Ormai è chiaro (o almeno così dovrebbe essere). Quando si parla di sessualità, attrazione, amore, sentimenti e tutto ciò che riguarda la sfera della propria intimità personale non dovrebbero esistete etichette, classificazioni o pregiudizi di alcun genere. Fatto sta che però, sempre al di là del fatto che ognuno è libero di vivere come meglio crede e sente, ci sono delle parole che vengono usate per definirci. O quanto meno comprendere meglio il proprio e l’altrui orientamento sessuale e identità di genere (e non solo). Per esempio come nel caso del termine ceterosessuale.
Una parola relativamente nuova e non proprio conosciuta da tutti. Ma che, soprattutto in un epoca in cui la lotta per l’accettazione, il riconoscimento e l’abbattimento delle discriminazioni e dei pregiudizi riguardanti l’identità di genere, le diverse sfaccettature dell’amore e dell’amare, la possibilità di vivere liberamente la propria sessualità, ecc., è dominante, risulta estremamente importante comprendere e fare propria. Per essere davvero parte di quel cambiamento di pensiero a cui tutti dovremmo tendere e abbracciare.
Cosa significa il termine ceterosessuale
Prima di addentrarci in modo più specifico nell’argomento, chiariamo subito cosa si intende con il termine ceterosessuale. Una parola di origine latina che sta a indicare l’attrazione sessuale e/o romantica verso persone non binary o non binarie.
Nell’evoluzione del termine, poi, si definisce ceteroromantico chi prova solo un’attrazione di tipo romantico verso una persona non binary, ma senza che si abbia un’implicazione fisica o sessuale.
VEDI ANCHE LifestyleChe cosa significa essere cupiosessuale?Di fatto, quindi, si tratta di una variante di un altro termine usato ma non universalmente accettato per “definire” questa tipologia o sfaccettatura dell’attrazione tra due persone, ovvero skoliosessuale e skolioromantico. Due parole di origine greca, in cui il prefisso “skolio” significa "storto" o "curvo". Apparse per la prima volta in internet nel 2010 e che riportano alla definizione sul sito Dictionary.com di "un'attrazione per chiunque si identifichi come un genere non binario". E in cui il termine binario va a indicare la tradizionale distinzione fatta tra maschi e femmine.
Una parola, che, proprio per la sua origine che riporta a una connotazione quasi negativa, non è accettata interamente dalla comunità LGBTQ. E per la quale, quindi, sono nate delle varianti tra cui allotroposessuale, dal greco allotropo, diverso e modi di vita, e appunto ceterosessuale.
Binario e non binario
Compreso questo, quindi, è bene capire anche cosa si intende con il termine non binary o non binario. Ccioè le persone da cui è attratto chi è ceterosessuale.
Se come detto si definisce binaria la tradizionale (e a questo punto obsoleta) divisione di genere in maschi e femmine, quando si parla di non binario si intende la non appartenenza a nessuno di questi due generi assegnati alla nascita.
O meglio, si definisce non binaria una persona che non riconosce l’esistenza di unicamente due generi. E che, seppur gli/le sia stato attribuito un sesso specifico alla nascita (e questo viene fatto in base alla presenza degli organi sessuali maschili o femminili), non riconosce di appartenere né al genere maschile né a quello femminile. Ma a quello, appunto, non binario.
Un termine che, quindi, abbraccia e accomuna tutte quelle persone la cui percezione di sé e identità di genere, non rientra nel binarismo definito e tradizionalmente (e culturalmente) accettato di uomo e donna.
VEDI ANCHE LifestyleChe cosa significa cishet?Quando si parla di cosa significa essere ceterosessuale, quindi, è importante conoscere anche questa fondamentale distinzione tra l’essere binario e non binario. E le mille sfaccettature e sfumature che si aprono in relazione a questo. Nello specifico, infatti, chi si definisce non binario si può identificare con entrambi i generi, bigender, in nessuno dei due o genderfree, nel genere opposto a quello che gli/le è stato assegnato alla nascita, transgender, o anche in un genere fluido, genderfluid, ecc. E in tutto ciò che rappresenta un’identità non esclusivamente divisibile in maschile e femminile.
Apparenza e interiorità
E questo, ovviamente, non ha nulla a che vedere con l’apparenza (o comunque non necessariamente). L’identità di genere, infatti, è un qualcosa di profondo, che arriva da dentro. A prescindere da come ci si presenta o da come ci si veste.
Motivo per cui, in una società che dovrebbe puntare al rispetto personale di ogni individuo, sarebbe bene imparare a non catalogare o indicare le persone unicamente per come appaiono. Dando per scontato, tra le tante, il genere a cui sentono di appartenere. Ma sarebbe bene andare oltre, evitando epiteti o pronomi specifici che se per qualcuna/o non creano nessun disagio o differenza, per altri possono essere fonte di dolore e di sofferenza interiore.
In linea generale, quindi, essere una persona ceterosessuale, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, significa provare un’attrazione fisica, estetica, romantica e sessuale per una persona non binaria. O in altri termini, essere liberi da ogni preconcetto, classificazione, etichetta o simili. Che possono essere dati per definire chi siamo, spostando la propria attenzione unicamente sulla bellezza esteriore e interiore di ognuno di noi. A prescindere dal suo essere o non essere.