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Cos’è l’attenzione selettiva e come la usano i manipolatori

Attenzione selettiva nella manipolazione
Focalizzarsi su specifiche informazioni o su fatti precisi, tralasciando tutto il resto: anche l'attenzione selettiva è una strategia manipolatoria, ed ecco come funziona
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Chi ha vissuto (o purtroppo vive) una relazione tossica con un manipolatore, purtroppo, sa che si tratta di un legame che non corre su binari paralleli ma che, in modo abusivo e dannoso, impone la sua superiorità sopra ogni cosa.

Per imporre questa superiorità il manipolatore ricorre a precise strategie, tra cui l'attenzione selettiva: una gestione personale ed egocentrica delle informazioni e dei fatti che si vivono nella relazione. Ecco come funziona.

Cos'è l'attenzione selettiva?

L'attenzione selettiva è a tutti gli effetti un processo cognitivo naturale e umano, che serve a ognuno di noi per dare priorità a determinate cose piuttosto che ad altre. Se questo processo non ci aiutasse, infatti, saremmo travolte da stimoli e informazioni.

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Tuttavia, si tratta di un processo che nelle relazioni disfunzionali viene messo in atto coscientemente dal manipolatore, in due fasi: la prima fase è la focalizzazione su fatti, stimoli, informazioni ed eventi e la seconda fase è il completo ignorare qualsiasi cosa che esca da questi, a prescindere da quale sia la sua rilevanza.

Come la usa il manipolatore?

Come può apparire chiaro da ciò che abbiamo accennato, il manipolatore usa l'attenzione selettiva in due modi principali. Il primo è raccogliere tutte le informazioni e i fatti che hanno a che fare con la sua interazione con noi e, di conseguenza, accumulare tutti i dati relativi alle nostre reazioni e ai nostri limiti.

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In questo modo, il manipolatore sarà in grado di utilizzarli per dare rilevanza a quelle che saranno le sue azioni negative o per dare forza a quelli che sono i suoi sbagli. In sostanza, avendo raccolto delle informazioni, per esempio, sulla nostra cedevolezza, sulla nostra malleabilità o sensibilità, tenderà a sottomettere le nostre emozioni, usando la sua attenzione su questi nostri "punti deboli" per razionalizzare o minimizzare alcune situazioni.

Il secondo modo è, come detto precedentemente, ignorare qualsiasi informazione, fatto, sensazione, status o bisogno che non ritiene rilevante. Ciò porta o nuovamente alla minimizzazione e dunque al ridimensionamento delle esperienze negative che possiamo vivere interfacciandoci con lui, o alle omissioni, scelte deliberate per tenerci all'oscuro di qualcosa che fatto.

Quali sono le conseguenze?

Le conseguenze del subire sulla propria pelle un processo continuo di attenzione selettiva sono, in realtà, moltissimi. Si va dalla derealizzazione, un vero e proprio distacco dalla realtà che ci porta a chiederci se in effetti certe situazioni e fatti hanno rilevanza (sì, ce l'hanno: solo che siamo in balia di una persona che ci confonde le idee) a una profonda insicurezza, passando per una grave perdita di autostima.

Di fatto, avendo a che fare con una persona che non fa altro che vedere solo ciò che gli fa comodo, gli aggrada o gli conviene, perdiamo qualsiasi tipo di certezza. Non siamo più in grado di definire se ciò che sta succedendo è normale all'interno di una relazione e, ancor peggio, ci chiediamo se in effetti valiamo qualcosa dato che ciò che proviamo viene considerato superfluo o non degno di considerazione.

Come identificarla e come difendersi?

Occorre essere molto onesti: chi ha una personalità oscura e manipolatoria tende a essere molto abile nello sfruttare i suoi tratti e le sue strategie, di conseguenza è davvero complicato riconoscere senza ombra di dubbio l'attenzione selettiva. Questo perché, di base, i manipolatori possono essere affettivi, passivo-aggressivi, adulatori e molto altro ancora, cosa che rende ancor più difficile l'impresa.

Di fatto, l'unica cosa che si può fare è lavorare su noi stesse. Ciò significa, per esempio, fare meditazione e dedicarci del tempo per noi stesse con l'obiettivo di fare un viaggio dentro le nostre emozioni e le nostre esperienze, immergendoci nell'introspezione. Solo indagando la nostra stessa psiche e il nostro vissuto possiamo in effetti discernere tra attenzioni benevole e interessate e attenzioni manipolatorie, che hanno tutto l'interesse a far spostare il nostro sguardo in precise direzioni.

Ottenute le risposte con l'introspezione, poi, non dobbiamo dimenticare di chiedere il confronto. Per quanto spiacevole possa essere, metterci faccia a faccia con il manipolatore ci darà la certezza che qualcosa non va, perché questo tipo di persona non riesce a reggere il confronto ed è messa in forte difficoltà di fronte alla comunicazione assertiva.

Cosa fare se qualcuno ti manipola?

Alla luce di tutto questo e considerando quanto può essere dannoso (nonché pericoloso) avere a che fare con un manipolatore, potremmo in effetti chiederci cosa fare per riuscire a uscire da una relazione con una persona del genere, possibilmente in tempi brevi.

La verità è che non esiste alcuna scorciatoia né esistono bacchette magiche o consigli che possono adattarsi a tutti, perché ogni relazione e ogni rapporto segue delle regole dettate dalla tipologia di persona che siamo, da quella che abbiamo davanti e anche da ciò su cui si basa il legame.

Se da una parte la soluzione migliore sarebbe troncare il rapporto del tutto usando la strategia del no-contact, non è detto che sia facile per tutti. L'unica buona idea, valida per tutti e in tutti i cani, è rivolgersi a uno psicoterapeuta che saprà indirizzarci. Perché sì: se ne può uscire.

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