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Come riconoscere la violenza nella coppia: tutti i campanelli d’allarme

Quali sono caratteristiche, frasi e comportamenti di un uomo potenzialmente violento? Come riconoscere se qualcosa non va con la persona che abbiamo vicino? Risponde lo psicologo

Come riconoscere un uomo violento?

«È stato solo uno schiaffo, lo fa perché mi vuole bene, è colpa mia perché non sono una brava compagna» sono i pensieri di giustificazione con cui le donne perdonano il loro compagno, dopo una violenza subita. La prima, alla quale seguirà una seconda volta, una terza e così via, fino a quando lei lo troverà normale.

Eppure il comportamento aggressivo di normale non ha proprio niente. Nemmeno quando si osi pensare per sbaglio che forse un po' le botte sono meritate. Facile a dirsi per chi è fuori dalle dinamiche di coppia violente, difficile quando ci si è dentro. E quindi non si sa riconoscere quei segnali che ci dicono "Scappa, prima di ritrovarti nella trama di Amore Criminale"! Perchè spesso la violenza - quella psicologica - comincia molto prima di quella fisica, ed è comunque dannosissima.

Per aiutare le donne ad avere un po' di consapevolezza ne abbiamo parlato in un dialogo a più voci con lo psicoterapeuta Roberto Pani, ordinario di Psicologia Clinica presso l'Università di Bologna, con le educatrici dello sportello informativo per le donne vittime di violenza, CHIAMA chi AMA e con la presidente dell'associazione onlus MondoDonna di Bologna, Loretta Michelini.

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I campanelli di allarme

Non è così facile riconoscere immediatamente quei segnali pericolosi che dovrebbero mettere in allarme una donna. «A volte, l'aggressività di una persona si manifesta dopo anni in cui si sta insieme, anche quando la relazione sembra andare a gonfie vele, e "tutto sommato" lui è sempre stato bravo» esordisce lo psicoterapeuta Pani.

Eppure è proprio su quel "tutto sommato" che bisogna indagare. «Ascoltando le donne vittime di tutte le forme di violenza, si scopre che l'uomo che ha inferto uno schiaffo durante una discussione, è sempre stato un po' irascibile, intollerante e sospettoso».

Un partner che alza la voce, è ossessionato dal controllo ed è prepotente dovrebbe far alzare le antenne «ma non sempre si ha la il coraggio di pretendere rispetto dalle persone con cui si vive, e a volte nemmeno la forza - conferma la psicologa Ilaria Bertoni dello sportello CHIAMA chi AMA - perché chi subisce violenza spesso trova normale tutto ciò».

Le campagne anti-violenza non sono sempre efficaci

Del resto, il modo in cui la violenza viene "trattata" dai media e dalla società di certo non aiuta a cogliere i segnali pericolosi quando sono ancora allo stato latente. Da un lato c'è troppa spettacolarizzazione dell'evento violento in sé, dall'altro c'è troppo poco rispetto per la donna, che viene dipinta come una vittima totalmente inerme.

«Poniamo l'esempio delle campagne anti-violenza, quelle che mandano in onda con immagini forti di donne con la faccia insanguinata: secondo la nostra esperienza di ascolto, è difficile che una donna invischiata in una relazione violenta si riconosca in quel sangue!» asserisce convinta Laura Adolfi che ogni giorno accoglie donne di tutte le età e ceti sociali presso lo sportello informativo CHIAMA chi AMA di Bologna «Una campagna così forte suscita meraviglia nelle donne: "possibile che accadrà anche a me?! No, il mio lui non è così violento!».

Ed ecco che - sembra paradossale - vedere in tv il rischio dell'evente estremo che può verificarsi (l'omicidio) non aiuta a prendere consapevolezza. «Chi viene ogni giorno picchiata non ha voglia di vedersi rappresentata in modo così vittimistico: vuole dimenticare e non vuole sentirsi ri-vittimizzata; ha bisogno di sensibilità e di una voce che con delicatezza le ricordi che una salvezza è possibile» le fa eco la collega Giovanna Casciola.

«Persino l'uomo "leggermente violento", quello che si limita ad insultare, non si riconosce in questo tipo di comunicazione, per non parlare di quelli che violenti non lo sono per nulla, e così non prendono posizione» conferma Irina Biafiore, counselor di Mondo Donna «E poi smettiamo di pensare che il violento è per forza un criminale: a volte può essere persino colui che piace alle mamme, veste in giacca e cravatta e fa un lavoro prestigioso!».

Consapevolezza di stare con uomo pericoloso

Prendere coscienza di vivere accanto ad una persona violenta non è facile, perché possono entrare in gioco meccanismi di vergogna, senso di colpa e auto-punizione che tendono a negare certi comportamenti, e quindi a fingere di non vederli.

Uno dei primissimi segnali che possono tenere in guardia una donna è una certa difficoltà a gestire le emozioni soprattutto negative. «Ci sono persone che tengono tutto dentro, senza rendere partecipe il partner di quello che provano quando sono di fronte ad una situazione frustrante, per poi esplodere quando meno te lo aspetti - spiega il professor Pani - Alcuni uomini possono trovare difficile per esempio dire alla propria fidanzata "non mi va che tu traffichi molto con il cellulare", e quindi si irrigidiscono in un muro di silenzio che snerva. Ora, è difficile che questo comportamento sfoci prima o poi in un episodio di violenza, ma se la chiusura verso l'altro è l'unica forma di comunicazione quando qualcosa non va, dobbiamo chiederci se non stiamo con una persona paranoica, diffidente e che viva nel sospetto. Prima o poi quel sospetto ci farà sentire a disagio».

Se lui invece è aperto al dialogo anche su ciò che non funziona nella coppia, ed è disponibile ad ascoltare la tua versione senza porre dei limiti invalicabili, puoi stare sicura di muoverti in una zona franca da violenza. «Per inciso: le discussioni ci possono e devono essere, perché, se affrontate insieme, cementificano la coppia, ma devono sempre svolgersi all'interno di un codice comunicativo razionale e rispettoso, anche se i toni si fanno alti ed assertivi».

Quali altri segnali osservare

In seconda battuta, uno dei comportamenti che dovrebbe mettere in guardia una donna è quando lui è troppo intollerante alle frustrazioni, anche minime, comprese quelle che non riguardano la coppia.

«Ad esempio, se lui è aggressivo con la cassiera del supermercato perché è lenta, quando invece sta svolgendo il suo lavoro; oppure si innervosisce in modo esagerato con il barista perché il suo cocktail preferito non c'è; o ancora se impreca contro la persona anziana che sta attraversando la strada e lui rischia di perdere tempo» semplifica l'esperto «Sono "incidenti" che dovrebbero dirti che prima o poi quell'ondata di violenza immotivata colpirà anche te. Così dal nervosismo "per colpa del fato" si passa a quello "per colpa tua", ed è molto probabile che stimolando il tuo partner ad essere più tollerante verso certe cose normali della vita, rischi di innescare una miccia esplosiva che brucerà anche te».

Uomo violento: frasi e comportamenti

Bugie, manipolazioni e distorsioni della realtà fanno parte della comunicazione del potenziale partner pericoloso. Questo fenomeno viene chiamato anche "gas lighting", e si esplicita in una serie di comportamenti e frasi ben riconoscibili.

«Ci sono uomini che tendono a mentire semplificando il dialogo con delle omissioni di verità o di imposizioni di chiudere il discorso con delle frasi prepotenti. Pensiamo a quanti dicono: "basta, finiamola qui, non ne voglio parlare, è risolto", quando invece dentro di lui, qualunque sia la questione non è risolta per niente, anzi magari continuerà a rimuginarci per utilizzarla come arma vessatoria al primo litigio» spiega lo psicoterapeuta.

«Ricordiamoci che, all'interno della coppia, non tutti hanno la capacità di esprimere ciò che non va con affetto e comprensione, seppure con toni fermi. Ma chi ti umilia, ti critica troppo, ti sminuisce, ti offende, usa parolacce, non ti dà la possibilità di parlare, non si scusa mai, non ammette mai il torto, è da allontanare. E la lista di queste modalità comunicative potrebbe continuare» prosegue l'esperto «Poni attenzione anche a chi vuole manipolarti, cercando di farti andare dalla sua parte, cioè che lui ha sempre ragione, con argomentazioni troppo complesse che mirano a confonderti».

Violenza nella coppia: cosa fare

Quando la violenza psicologica è già entrata nella coppia, si deve prestare attenzione alle proprie sensazioni.

«Se provi disagio accanto a lui, se hai paura che possa alzare le mani, se i suoi scatti d'ira ti spaventano, scappa prima che sia troppo tardi» spiega lo psicoterapeuta Pani «A volte bisogna dare ascolto a quella vocina interiore che flebile ti dice: "mi sto cacciando nei guai, quest'uomo mi farà del male", anche se hai paura della solitudine: hai diritto ad essere felice e a non lasciarti calpestare da un uomo che non ti vuole bene».

Ed è questo uno dei tanti timori che frena dal chiedere aiuto o dal fuggire a gambe levate: la paura di non trovare alternative.

«Spesso le donne che arrivano al nostro sportello informativo sono donne che non sanno a chi raccontare le loro esperienze di violenza di tutti i tipi, e che sopportano perché credono che lui nutra dei sentimenti di amore, passione o affetto! Il nostro compito è quello di dare loro un primo supporto, di convincerle che la violenza non è mai accompagnata all'amore e che la salvezza è lì dietro l'angolo, basta avere il coraggio di denunciare e farsi aiutare da una rete di solidarietà tutta femminile pronta ad accoglierle» conclude l'educatrice Giorgia Franchi.

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