvero allontanata da noi? Se ci atteniamo al concetto di amore liquido, sì. Ciò, però, non è necessariamente un male: tutto dipende da come viviamo le cose e dal rispetto per noi stessi e per gli altri.
A mettere nero su bianco la definizione dell'amore liquido è stato il filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman. E, forse, è il momento di pensarci su e di capire in che direzione stanno andando le nostre esistenze, partendo dai suoi ragionamenti per approdare a concetti nuovi.
L'amore liquido e la libertà dai vincoli
Nel suo omonimo libro, Bauman parla di amore liquido andando ad approfondire quello che è solo uno degli aspetti di quello che lui stesso ha definito come modernità liquida. Il sociologo, che ha dedicato anni di studi al postmodernismo, alla globalizzazione e alla nuova povertà, ha voluto approfondire anche l'aspetto relazionale della società contemporanea, ormai segnata da condizioni di mutevolezza costante.
Se al giorno d'oggi ogni cosa è provvisoria, se ogni gesto corrisponde alla necessità di soddisfare un desiderio effimero, anche le emozioni possono diventare liquide? Per Bauman la risposta è sì: anche l'amore può essere una soluzione momentanea, legata all'istante. Difficile da digerire? Sì e no.
Il concetto di amore incondizionato, duraturo e imperturbabile si fa, per Bauman, sempre più lontano perché parte da un controsenso: l’amore consiste nella sopravvivenza dell’io attraverso l’alterità dell’io. Ciò significa che se da una parte vogliamo proteggere ciò che amiamo, dall'altra parte la sua difesa è una minaccia, perché la rete che l'amore tesse attorno all'oggetto amato schiavizza chi ama e chi viene amato.
L'ideale sarebbe maturare emozioni libere, non ingabbiate dalle coercizioni della morale, e che si allontanano da quelle verità assolute che a lungo hanno giocato a favore della repressione di rapporti diversi da quelli canonici.
Libertà e capriccio relazionale nell'amore liquido
L'analisi di Bauman è estremamente accurata e veritiera, ma si sottopone a interpretazioni del tutto diverse. Se è vero che donarsi agli altri e far sì che gli altri si donino a noi senza vincoli può essere espressione altissima di libertà, dall'altra parte è altrettanto vero che viviamo in un periodo storico che favorisce le interazioni disposable, a partire dagli incontri sessuali fino ad arrivare ai legami sociali che diventano via via sempre più mutevoli.
Lo stesso Bauman fa un paragone con la soddisfazione istantanea che, più che dell'amore, è del desiderio. Dunque? Dunque ciò che fa la differenza, allontanandoci per un attimo dall'analisi del sociologo, è cercare di capire quali sono gli amori davvero liberi, vissuti con consenso, e quali sono, invece, quelli finalizzati ad appagare capricci relazionali o a compensare vuoti e solitudini temporanei fino all'arrivo di una nuova distrazione.
Scelte etiche, scelte morali
Tornando a Bauman, nei suoi studi il sociologo ha sempre acceso i riflettori sul fatto che se da una parte la voglia di vivere le relazioni è insita nell'uomo, che è e rimane un animale sociale, dall'altra parte i limiti che avverte sono sempre imposti dalla morale che, invece, è un costrutto imposto dalla società.
L'uomo vive una continua ambivalenza tra ciò che vorrebbe e ciò che non deve: una giostra tra atto etico individuale, ovvero finalizzato a soddisfare l'individuo e non gli altri, e fatto morale.
Questo si riflette anche nelle relazioni, con la differenza che, al giorno d'oggi, si può decidere di viverle nella maniera più libera e mutevole possibile. A una sola condizione: essere sicuri, prima, di amare noi stessi.
Se la liquidità viene da dentro
Perché è così importante amare prima sé stessi? Semplice: perché se da una parte la mutevolezza dei rapporti può essere positiva e portare a nuove consapevolezze sul modo di vivere l'amore, dall'altra parte è estremamente nociva per chi vive già in condizioni di fragilità.
Chi è fragile può trasformarsi tanto in una vittima (cadendo nella dipendenza affettiva alla disperata ricerca di costanti conferme) che in un carnefice, non riuscendo a legarsi o a donarsi agli altri e vedendoli come un passatempo per il riempimento di svariate lacune.
Vittime e carnefici hanno, però, un comune denominatore: una liquidità interna. Che significa? Significa che a essere liquido è, in primis, l'amor proprio. Se a essere liquida, fragile, instabile e fuggevole è la propria autostima, se la solidità non è rivolta a noi stessi, non può e non potrà mai essere rivolta verso gli altri.
Amor proprio e legami veri nell'amore liquido
Essere consapevoli che l'amore liquido è una realtà della nostra contemporaneità porterà alla fine dei legami veri o delle relazioni stabili e durature? No, se lavoreremo per amare noi stessi e per donare a noi e agli altri quella chiarezza che rende forte qualsiasi rapporto.
Sempre allontanandoci dall'interpretazione di Bauman e avvicinandoci a quella che è la nostra più stretta contemporaneità, potremmo dire che, al massimo, ci si sta evolvendo verso amore non stringenti. Che, però, paradossalmente, richiedono maggiore consapevolezza. Per esempio, ciò che non dovremmo mai accettare o pretendere è:
- Essere messi in secondo piano o non essere rispettati in nome di una relazione aperta;
- Ricevere solo le briciole in nome di una sedicente libertà;
- Cambiare noi stessi per adattarci a delle condizioni relazionali che non ci piacciono.
Relazioni di coppia, legami d'amicizia, relazioni amorose in generale, dunque, si avviano verso una nuova fase e procedono lungo un percorso esplorativo che trascendendo i retaggi culturali può essere più che virtuoso, se si apprezza ogni individualità e si sublima il rapporto trasformandolo in uno scambio vivo, rispettoso e consapevole.